RCS MediaGroup, servizi multimediali in nearshore

Focus sui servizi editoriali digitali per soddisfare le esigenze dei lettori/clienti nel momento in cui si manifestano: è la trasformazione in corso nel primo gruppo editoriale italiano, raccontata dal Cio del Gruppo, Umberto Tonelli, che per garantire agilità di sviluppo, velocità di intervento e ottimizzazione dei costi ha optato per un modello di esternalizzazione delle attività di application management affidandosi a Fincons Group

Pubblicato il 09 Ott 2014

Oltre 70 siti web, più di 100 app, oltre due milioni di stream-view giornalieri, migliaia di post e tweet quotidiani, oltre 18 milioni di fan iscritti ai social e community del Gruppo, gaming, e-commerce, oltre 300 servizi multimediali attivi sulle diverse piattaforme digitali (dal classico pc, ai tablet, agli smartphone): la Direzione Sviluppo Digitale di RCS MediaGroup rappresenta il cuore di quell’innovazione editoriale sulla quale il gruppo editoriale milanese si è impegnato secondo le sue linee guida strategiche del Piano per lo Sviluppo 2013-2015. Un Piano che vede nello sviluppo e potenziamento dell’offerta di prodotti editoriali digitali lo snodo primario per approcciare un lettore che, nel giro di pochi anni, ha subìto una vera e propria mutazione, trasformandosi in un utente di servizi multimediali fruiti ovunque egli si trovi e con i più diversi dispositivi, e per affrontare la crisi del mercato editoriale tradizionale cogliendo le opportunità di quella digitalizzazione pervasiva che contraddistingue oggi la società.

RCS si è dunque inserita con convinzione in questa rivoluzione digitale, tanto da indicare tra gli elementi chiave del Piano “l’evoluzione della logica di produzione, che sarà basata sulla creazione di contenuti di elevata qualità nativamente digitali”.

Umberto Tonelli, Cio di RCS MediaGroup

E se da un lato il lettore è cambiato, dall’altro, altrettanto forte è l’impatto che la digitalizzazione ha sull’offerta pubblicitaria: non più un advertising basato su banner o numero di pagine viste, bensì advertising multi-device e multi-media, con una profilazione approfondita dell’audience e l’erogazione di servizi correlati che vanno dal marketing all’e-learning.

Una trasformazione, quella di RCS, già iniziata da molto tempo, come ricorda Umberto Tonelli, Cio di RCS: “È importante sottolineare il concetto di multimedialità perché i nostri lettori/clienti si muovono su più canali, scegliendo quello che in quel momento risulta più funzionale ai propri scopi; ed è questa la logica che ha guidato un processo di trasformazione iniziato ormai da molti anni e nel quale la tecnologia ha assunto un ruolo decisivo”.

Quindi, se fino a qualche anno fa i contenuti erano pensati prevalentemente per una fruizione tramite pc, oggi parliamo di contenuti multipiattaforma, dove, in particolare, il ruolo delle piattaforme mobili e dei contenuti video è strategico. “È chiaro che in un approccio di questo tipo, la funzione che gestisce la leva tecnologica assume un ruolo centrale nella definizione, implementazione ed erogazione dei prodotti/servizi digitali. Come Ict siamo quindi coinvolti fin dalla fase iniziale della progettazione dei prodotti/servizi, nella definizione delle architetture/piattaforme a supporto, in quella dei business case, nella gestione e implementazione dei progetti realizzativi e, infine, nel presidio applicativo e infrastrutturale una volta industrializzati”, spiega Tonelli.

Application management in nearshore

Composta da 70 persone interne e numerosi collaboratori esterni che vengono di volta in volta coinvolti in progetti specifici, la divisione IT di RCS, parte della più ampia Direzione Sviluppo Digitale, è suddivisa in tre aree principali: la prima, di product technology, si occupa dello sviluppo e della gestione di tutti i prodotti online e offline del Gruppo; la seconda, relativa alle soluzioni enterprise, è focalizzata su business intelligence, ERP, gestione Hr ecc.; la terza riguarda gli aspetti infrastrutturali, dalla gestione del data center alla rete.

