Nuove versioni del software Purity e piattaforma flash di terza generazione. Pure Storage, società specializzata nel mercato dell’all-flash, collocata da Gartner tra le aziende leader nel Magic Quadrant 2020 per i Primary Storage Arrays, annuncia alcune importanti novità che saranno disponibili già nelle prossime settimane. In anteprima per ZeroUno ne abbiamo parlato con Umberto Galtarossa, Partner Technical Manager della multinazionale statunitense.
Dopo il lancio dell’anno scorso che, soprattutto per venire incontro alle esigenze delle organizzazioni alle prese con lo scenario pandemico, aveva visto l’offerta Pure as-a-Service come soluzione in abbonamento per evitare l’overprovisioning, adesso Pure Storage si concentra su una serie di innovazioni tecnologiche. Tutte le innovazioni, sia quella as-a-service che riguardano la modalità di business sia quelle di natura tecnologica, sono accomunate dalla medesima politica di manutenzione che si chiama Evergreen.
Le nuove versioni di Purity per le piattaforme di Pure Storage
“Il programma Evergreen – spiega Galtarossa -, oltre a permettere dei refresh infrastrutturali più semplici, fa sì che tutte le funzionalità odierne e di futura implementazione siano incluse nei dispositivi degli utenti. Gli annunci, perciò, vanno a proteggere gli investimenti dei nostri clienti, poiché descrivono il potenziamento della piattaforma FlashArray, che è il nostro storage “a blocchi”, e di FlashBlade, che è invece la piattaforma dedicata al mondo dei dati non strutturati o Unified fast file and object”.
In sostanza, le nuove versioni di Purity, il software di punta di Pure Storage per FlashBlade e FlashArray, prevedono un incremento delle prestazioni applicative, disponibilità continua dei dati e protezione avanzata. Caratteristiche che i clienti dell’azienda possono sfruttare immediatamente senza interruzioni o costi aggiuntivi. “Sulla piattaforma FlashArray – specifica Galtarossa – andiamo a fare un improvement dal punto di vista della flessibilità di accesso allo storage. FlashArray diventa così una piattaforma a tutto tondo in file storage completamente all-flash per poter servire meglio i classici use case dei nostri clienti”.
Maggiori casi d’uso e sicurezza aumentata con le snapshot
Per quanto riguarda FlashBlade, la piattaforma designata per gli ambienti ideali dei grandi cluster (analytics real time, intelligenza artificiale e machine learning, DevOps accelerato, ransomware recovery), “la nuova release del software – continua Galtarossa – offre le performance, che riuscivamo a garantire nei contesti precedenti, anche alla parte Windows”.
Adesso, perciò, le aziende possono accelerare Windows con un ricco set di data service, tra cui replication e file system rollback, con la possibilità di includere applicazioni come i sistemi PACS (Picture archiving and communication system) utilizzati nel mondo healthcare e funzionalità SQL Server Backup a velocità superiori a 1TB al minuto. Inoltre, per FlashArray e FlashBlade “abbiamo implementato una funzionalità che si chiama SafeMode che permette di prendere delle snapshot immutabili fino a 30 giorni per fare in modo che i dati siano sempre sicuri e recuperabili in pochi secondi”.
FlashArray C40, quando scalabilità fa rima con densità
Altre funzionalità aggiuntive sono la business continuity su Fibre Channel e il supporto del protocollo NVMe (non-Volatile Memory Express), sempre su Fibre Channel, con cui parallelizzare gli accessi per evitare i rallentamenti dovuti a una via di accesso singola. “L’ultimo annuncio sulla componente FlashArray – dice ancora il CTM di Pure Storage – sono i modelli C40 e C60 che giungono a una terza generazione votata ad ambienti molto scalabili da centinaia di terabyte, però molto densi e, quindi, in un formato molto piccolo”. Una risposta per il mercato italiano che ha delle esigenze di scalabilità minori rispetto ad esempio al mercato statunitense, ma è caratterizzato da una domanda molto elevata sui requisiti di densità. “L’idea di base dei nuovi annunci – conclude Galtarossa – va nell’ottica di rendere lo storage il più autonomo e trasparente possibile, come del resto l’infrastruttura IT deve essere. Gli utenti devono ricavare valori di business dal contesto applicativo e l’infrastruttura sottostante deve assicurare performance, sicurezza e affidabilità a tale contesto. Ed è quello che noi cerchiamo di fare”.