La rete che abilita la virtualizzazione

Un’architettura in grado di abilitare la virtualizzazione e di essere più efficiente nel provisioning delle applicazioni e rispetto ai consumi energetici: con una semplice frase Massimo Ciocca, technology marketing manager data center e virtualization di Cisco Regione Mediterraneo, spiega la definizione di Cisco di Next Generation Data Center per andarla poi a declinare con la soluzione proposta dall’azienda

Pubblicato il 28 Set 2010

ciocca

Tutti parlano di data center di nuova generazione. Ma che cos’è un’infrastruttura It di questo tipo? La concezione di Cisco ce la spiega Massimo Ciocca, technology marketing manager data center e virtualization di Cisco Regione Mediterraneo. “Per noi, come per la maggior parte del mercato, un new generation data center è un’architettura in grado di abilitare la virtualizzazione e di essere più efficiente nel provisioning delle applicazioni e rispetto ai consumi energetici. La virtualizzazione è dunque il modello di riferimento ed è un concetto simile a quello di cloud. Rende meno importante sapere dove risiedano le risorse It: quello che conta per l’utente è la velocità di erogazione dei servizi, la sicurezza e la rapidità di installazione di nuove applicazioni. Per soddisfare queste esigenze, i responsabili It devono adottare un approccio globale di architettura”.
A proposito di It manager, alcuni analisti paventano i rischi di frizioni fra chi si occupa di server, storage e networking, poiché in un’architettura virtualizzata i confini tra questi mondi si modificano e confondono. “Sulla carta – risponde Ciocca – può essere così. In realtà questi tre mondi sopravvivono: quello che cambia è l’aspetto fisico. L’Unified Computing consente di aumentare il valore del lavoro del responsabile It, spostando il suo peso maggiore dal garantire le ridondanze nell’infrastruttura al miglioramento del supporto al business. La virtualizzazione consente di ridurre ai minimi termini le dimensioni dell’infrastruttura e di erogare più velocemente i servizi, che in questo caso sono virtual machine (Vm)”.
Quale tipo di architettura è in grado di abilitare al meglio questo modello? “Come dimostra un recente studio di Lippis Consulting – continua il manager di Cisco – un’architettura unificata a livello di rete consente di far comunicare in modo più efficiente ogni componente dell’infrastruttura, come server, storage, dispositivi di rete, e semplificare l’implementazione di soluzioni come virtualizzazione, disaster recovery, remotizzazione dei desktop”. L’evoluzione della rete a supporto della virtualizzazione di cui parla Lippis è quella sostenuta anche da Cisco, che prevede la convergenza della comunicazione tra le risorse hardware e software sulla tecnologia Ethernet. “Anche nell’high performance computing – sottolinea Ciocca – si è evidenziata in questi anni la problematica della complessità dovuta alla necessità di utilizzare diversi tipi di cablaggi: Ethernet, Fibre Channel per lo storage, Infiniband e così via. L’unificazione sul mondo Ethernet consente di creare un backbone potente, a 10 o 100 Gigabit, per fare comunicare più velocemente risorse situate anche all’interno di isole del complessivo sistema It. Non solo: utilizzando il Fibre Channel over Ethernet, in cui sono incapsulati i pacchetti Fibre Channel, per esempio, si può ridurre i numero degli switch e dei cablaggi”.
Lippis enfatizza anche l’importanza della crescita dell’intelligenza della rete, che permette di ottenere più flessibilità e affidabilità anche con strutture meno complesse di quelle tradizionali. “Nella virtualizzazione – spiega Ciocca – è importante poter spostare velocemente una Virtual Machine da un punto all’altro di un data center, o verso un data center remoto, senza perdere attribuiti come, per esempio, le policy di sicurezza. Nella nostra Unified Fabric questo avviene automaticamente: è la rete stessa ad abilitare la virtualizzazione”. Non c’è il rischio che per perseguire la massima integrazione i clienti si leghino troppo a un unico vendor? “Nell’Unified Computing – risponde il manager Cisco – abbiamo creato delle alleanze. Con VmWare e Emc abbiamo costituito la Virtual Computing Environment Coalition, da cui è nata la soluzione Vblock. Con VmWare e Netapp abbiamo sviluppato la Secure Multitenancy Solution. Cisco non vuole vivere nel data center da sola ma con altri partner. Il data center è complesso per natura, e così Cisco si attrezza per consentire di mettere insieme i vari pezzi necessari in un’ottica di architettura”.

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