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SQL Server Migration: come e perché effettuare la transizione

Sfide e vantaggi per le imprese che affrontano l’upgrade di versione del sistema e la migrazione da SQL Server on-premise al cloud Azure

Pubblicato il 02 Feb 2024

SQL Server Migration

SQL Server, il sistema sviluppato da Microsoft per la gestione di database relazionali, ha raggiunto un’ampia popolarità tra le imprese di tutto il mondo. Dal suo primo lancio nel 1989, si è evoluto nel tempo attraverso molteplici updates e versioni, molte già arrivate al fine-supporto. Ecco perché, come asset strategico, deve essere correttamente aggiornato per rispondere alle esigenze aziendali in divenire.

Sempre più spesso, infatti, le organizzazioni necessitano di piattaforme dati flessibili, sicure e performanti per valorizzare il proprio patrimonio informativo. Le migliorie tecnologiche apportate progressivamente a SQL Server hanno cavalcato queste direttrici e oggi il sistema può avvalersi dei benefici del cloud attraverso Azure.

Ma come possono le aziende effettuare gli upgrade di versione o addirittura passare all’utilizzo as-a-service, minimizzando i rischi e massimizzando i risultati della transizione? Present ha colto la sfida lanciando SQL Server Migration Consulting Service, con l’obiettivo di supportare i clienti nell’aggiornamento del sistema e nel trasferimento di database e istanze.

Le criticità di un sistema SQL Server obsoleto

“Un sistema SQL Server obsoleto – chiarisce Alessio Brasili, Senior Delivery Manager di Present – presenta una serie di criticità con impatti significativi sulle operazioni aziendali, minando l’efficienza e la sicurezza dell’infrastruttura IT nel suo complesso”.

Innanzitutto, le problematiche associate all’obsolescenza si traducono in alta vulnerabilità e degrado delle performance, poiché i vecchi sistemi non godono delle patch di sicurezza e delle ottimizzazioni introdotte con le release più recenti.

“Utilizzando una versione obsoleta – prosegue Brasili – le aziende espongono i team di sviluppo a forti limitazioni funzionali, quando devono progettare nuove applicazioni. La mancanza di funzionalità avanzate e aggiornamenti rappresenta un vincolo tecnologico, anche in termini di interoperabilità. Ad esempio, il mancato supporto a nuovi protocolli e standard di settore può limitare l’implementazione di soluzioni integrate”. Inoltre, gli SQL Server datati possono risultare non conformi alle vigenti normative di settore o di sicurezza, esponendo le aziende al rischio di sanzioni per mancata compliance.

Alessio Brasili, Senior Delivery Manager di Present

“Infine – aggiunge Brasili – la gestione di un sistema obsoleto può comportare spese di manutenzione elevate. Vista l’assenza di un supporto ufficiale Microsoft, aumentano le probabilità di interruzioni improvvise e downtime prolungati, con relativi costi. Dunque la capacità di rispondere alle emergenze e mantenere la continuità operativa è compromessa”.

SQL Server Migration: i punti chiave

Insomma, la SQL Server Migration è fondamentale per garantire sicurezza, efficienza e resilienza, ma richiede una valutazione oculata dell’infrastruttura esistente e delle necessità aziendali. Solo così sarà possibile realizzare rapidamente un progetto efficace, tenendo sotto controllo i costi.

“Present – spiega Brasili – ha sviluppato un servizio per supportare le imprese pubbliche e private nella migrazione di database e istanze SQL Server, procedendo a un upgrade di versione del sistema o alla transizione verso Azure Cloud. I nostri tecnici specializzati offrono un’assistenza a 360 gradi durante tutte le fasi del processo, dall’assessment alla pianificazione fino alla migrazione e ottimizzazione della base dati, con successivo stadio di Go live & Support”.

Il flusso procedurale previsto dal servizio è schematizzato nelle Figure 1 e 2. La prima si riferisce al percorso di migrazione della base dati da sistema on-premise al cloud di Microsoft; la seconda invece attiene al processo di aggiornamento delle versioni di SQL Server.

Figura 1 - Processo di migrazione da SQL Server on-premise al cloud Azure di Microsoft
Figura 1 – Processo di migrazione da SQL Server on-premise al cloud Azure di Microsoft
Figura 2 - Processo di upgrade delle versioni di SQL Server
Figura 2 – Processo di upgrade delle versioni di SQL Server

In entrambi i casi, la fase di analisi iniziale gioca un ruolo fondamentale. “In un contesto di SQL Server Migration o Upgrade – afferma Brasili – il processo di assesment è determinante per il successo dell’operazione. Permette infatti di identificare eventuali criticità o limitazioni tecnologiche che potrebbero compromettere le prestazioni del server SQL. Così è possibile definire un piano d’azione correttivo, preparando il sistema all’aggiornamento. Inoltre, si possono intercettare eventuali opportunità di ottimizzazione delle performance, da implementare già in fase di upgrade o cloud migration”.

L’assessment fornisce inoltre un preventivo sui costi dell’aggiornamento per un decision-making informato e permette di valutare la conformità del progetto ai desiderata aziendali e ai requisiti di sicurezza. Infine, consente di individuare ulteriori margini di miglioramento per i processi interni che insistono sulla base dati.

I vantaggi della migrazione in cloud

Come puntualizza Brasili, se l’aggiornamento del sistema SQL Server è un’azione necessaria per scongiurare i rischi dell’obsolescenza, la transizione alla nuvola può essere un’opzione strategica decisamente conveniente.

“La migrazione in cloud – asserisce il manager – si rivela un investimento sagace per il futuro del business, perché permette di liberare il massimo potenziale nel processo di gestione dei dati. Grazie alla scalabilità delle risorse, la nuvola elimina le preoccupazioni legate alla capacità, garantendo prestazioni ottimali anche in periodi di picco. Inoltre offre soluzioni di sicurezza avanzate, tipicamente superiori all’on-premise, come protocolli di crittografia, monitoraggio continuo e certificazioni di conformità”.

Sul piano operativo, la nuvola permette un time-to-market delle applicazioni ridotto, grazie all’automazione del provisioning delle risorse e dei processi di configurazione.

“Se la migrazione in cloud dell’infrastruttura dati – afferma Brasili – può sembrare un percorso lungo e dispendioso, bisogna considerare che l’impegno finanziario iniziale viene ripagato dalla riduzione dei costi operativi, dall’eliminazione dei Capex e dalla manutenzione semplificata”.

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