Intervista

Il futuro del 5G in Italia secondo Colt

Opportunità che la transizione 5G può portare al Paese, uno degli snodi chiave per lo sviluppo e la crescita del Paese. Si dovranno però superare sia i ritardi accumulati nello sviluppo della larga banda sia quelli specifici relativi alla nuova tecnologia mobile. Ne parliamo con Mimmo Zappi, country manager di Colt

Pubblicato il 03 Mar 2020

5g image

Mimmo Zappi, Sales Director Enterprise Southern Europe & US e Country Manager Italy di Colt fa il punto sul concetto di larga e larghissima banda, ricordando che l’Italia è cresciuta molto degli ultimi anni raggiungendo una copertura del 90%, superiore alle media europea per la fascia 30 Mbit/s, mentre per la fascia superiore ai 100 Mbit/s il Paese è in affanno, con meno del 24% di copertura a fronte del 60% a livello europeo. Anche in termini di sottoscrizioni (penetrazione) c’è un miglioramento sulla fascia 30 Mbit/s nonostante l’Italia resti sotto la soglia europea (24% contro il 41%), mentre la penetrazione per la fascia superiore a 100 Mbit/s si raggiunge il 9% a fronte del 20% circa europeo.
“Questa situazione rappresenta una criticità e al tempo stesso un’opportunità per un operatore come Colt che punta a garantire connettività di valore, grazie a un servizio premium, ridondato, affidabile, con SLA definiti, ripristino dalle 4 alle 6 ore, h24, 7×7”, sottolinea Zappi. È questo il tipo di connettività di cui, a suo parere, gran parte delle imprese italiane ha bisogno per abilitare il business, come evidenzia anche la crescita a due cifre di Colt nei servizi a valore aggiunto nel 2019 e la previsione di sfiorare il 20% nel 2020.

“Siamo focalizzati sulla connettività per le medie e grandi imprese e le multinazionali senza altre distrazioni afferma il manager italiano – La connettività è il nostro core business e la banda larga il driver principale. Siamo convinti che tutte le trasformazioni tecnologiche in atto (big data, cloud, IoT, 5G…) comportano e sempre più comporteranno un massiccio utilizzo di banda”.
Colt ritiene di essere della partita in quanto player nel settore della connettività a larga banda B2B, con un’offerta di fascia superiore ai 100 Mbit/s, basata su una rete globale in 32 Paesi in 4 continenti, con connessioni che raggiungono oltre 29mila edifici e circa 900 data center, 51 reti metropolitane e 212 città interconnesse, fra cui Milano, Roma e Torino.

foto Mimmo Zappi
Mimmo Zappi, Sales Director Enterprise Southern Europe & US e Country Manager Italy di Colt

Cosa porterà il 5G

Pur non avendo una presenza nel mercato mobile né prevedendola al momento, Colt considera il 5G un driver di sviluppo strategico.
“Per sua intrinseca definizione la tecnologia 5G porterà grandissimi benefici in termini flessibilità, scalabilità, bassa latenza e molto altro”, spiega Zappi ricordando che questa tecnologia si baserà su piccole celle, distribuite sui territori in modo più capillare del 4G, che dovranno veicolare grandissime quantità di dati con elevata velocità di trasmissione. Le celle, ovunque saranno collocate, dovranno agganciarsi a un’infrastruttura di rete fissa capace di veicolare le informazioni verso i data center del provider, verso le applicazioni in cloud o le smart car, a loro volta connesse in una logica edge.
“Colt è pronta a fornire agli operatori di rete mobile servizi di backhaul 5G, basati su fibra ottica – aggiunge Zappi – Può farlo grazie a investimenti superiori a 500 milioni, realizzati negli scorsi anni per dotarsi di una infrastruttura globale di nuova generazione (100Gb ready), intelligente e costruita sui paradigmi software defined network, in grado di portare sulla rete meccanismi di scalabilità e autoapprendimento”. Con queste premesse Colt si considera uno degli operatori posizionati nel modo migliore per affrontare le sfide del 5G non solo verso mercato dei carrier ma anche per le imprese per le quali il 5G può rappresentare un vantaggio competitivo, nei più svariati settori.
L’Italia deve però superare il ritardo, accumulato nel 5G, nonostante la penetrazione del 4G sia superiore ai principali paesi europei”, sottolinea Zappi che indica fra le cause che stanno penalizzando gli operatori nazionali sia i prezzi folli pagati per le licenze sia gli asset regolatori, la frammentazione e la complessità dei procedimenti amministrativi, i limiti di legge sui campi elettromagnetici, molto più restrittivi rispetto ai grandi paesi europei.
“Come Colt puntiamo all’accelerazione del 5G che consideriamo un’opportunità per fornire il backhaul che sarà importante per far funzionare il 5G visto che la fibra sarà necessaria per connettere tutte le piccole celle – conclude – Se da una parte non vedremo la piena implementazione del 5G nel 2020, dovremmo almeno vedere molte più demo eseguite in tutto il mondo. Il 5G è un investimento costoso per i gestori wireless e ci vorrà del tempo per arrivarci, ma noi siamo pronti con la nostra fiber density e la nostra IQ Network”.

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