I dirigenti italiani si aspettano che il 5G rivoluzioni presto il mondo delle telecomunicazioni: il 65% ritiene che quasi tutti gli utenti avranno accesso al 5G entro il 2022. È quanto emerge da uno studio Accenture realizzato in Italia e in tutto il mondo, che ha coinvolto le prime linee aziendali di imprese medie e grandi, operanti in diversi mercati. L’aspettativa è più ottimistica rispetto agli altri paesi europei e al resto del mondo: in Germania solo il 42% dei manager si aspetta una diffusione capillare di questa tecnologia entro i prossimi tre anni, in Francia il 50% e nel Regno Unito il 58% (vs il 60% a livello global).
“La realtà è che il 5G darà un forte impulso alla connettività e aprirà la strada a innovazioni che avranno un forte impatto sia a livello commerciale che per l’intera economia” ha commentato Michele Marrone, Communications, Media and Technology Lead for Italy di Accenture. “Basti pensare ai video in 3D, alla TV immersiva, alle auto autonome e alle smart-city, che abiliteranno esperienze oggi difficili anche solo da immaginare. Saranno proprio le Telco ad avere un ruolo fondamentale nel tradurre queste aspettative in realtà”.
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Michele Marrone
Per capire appieno le potenzialità del 5G e per immaginare nuove applicazioni reali di utilizzo quotidiano, la grande maggioranza dei dirigenti italiani (69%, vs il 72% nel mondo) ha affermato di avere bisogno di un supporto ed è alle Telco che la metà dei top manager vorrebbe rivolgersi per progetti o collaborazioni (vs il 40% a livello mondiale). Tuttavia, il 54% (64% nel mondo) pensa anche che gli operatori delle telecomunicazioni non conoscano in modo chiaro le opportunità di innovazione per i diversi mercati.
Infine, lo studio ha fatto emergere alcuni fattori che potrebbero rallentare l’adozione del 5G tra cui la necessità di un investimento iniziale (secondo il 35% dei dirigenti in Italia e il 35% a livello mondiale); le possibili criticità legate alla sicurezza (secondo il 28% dei manager italiani e il 32% a livello mondiale) e la necessità di integrare nuovi dipendenti (secondo il33% dei manager italiani vs il 29% a livello mondiale).