Digital transformation è sicuramente un termine ormai abusato, dai confini sempre più sfumati, ma quando si ascoltano le storie vissute in prima persona, l’attenzione si risveglia immediatamente soprattutto se si tratta di storie di successo raccontate da chi è stato tra i protagonisti di questa trasformazione. Quando traspare la passione e l’entusiasmo per ciò che si sta facendo è sempre un piacere ascoltare e posso testimoniare che così è stato anche per la 2° edizione del Retelit Hub che ha dato voce a 4 aziende rappresentative di diversi settori, Gruppo Ospedaliero San Donato, Cofidis, Rai, Chantecler Capri, alle quali si è aggiunta un’esperienza particolare nel mondo dello sport.
“Sono settori con esigenze molto diverse, ma sono settori che nella digitalizzazione hanno trovato una dimensione importante per aumentare le potenzialità del business”, ha detto Federico Protto, Amministratore Delegato di Retelit, ricordando come anche l’azienda che dirige ha vissuto una profonda trasformazione: “Abbiamo esteso il perimetro della nostra proposta commerciale e di prodotto con un ampliamento e avanzamento tecnologico della gamma di servizi offerti e sostenuto investimenti consistenti per ampliare e ottimizzare l’infrastruttura”, ha dichiarato lasciando rapidamente spazio agli ospiti.
Gruppo Ospedaliero San Donato, la tecnologia per trasformare la relazione con il paziente
Il Gruppo Ospedaliero San Donato è uno dei più grandi gruppi di ospedali privati italiani con 16.000 dipendenti e oltre 4 milioni e mezzo di pazienti all’anno su 54 strutture oggi tutte connesse con Retelit. “Chi si rivolge a un ospedale ha un’esigenza particolare: la salute, la salvaguardia della vita”, ha esordito Gianluca Cavalletti, Group CSO & CEO Hi-Tech Company Gruppo Ospedaliero San Donato, che ha poi sottolineato come il grande progetto di digitalizzazione del Gruppo non è “solo” finalizzato a svolgere al meglio il proprio lavoro con i massimi standard in termini di sicurezza e una resilienza che permette di rispondere con estrema rapidità alle esigenze dei pazienti, ma ha anche lo scopo di stabilire una nuova relazione con il paziente: “Grazie ai nuovi sistemi, basati sulla cartella clinica digitale, possiamo avere tutta la storia clinica del paziente, consentendo ai medici di correlare vari dati. Abbiamo oltre 14 petabyte di dati clinici che, attraverso algoritmi avanzati di intelligenza artificiale e machine learning possono, nel pieno rispetto di tutte le normative nazionali e internazionali sulla privacy e la riservatezza dei dati, consentire formidabili avanzamenti nella prevenzione sanitaria”.
Una trasformazione complessa anche perché deve essere fatta propria dal personale, sanitario in primis, per essere efficace e di successo: “Un tema importantissimo nel journey che abbiamo affrontato è stato convincere i dipendenti ad avere un approccio diverso all’operatività quotidiana. Chi ha lavorato in un mondo rimasto statico per 25 anni ha un modus operandi consolidato, non semplice da disgregare. Per questo abbiamo individuato degli ambassador che ci aiutano a passare il messaggio dello switch tecnologico all’interno”, ha spiegato il CSO concludendo il suo intervento al Retelit Hub.
Cofidis: il compendio vincente tra uomo e tecnologia
“Il passaggio più importante è capire che gli esseri umani sono intelligenti, ma lenti e inaccurati. La tecnologia è invece, di per sé, stupida, ma veloce e accurata. Ciò che manca all’uno viene completato dall’altro. Una faccia della medaglia non può vivere senza l’altra”, ha dichiarato Giuseppe Benevento, Digital Marketing Manager di Cofidis, azienda francese specializzata nel credito a distanza.
Il Finance è uno dei settori che ha più vissuto il potere disruptive della trasformazione digitale che ha completamente scardinato i modelli di business tradizionali. Benevento ha ricordato come in realtà Cofidis ha sempre puntato sull’innovazione tecnologica: “La nostra storia lunga 30 anni si basa su due concetti fondamentali: essere 100% digital ed essere 100% umani”, esplicitando con un paradosso quella medaglia composta da tecnologia e uomo: “Curiamo ogni giorno il cliente, a distanza, grazie alla tecnologia; supportiamo le sue esigenze, pensando in tripla A, anywhere, anytime, any device. Quello che ci caratterizza è che fin dall’inizio abbiamo pensato in modo diverso, abbiamo cambiato regole consolidate, abbiamo pensato in modo disruptive”, ha affermato il manager al Retelit Hub.
