Sono ormai alcuni anni che si parla di sistemi convergenti e iperconvergenti come alternativa alle tradizionali categorie di server, storage e networking del data center. Le tecnologie di virtualizzazione, unitamente a quelle di gestione ‘software defined’, consentono di concepire data center di nuova generazione: facilmente espandibili nelle capacità, integrabili con servizi esterni e meno complessi da gestire. Ci parlano di sistemi iperconvergenti Luca Zerminiani senior presales manager di VMware e Nicola Norcia, biz dev manager VMware presso Dell EMC.
ZeroUno: Quale definizione possiamo dare alla parola iperconvergenza?
Nicola Norcia: Abbiamo due definizioni di iperconvergenza: una base e una avanzata. Quella base riguarda il nodo logico in cui convivono virtualizzazione elaborativa e storage gestiti nella modalità software defined. Quella avanzata riguarda speciali appliance progettate per condensare in modo organico la virtualizzazione computazionale, dello storage e, opzionalmente, anche del networking. Nell’ultimo caso si tratta di sistemi completi, con una piattaforma di management integrata che si occupa della gestione dell’intero ciclo di vita della macchina e della crescita dell’infrastruttura. In sintesi dei building block modulari che è possibile aggiornare con sforzo e rischio minimi, ma soprattutto in breve tempo garantendo il time to market.
ZeroUno: La flessibilità è oggi indispensabile nei data center. Qual è il contributo dei sistemi iperconvergenti?
Who's Who
Luca Zerminiani
Luca Zerminiani: Il primo livello di flessibilità è d’ordine economico: i sistemi iperconvergenti permettono di ‘partire in piccolo’ e quindi scalare linearmente le capacità, con una logica pay-as-you-grow. Poi c’è la configurazione: nel caso dei Dell EMC VxRail sono disponibili building block già ottimizzati per compiti standard, storage intensive oppure performance intensive. Sia le appliance iperconvergenti sia la componente di virtualizzazione storage [VMware vSAN, ndr], consentono d’integrare server e componenti storage già presenti nel data center, permettendo di realizzare infrastrutture su misura, se richiesto.
ZeroUno: Quali sono i vantaggi sotto il profilo della semplificazione infrastrutturale e della gestione?
Who's Who
Nicola Norcia
Norcia: I sistemi iperconvergenti semplificano molto l’infrastruttura, riducendo i costi di gestione. In funzione delle condizioni d’impiego è possibile attendersi un TCO a 3 anni più basso del 30%. Un vantaggio importante è dato dalla scomparsa dello storage fisico, le cui capacità vengono virtualizzate nell’infrastruttura: con vSAN la gestione dello storage è rimpiazzata con policy contenenti gli SLA che si vogliono assegnare ai workload; una volta definiti i profili di prestazione e le esigenze delle applicazioni, basta associare le virtual machine ai profili per togliere al sistemista la preoccupazione di gestire lo storage. In contesti multicloud e sistemi on premise misti, gli SLA vengono applicati sui sistemi dove avviene l’esecuzione. Anche la gestione dell’hardware è semplificata: per avere più potenza basta aggiungere più nodi VxRail al sistema in casa oppure acquistarne l’uso presso provider esterni; i workload si redistribuiscono automaticamente.
ZeroUno: Quanto aiuta l’evoluzione dei data center in contesti ibridi aperti al cloud?
Norcia: Non si cambia da un giorno all’altro il data center e l’iperconvergenza deve poter convivere con storage e server tradizionali. Abbiamo tecnologie come VVol (volumi virtualizzati) che consentono di connettere lo storage tradizionale all’infrastruttura iperconvergente, unificando la gestione. Anche i server tradizionali possono accedere allo storage contenuto nei nodi iperconvergenti. Con iSCSI target di VxRail è possibile decidere di non virtualizzare alcuni nodi dove, per esempio, risiedono applicazioni che hanno costi di licenza meno convenienti su sistemi virtualizzati. L’iperconvergenza si sposa molto bene con l’impiego del cloud perché usa le stesse logiche di assegnazione delle risorse. Con il software CloudArray possiamo espandere in modo illimitato lo storage dell’infrastruttura iperconvergente sfruttando i servizi con interfaccia S3 di un qualsiasi fornitore cloud. La capacità storage presente localmente viene sfruttata come una cache per i dati a cui si accede più frequentemente, il cloud per quelli a cui si accede con frequenza minore. Questo consente di ottenere prestazioni elevate.