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Quattro strategie per migliorare la gestione dei servizi nei data center

Un data center inefficiente può comportare sprechi tali da portare un’azienda sul lastrico. Per mantenere gli impianti efficienti ed economicamente vantaggiosi, esistono delle contromisure. Ad esempio evitare guasti a livello di raffreddamento e aggiornare la tecnologia delle batterie. Ecco le linee guida per ottimizzare (e aggiornare) la gestione dei data center secondo gli esperti

Pubblicato il 24 Lug 2018

gestione dei servizi nei data center

Data center al centro della governance: dalla manutenzione dei gruppi di continuità alle misurazioni dell’efficienza energetica, la gestione dei servizi rappresenta un aspetto in continua evoluzione per i team IT. Un caso emblematico sono le metriche utilizzate: nel caso del PUE (Power Usage Effectiveness), le vecchie metriche non sono più sufficienti per comprendere l’efficienza di un data center. L’aumento della densità di potenza, ad esempio, può portare a gravi guasti di raffreddamento. Per questo gli esperti raccomandano l’adeguamento ai nuovi standard.

Per mantenere i data center efficienti ed economicamente vantaggiosi, ecco di seguito 4 consigli che aiutano a migliorare la governance.

#1 Aggiornare la tecnologia delle batterie

Via via che i data center diventano più intelligenti ed efficienti, i gruppi di continuità (UPS) continuano a rappresentare una priorità. Gli apparati più obsoleti vanno assolutamente rivisti. Oggi, infatti, cresce la domanda di UPS a minore impatto ambientale e con una migliore capacità di tenere traccia di dati relativi a durata del ciclo di vita, salute e manutenzione della batteria. In questo senso le batterie agli ioni di litio (Li-ion) hanno assunto un ruolo via via maggiore per la carica delle batteria nei data center, grazie alla loro perfetta integrazione con i sistemi UPS avanzati. Inoltre, le batterie agli ioni di litio forniscono più energia e densità di potenza, sono da prendere in considerazione con piccoli sistemi UPS che possono essere posizionati in modo più flessibile all’interno del data center e sono più resistenti alle temperature elevate rispetto alle batterie al piombo-acido.

Gli esperti ricordano che, quando si scelgono batterie agli ioni di litio, occorre tenere a mente che non sono sostituibili a caldo e non rappresentano necessariamente un ricambio diretto per le batterie piombo-acido. Non solo: le batterie agli ioni di litio tendono a costare di più rispetto alle batterie tradizionali e possono avere un sistema di gestione più complesso, che va ad aggiungersi al costo iniziale.

#2 Riconoscere e prevenire gli hot spot del data center

La maggiore densità di potenza dei data center di oggi può fare miracoli in termini di efficienza e budget, ma potrebbe causare anche guasti nel sistema di raffreddamento e conseguenti blocchi del server disastrosi. Gli hot spot possono verificarsi se si spostano o si aggiungono apparecchiature senza considerare la capacità di raffreddamento del data center e tale pericolo può anche passare inosservato fino al manifestarsi di gravi danni.

Per trovare degli hot spot a basso costo, gli esperti consigliano di montare pannelli con nastri colorati e termosensibili atti ad indicare la temperatura dell’aria in ingresso vicino alla parte superiore, centrale e inferiore di ogni rack (o davanti alla maggior parte delle componenti hardware vulnerabili se il budget è limitato). Le sonde di temperatura e umidità rappresentano un’altra opzione che può offrire in tempo reale visualizzazioni grafiche della temperatura del data center. Per simulare un impianto e testare le capacità di raffreddamento, è consigliabile anche combinare i modelli di fluidodinamica computazionale del flusso d’aria con le visualizzatori delle sonde. Utilizzare la fluidodinamica computazionale, con la creazione di un modello 3D del data center, è il modo migliore per prevenire i guasti di raffreddamento.

#3 Misurare accuratamente l’efficienza con nuove metriche

La Green Grid ha introdotto la metrica Power Usage Effectiveness (PUE) quasi 10 anni fa. Da allora, la tecnologia dei data center si è evoluta in modo significativo, rendendo il PUE non più sufficiente a misurarne con precisione l’efficienza. Oggi occorre utilizzare metriche più dettagliate basate su una serie di nuovi parametri. Un esempio? La produttività energetica dei data center misura la quantità di lavoro utile che il data center produce per watt di energia consumata.In questo caso, il parametro “lavoro utile” viene definito dall’utente: una società di retail, per esempio, può definire il lavoro utile come il numero di vendite.

L’obiettivo di questa metrica è di minimizzare il consumo di energia e massimizzare lavoro utile. Un’altra metrica utile a misurare l’efficienza dei data center è il Performance Indicator (PI), rilasciato dalla Green Grid già nel giugno del 2016. Questa metrica descrive la Power Usage Effectiveness, la conformità e la resistenza termiche dell’IT. Il PI può essere utilizzato per comprendere se l’hardware viene raffreddato in modo affidabile, per valutare l’efficienza della struttura e per comprendere come uno dei fattori influenzi l’altro. Il PUE, dunque, rimane ancora la base per la valutazione dell’efficienza, ma nuove metriche come il PI possono contribuire a migliorare la gestione del data center, tenendo in considerazione una rosa maggiore di parametri.

#4 Aumentare l’efficienza con la gestione dei cavi

Un altro modo in cui alcuni team IT involontariamente sprecano risorse quando si tratta di manutenzione dei data center è un cablaggio mal gestito. L’irrazionalità conseguente a una progettazione addizionale o non pianificata correttamente, infatti, non solo porta alla creazione di calore ma, in qualche caso, funge da barriera, arrivando a fermare il flusso di aria di raffreddamento nel plenum sotto il pavimento, facendo così salire i costi e causando potenziali tempi di inattività. Per avviare il processo di pulizia, gli esperti consigliano di utilizzare uno strumento DCIM (Data Center Infrastructure Management) per fare un inventario completo, dai server e gli switch passando per gli hub di rete e le attrezzature supplementari. Con lo strumento DCIM, è possibile effettuare simulazioni su possibili layout per determinare quali sia il design più efficace o analizzare il layout del cablaggio corrente per identificare quali cavi non siano più in tensione.

Queste attività possono aiutare a fare pulizia senza creare alcuna interruzione accidentale. Un altro approccio prevede invece di implementare il cablaggio interamente strutturato, che può essere sia sotto che sopra il pavimento. Secondo gli esperti, la canalizzazione sopra al pavimento si rivela la scelta migliore, poiché il cablaggio sotto al pavimento potrebbe limitare l’accesso ai cavi. Inoltre, sarebbe opportuno etichettare e colorare i cavi per identificarli facilmente, oltre a tagliarli ognuno della lunghezza desiderata senza annodarli. Un altro tipo di approccio, più radicale, funzionale ma anche più costoso, prevede invece di costruire un data center utilizzando il modello su più livelli, che separa le strutture in quattro categorie in base alla loro disponibilità.

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