BARCELLONA – “Se le imprese tradizionali si trasformano in digitali, alle infrastrutture Ict serve trasformare l’architettura da centrata sulla tecnologia a orientata sull’esperienza utente”. Convincente il parallelo di Leon He, Presidente per Western Europe, Huawei, di un Enterprise Business Group (Ebg) “giovane e in forte crescita”. Partito nel 2012, il punto di forza di Ebg con le imprese è l’ultraventennale esperienza di rete del colosso cinese, che sfocia nella vision Agile Network. A questa si aggiunge la sinergia dell’“alleanza strategica Huawei-Microsoft” per soluzioni per data center di classe “open cloud, automatizzate, efficienti ed aperte, che migliorino le operazioni It, riducendone la complessità e aumentandone l’agilità”, dice He alla presentazione, durante lo scorso Gartner Symposium di Barcellona, dello switch per data center CloudEngine 12800.
La soluzione Huawei spiana la strada per una migrazione “morbida” al cloud da ambienti legacy ad ambienti a virtualizzazione avanzata, facendo da gateway di alta performance ad Hyper-V, l’ipervisore Microsoft, per la coesistenza tra ambienti virtualizzati e non. La rete aziendale deve superare difficoltà di “capacità elaborativa che può essere insufficiente, ubicazioni che possono rendersi indisponibili, tempi di servizio che possono diventare inaccettabili”, dice He. Ecco allora l’Agile Network di Huawei abilitare tre “dimensioni di agilità”: di servizio, di gestione operativa e di capacità evolutiva, ciascuna caratterizzata da “intelligenza, elasticità, consistenza, convenienza e apertura”. La capacità evolutiva conterà su un “change-on-demand network”, adattabile a servizi in rapida evoluzione; la gestione operativa agile garantirà esperienze di servizio consistenti tra utenze; l’agilità di servizio poggerà su una rete aperta a sostegno della trasformazione dell’impresa.
Come l’Agile Network abilita un “miglior servizio” (al business)? Lo spiega Steve Harrison, Network Architect, Huawei: “Ci siamo dati un’architettura a tre livelli, con una prospettiva user experience centrica, che supera quella tradizionalmente centrata sulla tecnologia”.
Il primo livello è l’intelligenza: un controller gestisce le risorse, wired o wireless, fisse o mobili, entro un dato dominio, il Campus. Il Campus è “service aware”, capisce la differenza tra una video conference e un file transfer per il backup di un laptop; gestisce il traffico da e per le risorse del suo dominio, in modo ottimale ai fini del servizio business di cui il traffico è vettore; garantisce a una specifica classe di servizio un’user experience persistente tra dispositivi e ubicazioni: il Ceo avrà la sua classe, che acceda da smartphone, tablet, laptop, dall’ufficio, da casa, dall’auto, dall’aeroporto. Al controller serve solo lavorare con “switch agili”, con cui costituisce una “Super Virtual Fabric” nei luoghi dell’utenza. Per l’amministrazione e la gestione rete, l’insieme delle risorse di “Campus” sono un unico dispositivo logico: il Tco scende.
Il secondo livello è la qualità del servizio, con la capacità di monitorare servizi individuali tra due punti end to end del network, per una reale consapevolezza di quale qualità di servizio e di esperienza si offre.
Il terzo livello è il network “orientato alla user experience”. Se un signore che lavora ad Amsterdam va in vacanza a Rio e da Rio deve accedere ogni tanto alla rete aziendale, le risorse cloud che servono si trasferiscono automaticamente al data center d’impresa a Rio più vicino; le policy di sicurezza e i diritti di accesso sono resi consapevoli del fatto che sta collegandosi da una location in un altro continente e con un fuso orario diverso e si adattano per la sua esperienza ottimale, secondo quanto il suo profilo consente.
Il network agile di Huawei mette al centro la user experience
Per i Data Center di nuova generazione, la proposta di valore Huawei è una “Open Cloud fabric” che abilita tre “dimensioni di agilità”: di servizio, di gestione operativa e di capacità evolutiva.
Pubblicato il 20 Mar 2014
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