ZeroUno: Condivide le priorità per la digitalizzazione della Pubblica amministrazione individuate dal Commissario di governo Francesco Caio?
Stefano Quintarelli: Certo si potrebbe fare di più e prima in un mondo ideale. Ma in quello reale condivido l’impostazione di Caio di definire delle priorità, non in termini di servizi ma di infrastrutture, prima fra tutte l’identità digitale che Caio, in un recente convegno di Confindustria, ha riconosciuto derivare da un mio lavoro.
Ancor prima dell’insediamento del nuovo governo avevo dichiarato in un’intervista che la prima attività da svolgere (non in ordine temporale, ma di rilevanza) fosse il sistema di autenticazione. Il sistema pubblico di identità, il cosiddetto Spid (Sistema Pubblico di IDentità) è prioritario in quanto consente di realizzare tutti gli altri servizi da parte delle pubbliche amministrazioni, che richiedono l’identificazione, che necessitano di una chiave di deduplicazione, un nome utente e una password riconducibile al singolo individuo.
Il sistema di identificazione nella fase iniziale (enrollment) è particolarmente complesso e costoso (spesso più del servizio offerto) sia per il cittadino sia per l’amministrazione, che deve poi provvedere anche alla manutenzione. Basti pensare al sistema complesso per l’attribuzione del Pin delle tessere sanitarie su smart card. Un sistema di autenticazione sicura degli utenti consentirebbe alla Pa di mettere facilmente a disposizione su web i data base di cui dispone. Indispensabile anche l’anagrafe digitale per potersi interfacciare con gli archivi analogici delle amministrazioni. La terza bella idea è la realizzazione dei sistemi pagamento on line per attuare la digitalizzazione dei servizi.
ZeroUno: Per realizzare questi obiettivi sono necessari provvedimenti legislativi?
Quintarelli: Serviranno certamente disposizioni legislative e regolamenti attuativi della parte tecnica, fra i quali serve un bilanciamento. Va evitato, come è accaduto in passato, di inserire all’interno di una norma primaria caratteristiche tecniche che vengono superate rapidamente dall’evoluzione della tecnologia. Queste ultime saranno di competenza dell’Agenzia per l’Italia Digitale, che dovrà indicare anche gli standard e i protocolli.
Per riassumere: il Governo emetterà i decreti della Presidenza del Consiglio su principi e meccanismi di funzionamento, lasciando la parte tecnologica e implementativa all’Agenzia.
ZeroUno: L’attuale struttura, che vede un Commissario del Governo a tempo e un’Agenzia con poche risorse oltre al Direttore, è adeguata se si vuol far percepire la strategicità della digitalizzazione per la ripresa?
Quintarelli: Ritengo che per questo incarico sarebbe più appropriato un sottosegretario altrettanto competente di Caio anche sul terreno tecnico, che dovrebbe proseguire il lavoro di riunire le competenze sparse iniziato dal governo Monti. Il governo Letta ha continuato nell’opera mettendo l’Agenda digitale sotto la Presidenza del Consiglio e dotandosi di una persona competente anche sul piano tecnico, come Caio.
Per fare aumentare la consapevolezza delle strategicità della digitalizzazione è fondamentale l’impegno dei vertici. Se il Presidente del Consiglio dà il buon esempio tutto il resto segue, ma, in ogni caso, serve anche un’opera di fertilizzazione dal basso in cui tutti dobbiamo impegnarci.