Rai: da pachiderma a gazzella, il percorso di trasformazione in media company
Sulla nostra testata abbiamo dedicato diversi articoli alla trasformazione digitale in Rai, un’azienda che nel passato era spesso definita un pachiderma, lento nel cambiamento, ma che oggi (tralasciando i problemi di tipo politico che continuano ad affliggerla) è un esempio di agilità grazie alla completa digitalizzazione del processo di produzione, distribuzione e fruizione dei contenuti che ha trasformato il pachiderma in gazzella: “Il web ha portato nuovi paradigmi, introducendo strumenti di personalizzazione importanti. Da tale cambiamento derivano le prime esperienze Rai, come rai.tv, oggi Rai Play che, già nel 2005, avvicinava la fruizione digitale a quella classica. Il processo di digitalizzazione dei contenuti, avviato nel 2012, ha poi portato una trasformazione profonda nel core business dell’azienda e oggi ha trasformato in maniera radicale il modo stesso di lavorare anche nella parte editoriale che può attingere con estrema facilità e in real time all’enorme bacino di contenuti dell’azienda”, ha spiegato Angelo Maria Caso, Network Engineer e Responsabile Rete Rai. Il ruolo dell’ICT è stato fondamentale in questo processo di cambiamento “che è stato fortemente voluto dal top management”, ha ricordato Caso nella sua presentazione al Retelit Hub.
Chantecler Capri, una PMI che deve molto alla digitalizzazione
Nata come gioielleria artigianale a Capri nel 1947 dall’intraprendenza di due amici, Salvatore Aprea e Piero Capuano (quest’ultimo soprannominato da tutti Chantecler per la sua abitudine di festeggiare fino all’alba ed erede di una nobile famiglia di gioiellieri napoletani), l’azienda inizia un percorso di trasformazione e ampliamento a metà degli anni ’90 aprendo la seconda boutique a Cortina, seguita da quelle di Milano, Tokyo, Astana, Hong Kong e una rete distributiva per le collezioni prêt-à-porter e le “campanelle della fortuna”, un ciondolo che ha fatto conoscere il brand in tutto il mondo.
E in questo percorso la digitalizzazione ha un ruolo importante, ma Claudio Nasti, IT Director Chantecler, Capri spiega che alcune parole sono particolarmente importanti quando si parla di digitalizzazione: “La prima è ‘contestualizzare’ perché Chantecler Capri, pur essendo una realtà che ha un certo peso nel suo settore, è pur sempre una PMI con problemi diversi dalle grandi aziende”, tema molto importante perché se è vero che alcuni temi della digital transformation sono trasversali e indipendenti dalla dimensione aziendale (per esempio l’estrema contrazione del time to market o la necessità di utilizzare l’enorme quantità di dati in possesso, o comunque a disposizione, anche di una PMI), dall’altra i modelli e le tecnologie per percorrere questa strada sono diversi.
La seconda parola evidenziata da Nasti è ‘consapevolezza’ e per spiegarla racconta un aneddoto: “Alla fine degli anni ’90 vedevamo crescere i fatturati in modo importante, ma non ci era molto chiaro perché. Dopo molte analisi, ci siamo resi conto che, al di là dell’alta gioielleria, il prodotto che vendevamo di più era questo piccolo ciondolo [una Campanella appunto ndr]”, è a quel punto che inizia la grande espansione dell’azienda che passa rapidamente da 5 a 50 dipendenti: “Ci siamo così resi conto che era necessario capire, quindi esserne consapevoli, chi era il nostro cliente. Abbiamo quindi implementato strumenti di analytics per identificare il nostro cliente tipo e oggi, grazie anche gli strumenti di collaboration e di engagement, riusciamo a coinvolgere alcuni clienti nel processo creativo e produttivo [questo è sempre avvenuto per l’alta gioielleria, ma oggi può avvenire anche per le collezioni prêt-à-porter ndr]”.
