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Storage as-a-service, Pure Storage estende la gamma FlashBlade 



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Il nuovo array entry-level FlashBlade//S100 indirizza le aziende con esigenze di storage limitate a qualche decina di TB. Attraverso AI Copilot for File è possibile monitorare e analizzare le prestazioni applicative utilizzando il linguaggio naturale

Pubblicato il 14 ott 2024

Giorgio Fusari

Giornalista



Storage as a service Umberto Galtarossa
Umberto Galtarossa, Partner Technical Manager di Pure Storage (fonte: Pure Storage)

Per rispondere alle moderne esigenze delle organizzazioni aziendali, e fornire agilità e semplicità, lo storage deve poter essere gestito adottando sempre più una modalità cloud-like e as-a-service: è il messaggio chiave che Pure Storage comunica alle imprese, annunciando l’aggiunta alla propria offerta tecnologica di diversi prodotti e servizi.

In questa visione, l’elemento che universalizza la gestione dello storage è la Pure Storage Platform: un’infrastruttura unificata, con un unico sistema operativo (Purity) dotato di supporto multiprotocollo (NFS, SMB) per amministrare tutti gli ambienti (storage a blocchi e storage di file) e workload, e governare un pool di storage globale, che serve a massimizzare flessibilità, scalabilità e prestazioni dei servizi.

Storage as a service: La piattaforma Pure Storage
La piattaforma Pure Storage (fonte: Pure Storage)

Nella gamma di array all-flash, la piattaforma è completata da una serie di soluzioni (FlashBlade) scale-out, indirizzata a fornire massime prestazioni, efficienza, semplicità, ed ora arricchita con l’introduzione di nuovi prodotti.

FlashBlade//S100, un array entry-level per nuovi casi d’uso

“Fin dall’inizio, il mantra di Pure Storage è stato servire le applicazioni enterprise sul mondo all-flash” spiega Umberto Galtarossa, Partner Technical Manager della società “e già da diversi anni ormai non abbiamo altro paradigma che non sia quello basato su all-flash array con interfaccia NVMe (Non-Volatile Memory express, ndr), quindi i dispositivi flash più pregiati, che da un lato ci consentono di ridurre la latenza e fornire un miglior servizio applicativo, e, dall’altro, ci permettono di aumentare la storage density delle soluzioni”.

Le principali novità annunciate, aggiunge, hanno l’obiettivo di estendere il numero di casi d’uso indirizzabili, e, tra queste, l’introduzione nella serie FlashBlade della nuova soluzione entry-level FlashBlade//S100, con supporto GPUDirect, va proprio in tale direzione, rispondendo ai requisiti delle aziende che approcciano contesti applicativi ad esempio basati sull’uso dell’intelligenza artificiale (AI). “Rispetto agli array FlashBlade//S200 e FlashBlade//S500, che puntavano a una fascia di organizzazioni con esigenze piuttosto elevate, la serie //S100 è rivolta a quegli utenti che, iniziando progetti con la AI e gli strumenti analitici, non hanno subito necessità di una capacità di storage di centinaia di terabyte (TB), ma solo di qualche decina” chiarisce Galtarossa.

Mentre per le piattaforme FlashBlade//S200 e FlashBlade//S500 un tipico caso di utilizzo può essere individuato nelle iniziative di accelerazione di workload per la progettazione di semiconduttori nel mondo EDA (electronic design automation), i potenziali scenari applicativi di FlasBlade//S100, nel mercato italiano, includono varie tipologie di aziende: si va dalle imprese impegnate su implementazioni AI, ai service provider fornitori di servizi di analisi dei dati, alle aziende della pubblica amministrazione, fino alle aziende ospedaliere che in radiologia utilizzano tecnologie di imaging medicale come RIS (radiology information system), PACS (picture archiving and communication system), VNA (vendor neutral archive).

In aggiunta, per supportare la scalabilità delle soluzioni, e aumentare ulteriormente la densità degli array all-flash, vengono ora introdotti, accanto agli esistenti dispositivi da 75 TB, anche moduli DirectFlash (DFM) da 150 TB, in linea, ricorda Galtarossa, con la roadmap già annunciata l’anno scorso da Pure Storage, che prevede la commercializzazione di moduli DFM da 300 TB entro il 2026.

Più agilità di gestione con Real-Time Enterprise File

Uno dei capisaldi di Pure Storage per superare le limitazioni e difficoltà di espansione dinamica dello storage tradizionale in rapporto a workload come quelli AI, EDA e VDI (virtual desktop infrastructure) è poi il paradigma Real-time Enterprise File, che, dichiara l’azienda, consente di abbandonare le attività di provisioning manuale, mettendo a disposizione servizi file in grado di adattarsi e riconfigurarsi in tempo reale a seconda della tipologia di carichi di lavoro. Ciò è possibile grazie al motore di automazione Pure Fusion, parte del sistema operativo Purity, che amministra gli array a livello di flotta e crea storage pool globali, dove, per ogni oggetto storage, i requisiti di risorse, qualità del servizio (QoS), protezione dati si possono combinare e bilanciare in funzione delle necessità dei singoli workload.

Per ovviare ai limiti del data tiering classico, che comporta lo spostamento dei dati sullo storage tier in grado di fornire le prestazioni richieste, la funzionalità Zero Move Tiering (ZMT) permette di definire, all’interno di uno stesso array, due differenti classi di prestazioni di storage, in modo da evitare di spostare i dati da un tier all’altro, e ottimizzare comunque performance e costi.

Interagire con Pure1 tramite il linguaggio naturale

Con l’obiettivo di aumentare ulteriormente la semplicità di amministrazione dello storage, la piattaforma cloud-based di gestione dati as-a-service Pure1 viene ora potenziata con l’introduzione di AI Copilot for File. Pure1 è una dashboard, un cruscotto digitale che permette anche di monitorare e analizzare in profondità le performance di volumi e macchine virtuali, identificare picchi o colli di bottiglia e prevedere, ad esempio, quando vi potranno essere problemi di prestazioni per una data applicazione. “Utilizzando AI Copilot for File, ora l’utente può eseguire tali attività utilizzando il linguaggio naturale, interagendo con la AI generativa in modalità GPT-like” chiarisce Galtarossa.

Con la funzionalità VM assessment la potenza di analisi di Pure1 include poi anche l’infrastruttura virtualizzata, nell’ottica di ottimizzare le risorse delle macchine virtuali. “Se ad esempio alcune VM sottoutilizzano le risorse di CPU o memoria virtuale, o viceversa esiste un over-provisioning, Pure1 analizza il cattivo bilanciamento e lo notifica all’utente, che può decidere le politiche da intraprendere su quella porzione di infrastruttura virtualizzata” spiega il manager. L’obiettivo di VM Assessment è anche portare l’utente a passare, da un atteggiamento reattivo, a una modalità proattiva di gestione e mitigazione dei potenziali problemi, indirizzata a ridurre al minimo i rischi di interruzione delle operazioni aziendali.

Maggior flessibilità finanziaria con Universal Credits

Con l’obiettivo di svincolare le aziende utenti da rigidi modelli e contratti di procurement, che tendono a sovradimensionare le reali necessità di storage aumentando i costi, Pure Storage introduce anche la soluzione Universal Credits, un modello di approvvigionamento flessibile, in cui l’utente acquista un insieme di crediti che poi può spendere per una varietà di servizi, in rapporto all’evoluzione delle proprie necessità. “Adesso, con Universal Credits, i nostri clienti hanno a disposizione un ‘salvadanaio’, e possono regolare la loro spesa in base all’effettivo utilizzo delle risorse” conclude Galtarossa.

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