ROMA – Un fornitore tecnologico a tutto tondo impegnato a tessere le collaborazioni per sviluppare soluzioni verticali, adatte ai mercati dell’Europa e dell’Italia.
Questa è Huawei dalla vetrina dell’evento Eco-Connect Europe 2018 che si è tenuto nei giorni scorsi a Roma, occasione scelta dall’azienda per parlare dell’evoluzione di reti e sistemi d’impresa, mostrare esperienze e soluzioni sviluppate con partner. “Tessere di una digitalizzazione che andrà oltre quanto visto con le attuali capacità di telefonia-dati – ha spiegato Vincent Pang, presidente per la West european region di Huawei –, in cui tecnologia 5G, IoT, cloud e AI porteranno ulteriori cambiamenti nel business, nella gestione delle risorse, nella vita in città”.
Innovazione che per essere “messa a terra” ha bisogno non solo della tecnologia, ma della cooperazione tra soggetti diversi. Sui temi del 5G e delle Smart City, Huawei ha tessuto in Italia collaborazioni con il Ministero dello Sviluppo Economico, centri di ricerca universitari e 28 partner industriali (tra i quali TIM, Fastweb e Vodafone). Un impegno che a livello europeo coinvolge circa 1600 partner, vede Huawei impegnata a supportare lo sviluppo congiunto nei laboratori OpenLab e i roadshow tecnologici in 10 Paesi. Ai due laboratori OpenLab già esistenti a Monaco (dedicato alle tecnologie per smart manufacturing e smart city) e Parigi (per le applicazioni IoT per l’industria automobilistica) si aggiungeranno altri tre entro la fine del 2021, con un investimento totale previsto di 50 milioni di dollari.
5G e la prospettiva dei nuovi servizi per imprese e cittadini
Un tema centrale nell’evoluzione delle comunicazioni mobili è oggi rappresentato dal passaggio al futuro standard 5G. Liang Hua, chairman del board of directors Huawei ha indicato nella lotta contro il rumore elettromagnetico la principale sfida per l’evoluzione delle comunicazioni.
A partire dal 1948 quando lo scienziato americano Claude Shannon ha introdotto le teorie matematiche per la codifica delle trasmissioni, gli algoritmi hanno consentito velocità e qualità sempre maggiori, fino agli attuali codici polari usati dal 5G, inventati nel 2008 da Erdal Arıkan, professore della Bilkent University di Ankara ospite d’onore all’evento Huawei.
Tecnologie grazie alle quali il G5 promette maggiore affidabilità nelle comunicazioni in movimento, larga banda e bassissima latenza a vantaggio degli impieghi che richiedono il real time: nel settore dei trasporti, dell’automazione industriale e della realtà aumentata.
Capacità che valorizzano le potenzialità dell’IoT e dei servizi di cloud in nuove applicazioni. Il 5G promette di dare una svolta, per esempio, ai sistemi di guida automatica, abilitando l’integrazione dei dati tra i sistemi di bordo di più veicoli con le infrastrutture fisse su strade e incroci, superando i limiti della percezione umana nel singolo veicolo. Mario di Mauro, chief strategy innovation e customer experience officier di TIM, parla di una roadmap 5G già definita: “Abbiamo pianificato investimenti per 2,4 miliardi di euro e avviato progetti pilota a Torino e Bari. Servirà in ogni caso molto impegno per tradurre la tecnologia nel valore economico e sociale che promette“. Tra le applicazioni citate dal manager c’è il monitoraggio delle infrastrutture e del territorio con droni, ma anche l’interconnessione di sensori IoT su linee di produzione (un progetto realizzato da TIM in collaborazione con Comau). “Vedremo applicazioni anche a misura di PMI per gestire palazzi, parcheggi e servizi nelle citta”, precisa il manager.
Anche Francesco Del Pizzo, executive chairman di Areti (Gruppo Acea) ritiene 5G importante, “Per la migliore gestione dell’energia e dei servizi ai cittadini. Energia e smart city sono i driver per gli investimenti in cui ci siamo impegnati per 400 milioni di euro. L’accordo con Huawei ci aiuterà a sfruttare meglio gli asset delle centrali e delle reti, ampliando le sinergie con il settore pubblico e gli operatori telco”.
Sistemi e servizi per l’innovazione delle imprese
Huawei ha portato a Eco-Connect Europe 2018 la gamma dei sistemi data center, completata con componenti storage all-flash (nuove unità che impiegano chip e SSD fabbricati dalla stessa società) e con aggiornamenti alle soluzioni integrate FusionCloud, progettate per equipaggiare installazioni aziendali di cloud privato e ibrido.
Sul fronte della governance IT, Huawei ha mostrato la piattaforma intelligente Atlas, progettata per integrare il data center con gli edge remoti non presidiati. Si affianca a STaaS per la governance automatizzata in logica on demand dei dati progettata per facilitare l’integrazione delle risorse NAS e SAN locali con quelle fornite da cloud esterni per i compiti operativi e di disaster recovery. Sul fronte delle reti intelligenti, la società ha portato a Roma le soluzioni di Intent Driven Network (IDN) già presentate lo scorso giugno al Cebit di Hannover, caratterizzate da capacità di AI e ML (erogate dall’esterno in cloud) per analizzare i log degli apparati, anticipare e risolvere i problemi della gestione. Capacità che Huawei ha portato dai prodotti per il mondo telco a quelli d’impresa, estese alle soluzioni per connessioni interne ai data center e SD-WAN. Sul fronte della collaborazione aziendale, il colosso cinese ha lanciato la nuova famiglia di soluzioni di collaborazione e telepresenza CloudLink dotata di funzioni intelligenti per il controllo vocale, riconoscimento facciale e inseguimento.
