Quella dei dischi a stato solido (Ssd – solid state drive) non è una tecnologia recente “ma si è dimostrata la più efficace a supporto di un trend dirompente, la mobility, che ha permesso a queste tecnologie di affrontare economie di scala tali da portarle all’interno delle aziende sotto forma di ‘sistemi complessi’ accessibili però a costi sempre più contenuti”. Parte da qui Francesco Casa, Manager of Storage Solutions di Ibm Italia, per descrivere l’evoluzione degli Ssd e
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la crescita esponenziale della tecnologia flash. “Le tecnologie tradizionali (Hdd – hard disk drive, memorie su supporto magnetico) avranno ancora una vita abbastanza lunga – è l’opinione di Casa – ma già oggi a prevalere è il modello ibrido dove nelle infrastrutture storage convivono sia tecnologie flash sia dischi magnetici e si andrà sempre più verso un modello all-flash dove ‘all’ significa che tutto l’array, compresi quindi server e network, sarà incentrato su questa tecnologia”.
Già oggi, infatti, attorno alla tecnologia flash si possono costruire interi sistemi ex-novo, gli Afa – All-Flash Array, “ossia sistemi storage completamente basati su tecnologia flash che hanno un ‘network-attached shared storage’ (San – Storage Area Network o Nas – Network-attached storage) gestibile via software che abilita la creazione di pool di capacità di più sistemi storage su una San, mediante la quale è possibile governare l’intero storage come risorsa unica, indipendentemente da dove siano realmente i sistemi e le risorse”.