Come gestire un business di questa portata? “La scelta fino ad ora portata avanti in ambito IT – risponde Tonelli – è stata quella di mantenere all’interno le risorse con competenze chiave in grado di guidare l’evoluzione, la progettualità e la gestione dei servizi; e affidarci a partner esterni nella gestione delle attività di sviluppo ed erogazione dei servizi di manutenzione e presidio. Questo ci permette di mantenere all’interno tutti gli skill necessari per il completo controllo della tecnologia, combinandolo con una flessibilità, anche di costo ma non solo, nell’esecuzione ed erogazione delle attività operative”.

La scelta di esternalizzare alcune attività IT, in RCS MediaGroup è stata dunque compiuta da tempo in diverse aree tecnologiche e, due anni fa, è stata estesa, per le attività di application management, a quella che è diventata una delle attività core dell’azienda: l’area digitale. “In fase di completa rivisitazione e consolidamento dell’area digitale, anche nel numero dei fornitori coinvolti, ci si era prefisso di ottenere dei saving nelle attività di sviluppo digitali, affiancati comunque a un modello che permettesse di mantenere flessibilità, velocità di esecuzione e qualità del software rilasciato, elementi fondamentali nelle attività di sviluppo e presidio di questa area”, spiega il Cio, che precisa come la coniugazione di tutti questi elementi abbia trovato la risposta più valida in una esternalizzazione in nearshore, concretizzatasi con la partnership siglata con Fincons Group (la cui collaborazione in altri ambiti con RCS risale al 2006) per l’adozione di un modello che si basa su due componenti:

Governance on site per la gestione del servizio e le attività di gestione dei progetti. Un team del Gruppo Fincons opera direttamente presso RCS, dialogando con il service manager dell’azienda e con i diversi demand manager che si occupano dei brand dell’azienda, per indirizzare le tematiche di gestione dei requisiti e progettuali.

Software factory presso il Delivery Center di Bari per le attività di sviluppo applicativo. Il team Fincons di sviluppo remoto (presso il Competence Center) garantisce flessibilità e scalabilità della capacità produttiva, insieme all’elevata qualità del software ed è affiancato da una piccola componente di risorse on site che si occupano di interventi evolutivi o correttivi da realizzare in tempi rapidi.

In caso di necessità, è inoltre possibile costituire un Team di Fast Reaction con le risorse ritenute più idonee per la risoluzione di problematiche specifiche, una sorta di “unità di crisi” che viene costituita per indirizzare e risolvere nel modo più efficace e veloce possibile le eventuali criticità.

Il partner giusto garantisce risultati quantificabili

“La scelta di collaborare con Fincons Group – afferma Tonelli – è avvenuta dopo un processo di selezione che ha coinvolto i principali player di mercato e che ha portato alla selezione finale di due fornitori tra cui, appunto, il Gruppo Fincons. La scelta è dipesa da una serie di fattori tra cui il modello proposto, il giusto mix di flessibilità e strutturazione nell’approccio alla governance del servizio, gli skill delle risorse chiave e ovviamente il costo complessivo del servizio. Il progetto ha avuto un avvio veloce, con un periodo di transizione di tre mesi di phase out/in tra i fornitori in uscita e Fincons Group”.

La collaborazione con un partner di qualità ha dato rapidamente frutti concreti: “Ad oggi si confermano i vantaggi che ci aspettavamo con questa scelta e che evidenziano come il nearshore sia un giusto modello, almeno per RCS MediaGroup, per raggiungere obiettivi di valore e risultati, mantenendo l’efficienza nella struttura di costi. Qualche esempio concreto: la riduzione di circa il 30% dei running cost combinata a un modello di flessibilità che ci permette di rispondere in tempi estremamente brevi a richieste progettuali come un restyling completo della home page dei nostri siti (tre settimane), oppure di supportare le attività dei giornalisti della redazione online coinvolti, per esempio, in qualche evento sportivo dall’altra parte del mondo, come è capitato in occasione degli ultimi Mondiali di Calcio, dove abbiamo potuto creare presidi aggiuntivi a supporto delle redazioni sportive in tempi brevissimi”, conclude Tonelli.

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