Per sviluppare il mercato delle soluzioni d’impresa al pari di quello carrier e service provider il vendor conta sull’appoggio di partner internazionali (una collaborazione con Microsoft per offrire soluzioni all-flash nell’ambito delle opzioni Azure Stack per il cloud ibrido) e locali (con TIM per l’offerta di servizi di rete dinamici SD-WAN). L’operatore telco Retelit ha testimoniato all’evento il valore della partnership con Huawei nel cloud ibrido. “Applicazioni cloud, di IoT, servizi in aree locali richiedono di ‘mettere l’intelligenza’ più vicino alla rete – ha spiegato Luca Cardone, chief marketing officier di Retelit –. Per questo abbiamo creato con FusionCloud una piattaforma di supporto per ecosistemi multicloud, adatta sia alle nuove applicazioni sia alle migrazioni in ambiente virtuale privato delle applicazioni legacy che per ragioni di riservatezza dei dati o di costo non è conveniente mettere nel cloud pubblico”. La scelta della piattaforma Huawei da parte di Retelit trova motivazione nel rispetto degli standard aperti: “visione che condividiamo e che ci permette di collegare nel nostro marketplace i servizi di altri cloud provider che usano lo standard OpenStack, dando al cliente un’unica console di gestione”. L’infrastruttura sarà utilizzata da Retelit per erogare servizi di ERP, database, sviluppo software, e-commerce e disaster recovery.
Soluzioni per le città e i trasporti intelligenti
Le smart city rappresentano un terreno dove Huawei mette in gioco differenti competenze tecnologiche ed esperienze già fatte in Cina, Germania e anche in Italia (un progetto pilota a Cagliari, realizzato in collaborazione con CRS4). Huawei ha presentato all’evento una soluzione di Intelligent Operation Center (IOC) per accedere, navigare e consolidare i dati provenienti da decine di migliaia di sensori e telecamere sul territorio. Il sistema ricava informazioni di sintesi (e all’occorrenza di dettaglio) in tempo reale sullo stato della città, integrando call center, comunicazione voce e video a supporto dei centri operativi che gestiscono servizi comuni e d’emergenza. In collaborazione con vari partner, Huawei ha presentato soluzioni per il retrofitting telematico dei vecchi misuratori d’energia (con Q-loud), soluzioni per l’illuminazione stradale intelligente (Eluminocity) e di sensoristica applicata alla gestione dei rifiuti urbani (Zolitron). Con il nome di Mobile Datacenter (MDC), Huawei ha infine mostrato un hardware integrato a basso consumo e bassa latenza progettato per le applicazioni a bordo dei veicoli. In linea con le prospettive d’evoluzione della mobilità pubblica e privata nelle città, MDC integra le primitive ‘open software’ per aiutare i costruttori di mezzi a sviluppare sistemi d’assistenza e di guida intelligenti. Su questo fronte Huawei vanta collaborazioni e realizzazioni con Audi, Mercedes e PSA).
Le carte di Huawei nel mercato italiano
“Spesso non siamo i primi nel proporre nuove tecnologie, ma abbiamo capacità R&D e di realizzazione per recuperare e andare oltre – spiega Daniele Mantovani, CTO di Huawei Enterprise BG, portando l’esempio delle SD-WAN, un ambito dove l’azienda non era presente, e in un anno, ha riallineato le proprie soluzioni con l’offerta del mercato. “Non compriamo aziende, non abbiamo componenti differenti da integrare, seguiamo vision di medio e di lungo periodo che ci consentono continuità di intenti e aggiornamenti”. Mantovani vanta le capacità dell’azienda nello sviluppo delle tecnologie di base: “Portiamo nelle soluzioni di rete aziendali le capacità che abbiamo sperimentato nel mondo telco. Huawei è tra i 4-5 costruttori al mondo di chip, memorie stato solido e tecnologie ottiche per le trasmissioni in fibra”. Sul fronte commerciale, Mantovani parla di un raddoppio del numero di persone (oggi circa un centinaio) dedicato in Italia a seguire progetti e prevendita nel mercato d’impresa. “Assieme al mercato dei terminali consumer, i prodotti per le imprese hanno contribuito alla crescita del 30% registrata nell’ultimo anno, a fronte di un mercato carrier sostanzialmente stabile”. Le paure americane ad affidare le infrastrutture critiche a un’azienda cinese non hanno riflessi in Europa: “Stiamo andando molto bene nelle gare che riguardano le infrastrutture per la PA europea, non ci risultano riserve da parte di enti pubblici o aziende nell’usare nostre infrastrutture attraverso i principali operatori di telecomunicazioni”, precisa Mantovani. Dallo scorso anno l’azienda si è dotata in Italia di un’organizzazione di territory account manager che operano a livello locale nello sviluppo di progetti e POC presso clienti oltre che nella creazione delle relazioni con i partner commerciali. Si affiancano solution manager specializzati nei settori del networking, dei data center (server, storage e virtualizzazione) e per le soluzioni di unified collaboration e comunication.