L’agilità, di sviluppo e anche di business, è diventata un’esigenza e se già alcune aziende se ne erano accorte prima avviando un percorso per acquisirla, con la pandemia tutte le altre le hanno seguite adottando modelli di consumo as a service, validi anche per i sistemi di storage. Secondo IDC entro la fine del 2021 triplicherà la richiesta di infrastrutture on-premises fornite mediante soluzioni flessibili e il 75% delle aziende diventerà consapevole dei vantaggi dell’as-a-service quali ad esempio, nel caso dello storage, maggiore flessibilità, nessun impegno finanziario anticipato e zero tempi morti durante gli aggiornamenti
L’agilità del business parte dallo storage
È sempre più repentino il ritmo con cui il mercato richiede di proporre continuamente nuovi servizi o di adottare nuovi modelli di business adatti alle svariate esigenze degli utenti oltre che alle logiche di globalità, interconnessione e integrazione continua ora dominanti. Questa pressione subita dal business si trasmette direttamente all’IT che da un lato comincia a non essere più visto come un costo ma come una leva di crescita, ma dall’altro si scontra con dei limiti infrastrutturali da superare per poter rispondere alle nuove esigenze interne ed esterne.
Per realizzare applicazioni ed offerte agili e innovative, sempre più basate sui dati, servono sistemi di archiviazione altrettanto agili ed innovativi. La risposta è il modello as a service, la direzione intrapresa da questo mercato che sta cambiando proprio per accompagnare le imprese nella loro rapida evoluzione. Oggi lo storage deve infatti saper gestire e proteggere l’enorme quantità di dati business-critical generati, ottimizzare il tempo del personale IT e anche aumentare le proprie funzionalità usando AI/ML con l’obiettivo di abilitare la creazione di servizi flessibili, altamente scalabili ed elastici.
Lo storage come utility: i 5 principali vantaggi
Con un modello di business Storage as a Service (STaaS) gli utenti possono affittare risorse di storage offerte dai provider tramite abbonamento risparmiando grazie all’agilità della spesa operativa (OpEx) e pagando solo quando serve. In tal modo si evita l’acquisto di nuova capacità di storage estesa e basata solo su previsioni di crescita della propria attività, una spesa in conto capitale che può rivelarsi non solo elevata ma anche inutile.
Con i modelli STaaS lo storage viene gestito come OpEx, firmando un Service Level Agreement (SLA) con il fornitore e usufruendo poi di un processo interamente automatizzato per lo scale-up e lo scale-out delle esigenze di storage in base alla domanda, con una garanzia di performance e disponibilità 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
Dando la gestione ad una terza parte aumentano i costi diretti ma si evita l’over-provisioning e si inizia a concepire lo storage come una utility, beneficiando di numerosi vantaggi.
- Consumo di storage flessibile: la capacità di storage diventa elastica e disponibile al bisogno, carichi di lavoro inaspettati o picchi di utilizzo stagionali non impattano sui costi e si eliminano problemi di sottoutilizzo o di pagamento eccessivo.
- Pay-as-You-Go: al variare delle esigenze il modello as-a-service ha la flessibilità e l’elasticità per adattarsi e in fattura compare solo il costo del consumo effettivo.
- Hardware posseduto e gestito da terzi: è il fornitore di storage as a service che detiene il possesso dell’hardware ed effettua espansioni e aggiornamenti senza costi per il cliente.
- Nessun grande impegno finanziario iniziale: la portata e il prezzo dei progetti sono definiti basandosi sui risultati, non sull’hardware richiesto per fornirli.
- Zero tempi morti pianificati: non sono previsti tempi di inattività durante gli aggiornamenti e le espansioni che, anche se continui, non saranno più disruptive.
Pure as a service: un abbonamento all’innovazione
Proprio rispondendo al bisogno di agilità delle imprese e anticipando l’attuale diffusione di modelli as a service, Pure Storage ha confezionato una soluzione per lo storage che va oltre a tutto ciò e si distingue dagli altri modelli flessibili a consumo offrendo i vantaggi economici del cloud unitamente ai benefici dell’architettura Evergreen che permette di intervenire con espansioni e manutenzioni senza dover mai fermare i sistemi.
Per le aziende che ne colgono le potenzialità, si tratta di un vero e proprio abbonamento all’innovazione che garantisce massima trasparenza, l’elasticità di un vero cloud e la disponibilità di un Service Catalog con un’elevata granularità di servizi in grado di rispondere alle esigenze anche future delle aziende che possono contare sui vantaggi di Pure as a service per oltre 10 anni.
Se con questa soluzione sono i modelli di business alla base dell’infrastruttura di storage ad essere ridefiniti, il resto dell’esperienza di proprietà dell’IT viene trasformata grazie all’introduzione di Pure1 Digital Experience. Questa piattaforma di monitoring automatico guidato dall’AI offre alle aziende un potenziamento del controllo su capacità, performance e costi dello storage as a service consentendo di anticipare esigenze e acquisire risorse alle loro condizioni e nei loro tempi, oltre ad eliminare i rischi in termini di acquisti, protezione dei dati e soddisfazione dei clienti.
Da una gestione onerosa delle infrastrutture che prevedeva una pianificazione complessa e macchinosi processi di acquisto, si può quindi passare a una modalità automatizzata, self service e con SLA chiari da parte dei fornitori per avere utili riferimenti nel valutare i risultati.
Risolvere i problemi prima che accadano è uno degli obiettivi principali della piattaforma AIOps Pure1 che costituisce a tutti gli effetti anche un’unica interfaccia per la gestione di tutti gli array di storage da qualsiasi luogo, semplicemente con il browser web o l’app. Compreso in questo sistema di gestione dello storage self-driving di Pure c’è infatti anche un motore AI, Meta, che sfrutta il machine learning e i dati raccolti in tempo reale dall’insieme degli array connessi in cloud per identificare in modo proattivo i problemi e prescrivere risoluzioni ma anche per facilitare il deployment di nuove applicazioni e migliorare i data services mostrando dove eseguire i workload.
Questo significa dire definitivamente addio all’overprovisioning, agli eccessi di spese e a tempi di pianificazione e approvvigionamento, ormai totalmente inadeguati a quelli che sono oggi i ritmi del business, e che non permetterebbero al team IT di giocare quel ruolo strategico decisivo che ora inizia invece ad essergli riconosciuto.