Sport e nuove tecnologie: una relazione sempre più stretta, se parla al Retelit Hub
L’innovazione digitale ha rivoluzionato anche lo sport, come si coniugano digitalizzazione e tecnologie in un settore da sempre orientato alla valorizzazione delle persone, della tecnica e del talento? Ne ha parlato nella parte conclusiva del Retelit Hub, analizzando i cambiamenti nel calcio con l’inserimento del VAR, Nicola Rizzoli, Designatore degli arbitri della Serie A: “L’evoluzione degli strumenti tecnologici disponibili, l’accresciuta dimensione mediatica dello sport a un certo punto aveva condotto a una situazione paradossale in cui gli arbitri erano gli ultimi ad avere strumenti per capire se le loro scelte erano corrette o meno. In questo senso la VAR è uno strumento utile, un aiuto per noi arbitri di cui nessuno vuole fare più a meno: era stato introdotto solo per eliminare gli errori più clamorosi, ma ora c’è più aspettativa e stiamo cercando di evitare gli errori in generale. Certo, abbiamo dovuto uscire dalla nostra area di comfort e cambiare molto velocemente, ma i vantaggi sono evidenti e hanno convinto anche gli scettici. Ora il vero tema è capire fino a che punto vogliamo spingerci; molte altre possibili evoluzioni tecnologiche possono essere portate in campo ma lo sport è fatto innanzitutto di performance fisica, fattore umano, passione. Il rischio è di snaturare lo sport e trasformarlo in videogame”.
Retelit: per ogni settore e ogni azienda il proprio percorso di trasformazione
Protto ha quindi concluso la parte “formale” del Retelit Hub con un intervento che ha sottolineato alcuni elementi dell’offerta Retelit: “Abbiamo esplorato 5 punti di vista distinti, ambiti dove la tecnologia ha avuto un grande impatto. Ci sono sicuramente delle cose che questi business hanno in comune, ma abbiamo anche potuto osservare quanto le necessità di ogni settore siano peculiari e richiedano un approccio specifico. Se dovessi intercettare un concetto fondamentale e basarmi su quello parlerei sicuramente di ‘centralità del dato’, di un dato ‘intelligente’, ‘aumentato’, ‘big’ e di ‘cultura della conoscenza’”, ha affermato Protto, per poi ricordare i pillar intorno ai quali ruota l’offerta Retelit: “Con le soluzioni multicloud riusciamo a raccogliere e gestire in maniera efficiente e scalabile tutti i dati, grazie all’utilizzo di applicazioni in cloud pubblico e privato, favorendone una rapida e centralizzata condivisione e gestione. Attraverso la tecnologia SD-WAN riusciamo a connettere e far comunicare in maniera agile con servizi in cloud e in data center, le diverse sedi dei nostri clienti quindi i dati di sede e uffici diversi, per esempio se pensiamo alla sanità, cliniche principali e secondarie, sedi temporanee o addirittura la casa di un assistito che deve seguire delle terapie da remoto, stessa cosa per il retail. Attraverso le soluzioni APM possiamo monitorare costantemente l’intera rete e le applicazioni in base a KPI specifici a livello di back-end e di front-end, prevenendo fault o attacchi malevoli e perdite di dai rilevanti. Infine, grazie al servizio di cyber security offriamo uno spazio protetto in cloud per la salvaguardia dei dati sensibili dove la massima riservatezza è garantita dall’archiviazione criptata in ambienti sicuri, da soluzioni flessibili e scalabili, e da sistemi di monitoraggio e intervento in caso di accessi malevoli”.
L’AD ha quindi spiegato cosa si sarebbe potuto vedere nei corner dedicati ai diversi ambiti perché “anche se parliamo sempre di reti, cloud e sicurezza, il partner ideale per la digital transformation è in grado di declinare la propria offerta in modo trasversale, lavorando sugli specifici bisogni di ogni singolo cliente. Le demo consentono di toccare con mano la tecnologia: l’esperienza dello smart retail di un brand moda, con mirror intelligenti e touch point di ultima generazione (mercato fashion); nel corner media è possibile provare la realtà aumentata virtuale con dei visori smart; per il mondo healthcare sono stati incrociati salute e sport con una bici da corsa Colnago collegata a un simulatore; infine, tutto il tema dei pagamenti digitali nel corner finance”.