Tradizionalmente l’It, per supportare le richieste del business, è intervenuto investendo in nuove capacità tecnologiche generando però nel tempo un over-provisioning dei sistemi (con conseguente sotto utilizzo delle potenziali capacità complessive delle infrastrutture) nonché una proliferazione di piattaforme disomogenee. Le prime iniziative di virtualizzazione, benché utili sotto l’aspetto della dinamicità nei tempi di risposta dell’It al business, hanno portato a nuove ‘isole’ per la gestione delle quali è aumentata la complessità. Rigidità e complessità gestionale non possono più essere tollerati laddove il data center diventa il centro nevralgico da cui si erogano servizi di business e si supportano processi sempre più digitalizzati.
“Uno dei modi per ‘smontare’ i silos è stato quello di richiedere al mercato dell’offerta infrastrutture che fossero tra di loro in grado di convergere”, sottolinea Stefano Mainetti, co-direttore scientifico dell’Osservatorio Cloud e Ict as a service della School of Management del Politecnico di Milano durante il secondo Tech Webinar dedicato al tema Software Defined Data Center [inserito all’interno del progetto editoriale che ZeroUno dedica al tema della Data Center Transformation – ndr]. “La prima ‘era’ dei sistemi convergenti lascia tuttavia aperta un’importante complessità, quella della gestione dei sistemi dato che, benché a livello infrastrutturale vi sia integrazione e convergenza, ogni stack è controllato e governato dal ‘proprio’ software di gestione messo a disposizione dal singolo vendor. Ci si sta allora spostando verso i nuovi sistemi, iper-convergenti i quali possono essere gestiti da un unico software”.
I sistemi iper-convergenti sono ormai pronti a supportare un ampio spettro di workload di tipo enterprise, garantendo significativi benefici dal punto di vista operativo. “La chiave di volta sta indubbiamente nella standardizzazione – prosegue Mainetti -, dato che parliamo di appliance che racchiudono capacità computazionale x86, network e storage racchiusi in un unico chassis (ove la scalabilità avviene dinamicamente con la semplice aggiunta di moduli) con un modello di governance unificato basato su un unico software di gestione”.
Per riuscire ad andare a fondo, nel cuore tecnologico dei sistemi iper-convergenti, durante il Tech Webinar abbiamo preso ad esempio i sistemi oggi proposti al mercato da Simplivity, azienda che ha sviluppato una piattaforma di governance per sistemi iper-convergenti basati su standard x86 e risorse cloud (OmniStak Data Virtualization Platform) nonché appliance iper-convergenti (OmniCube) i cui cardini tecnologici, così come illustrato e dimostrato anche attraverso una demo live da Giampiero Petrosi, solutions architect dell’azienda, sono:
- efficienza dei dati: il file system Simplivity consente di duplicare, comprimere e ottimizzare i dati all’interno delle risorse storage allocate all’interno dell’appliance; anche durante le operazioni di backup o ripristino, l’algoritmo consente di mantenere il dato compresso non intaccando dunque le performance infrastrutturali;
- gestione unificata: la garanzia di una gestione di tutte le risorse da un’unica console arriva dal fatto che tutte le risorse virtualizzate possono essere controllate direttamente dall’hypervisor, quindi dal software di gestione delle macchine virtuali (non serve aggiungere un ulteriore livello software di gestione, si fa tutto direttamente dall’hypervisor);
- protezione dei dati: anche in questo caso, tutti i processi di backup e ripristino, piuttosto che quelli di sincronizzazione per High Availability, Disatser Recovery, Business Continuity sono gestiti centralmente a livello di hypervisor”.
Il punto focale risiede nella capacità del software di gestire tutte le politiche di controllo e allocazione delle risorse infrastrutturali su cui poggiano i servizi It erogati al business: l’infrastruttura iper-convergente come risposta di semplificazione, il software defined come risposta di flessibilizzazione dei sistemi e accelerazione dei servizi.