Uno studio sulla maturità della virtualizzazione server

Pubblicato il 13 Ott 2009

Qual è l’impatto della virtualizzazione sull’operatività dei data center? Per rispondere a questa domanda, Ca e VmWare hanno commissionato alla società di ricerche It Process Institute (Itpi). I risultati dell’indagine, condotta nel mese di dicembre 2008 con il coinvolgimento di 323 organizzazioni It nord-americani, sono stati comunicati di recente in Italia. Lo studio ha permesso di individuare le procedure e i controlli da adottare per ridurre i rischi in fase di virtualizzazione dei sistemi business-critical, poiché gli obiettivi di virtualizzazione dell’ambiente di produzione vanno al di là del semplice consolidamento dei server, per evolversi verso scenari di High Availability, Disaster Recovery e gestione dinamica delle risorse.

Sulla base di un’analisi delle modifiche procedurali introdotte dalle funzioni It per ottimizzare i vantaggi e abbattere i rischi insiti nella virtualizzazione dei data center di produzione, l’It Process Institute ha elaborato le seguenti raccomandazioni corrispondenti ai diversi livelli di maturità.

• Livello iniziale: Per le organizzazioni impegnate a consolidare i server e a virtualizzare i sistemi business-critical negli ambienti di produzione, l’Itpi ha identificato 11 pratiche, fra cui l’accesso all’host, i controlli di configurazione e provisioning, il provisioning delle macchine virtuali, il capacity management e il performance management.

• Livello maturo: Per le organizzazioni che non si limitano al consolidamento dei server ma che definiscono anche obiettivi di High Availability e Disaster Recovery in ambienti statici sotto altri punti di vista, l’Itpi ha individuato 25 pratiche da raccomandare per consentire all’It di rispondere rapidamente a eventuali condizioni che possano mettere a repentaglio le performance con un elevato grado di standardizzazione della configurazione, un provisioning a base di build image approvate e l’adozione di una strategia del tipo “trust but verify” per assicurare l’uniformità delle configurazioni e dei processi di cambiamento.

• Dynamic Computing: Per le organizzazioni con obiettivi di gestione dinamica delle risorse, l’Itpi ha messo a punto 12 raccomandazioni riguardanti pratiche relative a controlli che interessano principalmente le aree di rilevazione delle configurazioni, approvazione e tracciabilità delle modifiche, capacity management e performance management, maturità generale dei processi atti a facilitare l’automazione.

L’analisi delle metriche prestazionali ‘tangibili’ ha messo in luce correlazioni statisticamente significative fra l’utilizzo delle pratiche raccomandate e una serie di metriche ‘hard’ quali:

l’utilizzo dei controlli di accesso all’host è prognostico di un livello più elevato di disponibilità, misurata in minuti di fuori servizio al mese;


l’impiego di pratiche di capacity management è prognostico di una migliore performance nel supporto al servizio, sulla base di metriche quali la percentuale di incidenti risolti entro i limiti concordati negli SLA e il tempo medio necessario per ovviare a malfunzionamenti estesi;

l’adozione di pratiche di discovery e automazione del provisioning corrisponde a una percentuale maggiore di sistemi di produzione conformi alla configurazione stabilita.

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