Una delle mansioni più gravose di qualsiasi installazione Windows è la gestione delle workstation client. Però grazie all’impiego della virtualizzazione dei desktop tale lavoro può essere reso un po’ più facile.
Per lo staff IT, la gestione delle postazioni di lavoro comporta una serie di attività impegnative, come per esempio:
- la necessità di blindare il desktop, lasciando però agli utenti un grado di libertà tale da consentirgli di svolgere il proprio lavoro;
- la sicurezza fisica
- l’installazione delle applicazioni
- il licensing.
E tutto questo si va a sommare ai già significativi investimenti delle aziende.
Un aiuto in questo senso è la virtualizzazione del desktop che consente di centralizzare le varie attività in un’unica postazione. Ma in sostanza, in cosa consiste la virtualizzazione dei desktop? Possiamo scomporla in quattro categorie: un singolo desktop remoto, desktop condivisi, macchine desktop virtuali e blade desktop fisici.
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Un unico desktop remoto. Molte soluzioni sul mercato consentono di bgestire remotamente i PC come ad esempio, pcAnywhere, WebEx, VNC e Windows Remote Desktop Protocol o RDP. In particolare quest’ultimo è molto diffuso fra gli amministratori di sistema per visualizzare il desktop di un server a cui non si ha accesso fisico
Desktop condivisi. Microsoft Terminal Services e Citrix sono probabilmente gli strumenti più usati in questo mercato. Questo tipo di virtualizzazione si basa su un server che ospita gli utente desktop e le applicazioni.. Il client può essere un normale PC, un notebook o un thin client. La condivisione dei desktop è molto diffusa perché tutta la potenza di computing risiede sul server e solo il monitor, la tastiera il mouse sono in rete. Tale sistema consente un controllo centralizzato del desktop e delle sue applicazioni, semplifica il licensing e rende più facile la risoluzione dei problemi perché le applicazioni dell’utente sono sul server e non sparse su vari siti. Non è raro trovare farm di terminal server in cui molti server ospitano centinaia o addirittura migliaia di desktop degli utenti.
Questa impostazione è spesso usata per gestire più applicazioni di business da parte di utenti diversi: supponiamo che una società lavori con tre gamme di software differenti, che chiameremo A, B e C. Ogni applicazione dispone di uno specifico ambiente utente (ad esempio per Microsoft Office e Adobe Reader) così come specifiche icone, colori, policy di gruppo e così via. Ma l’applicazione A impone l’uso una versione di Office mentre l’applicazione B necessita di un’altra versione. Inoltre, gli uffici che si occupano delle vendite richiedono ai dipendenti di utilizzare anche tali applicazioni. In questi casi, basta implementare un Terminal Services e condividere i desktop. In tal modo, un utente operando da un qualsiasi PC, thin client o terminale potrebbe accedere al Terminal Server appropriato per l’applicazione A e ottenere il desktop corretto. Successivamente, l’utente può scollegarsi e accedere a un altro server per ottenere il desktop per l’applicazione C.
Desktop di una macchina virtuale. Per certi aspetti è il contrario del desktop condiviso. In questo caso, un unico client – PC o computer portatile – può ospitare desktop multipli, che potrebbero utilizzare diversi sistemi operativi.
Per esempio, una società finanziaria ha collegato tutti i suoi trader a ben tre PC: uno di questi era usato per ricevere le e-mail, archiviare documenti ed effettuare ricerche Internet; un secondo per ospitare un’applicazione Windows usata per il trading: il terzo per far girare un desktop Linux impiegato per accedere a un’applicazione legacy. Utilizzando la virtualizzazione dei desktop, l’azienda avrebbe potuto usare un PC con un software di virtualizzazione come VMware Workstation o Microsoft Virtual Server. Tali applicazioni possono girare su più desktop, ognuno dei quali può usare un sistema operativo differente.
Va sottolineato che la tecnologia di virtualizzazione permette ad un macchina virtuale di andare in “crash”, senza che le altre macchine registrino problemi di prestazioni o si blocchino. Le macchine sono file nel file system e, se necessario, possono essere spostati in un altro host.
PC blade desktop fisici. Questa tecnologia non è così comune o così popolare come le altre, ma va comunque presa in considerazione. In questo caso, gli utenti avrebbero a disposizione un proprio PC, ma l’hardware fisico sarebbe un “PC blade” all’interno di in un vano blade nel datacenter. Tra i principali vantaggi/svantaggi di usare PC blade rispetto ad altre tecnologie di virtualizzazione del desktop troviamo che:
- Ogni utente dispone di un proprio PC, anziché condividere le risorse con altri utenti su un server.
- I terminal server che ospitano i desktop condivisi possono essere influenzati da eventuali problemi del server. Si possono adottare delle contromisure per ridurre al minimo questo aspetto, ma il rischio rimane sempre.
- I blade richiedono più manutenzione perché si potrebbero avere 100 PC blade anziché un singolo server.
Come visto, esistono diverse tecnologie di virtualizzazione desktop e centinaia di vendor che cercano di sottolineare i benefici delle proprie particolari implementazioni. Valutate ogni approccio in termini di produttività e beneficio degli utenti così ma anche di costi e di facilità di amministrazione. Nei processi decisionali, i manager Windows dovrebbero coinvolgere le persone presenti nelle proprie strutture It, in modo che possano scegliere la migliore tecnologia per soddisfare le specifiche esigenze aziendali.