Attualità

VeeamOn Forum 2018: in pista l’hyper-availability enterprise

Presentata all’evento la strategia per una gestione dei dati più intelligente e automatizzata in grado non solo di tutelare le informazioni aziendali e garantirne la reperibilità in ambienti complessi e multi-cloud, ma di abbattere i tempi latenza che limitano le capacità delle imprese nella trasformazione digitale dei business

Pubblicato il 25 Giu 2018

Foto di Albert Zammar al VeeamOn forum 2018

MONZA – La tribuna dell’Autodromo di Monza ha fatto da sfondo al VeeamOn Forum 2018, evento che ha visto quest’anno la partecipazione diretta di circa 500 persone tra clienti e partner (oltre a un migliaio di visitatori in streaming), in una location adatta per parlare di velocità e intelligenza: elementi al centro della strategia della software house per l’hyper-availability enterprise.

Nella definizione Veeam, iperdisponibilità significa gestione intelligente e predittiva dei dati con lo scopo di annullarne la latenza d’accesso, realizzata attraverso l’insieme di soluzioni integrate e plug-and-play della Hyper-Availability Platform. Soluzioni a cui è affidata l’integrazione, la visibilità, l’orchestrazione, l’intelligenza e quindi l’automazione necessaria per far evolvere la gestione dei dati da policy-based a behavior-based, da manuale ad automazione intelligente. La promessa tecnologica dell’hyper-availability enterprise è fare in modo che le attività di provisioning e di gestione dei flussi dei dati tra infrastrutture multi-cloud distribuite siano il più possibile automatizzati e orchestrati a vantaggio della velocità e dinamicità delle imprese nell’offrire nuovi servizi e una migliore esperienza dei fruitori finali.

Foto di Albert Zammar al VeeamOn forum 2018
Albert Zammar, vice president SEMEA di Veeam Software durante il suo intervento

“L’intelligenza artificiale (AI) è alla base della quarta rivoluzione industriale e allo stesso modo è destinata a cambiare la gestione delle infrastrutture IT”, ha affermato Albert Zammar, vice president SEMEA di Veeam Software. Le tecniche di AI, come machine learning, pattern recognition, promettono di sfondare gli attuali limiti imposti dal fattore umano alla disponibilità dei dati: “per rendere il dato intelligente e fare in modo che si gestisca da solo in modo proattivo, anticipando gli eventi – precisa Zammar -, evitando ritardi e disservizi che oggi sono non più sopportabili dagli utenti business, tantomeno dai consumatori finali”. Richiamandosi alla Recherche di proustiana memoria, Carlo Alberto Carnevale Maffè, professor of strategy di Bocconi University School of Management, ha dato la propria chiave di lettura alle relazioni che intercorrono tra tempo, disponibilità dei dati e innovazione del business. “La tecnologia che per secoli ha permesso all’umanità di recuperare tempo, oggi lo sta nuovamente fagocitando per colpa della latenza e dell’indisponibilità dei dati, riducendo o addirittura annullando il valore dell’informazione”. La disponibilità dei dati, “è ciò che permette di allargare la forbice tra acquisto di beni e acquisto di servizi, modalità quest’ultima di gran lunga più efficiente della prima ma che richiede confidenza”. La disponibilità è ciò che permette di trasformare gli asset da tangibili a intangibili ma non può prescindere dalla sicurezza e dal rispetto delle leggi. “GDPR, Psd2, MiFID e altre normative hanno trasferito la proprietà dei dati dal perimetro aziendale al cittadino, con effetti da ‘tempesta perfetta’ per chi (il riferimento è a Facebook, ndr) si dimenticato dell’avalability ‘legale’. I dati non valgono per se stessi ma per ciò che permettono di fare – precisa Carnevale Maffè -; le capacità nell’organizzarli e di ottenere la fiducia nei consumatori sono ingredienti essenziali perché abbiano valore per l’impresa”.

Foto di Carlo Alberto Carnevale Maffè durante il suo intervento al VeeamOn Forum 2018
Carlo Alberto Carnevale Maffè, professore di Strategy and Entrepreneurship presso SDA Bocconi School of Management, durante il suo intervento

Veeam ha portato all’evento le testimonianze di alcuni clienti e partner, come TIM che usa Veeam nelle soluzioni di backup multicloud offerte ai propri clienti e SKY per evitare downtime nell’erogazione dei servizi. Sul fronte dei vendor, hanno dato loro testimonianza Cisco che integra la tecnologie Veeam nei validated design per le soluzioni iperconvergenti HyperFlex: “Veeam è un nostro partner storico, con Cisco è stato fatto sviluppo congiunto per garantire insieme l’availability del dato e dell’infrastruttura” – ha dichiarato – Alberto Degradi, regional sales manager di Cisco.

Alberto Degradi, regional sales manager di Cisco, durante il suo intervento

HPE, altro partner storico di Veeam, sta impiegando la tecnologia di protezione dati di quest’ultima con InfoSight dell’acquisita Nimble Storage che abilita elaborazioni AI predittive basandosi su dati provenienti da un gran numero di data center. “Il sistema consente d’identificare i problemi a livello di host, virtual machine, storage, reti o dell’ottimizzazione delle applicazioni prima che abbiano impatti sul business – ha spiegato Giuseppe Capaldo, hybrid IT presales manager di HPE. In questo modo è possibile sapere dove nasce un eccesso di latenza, il sovraccarico di un server o fare capacity planning”.

Giuseppe Capaldo, hybrid IT presales manager di HPE, durante il suo intervento

La gestione intelligente dei dati nella visione di Veeam prevede il supporto di cinque fasi: backup (protezione dei workload), aggregazione (protezione e disponibilità in ambienti multi-cloud), visibilità (controllo unificato per utilizzo, prestazioni e operatività), orchestrazione (gestione in ambienti multi-cloud per assicurare compliance, sicurezza e utilizzo ottimale delle risorse) e automazione (intelligenza applicata a dati che si auto-gestiscono, si auto-duplicano, si auto-proteggono e si spostano laddove il business lo richiede). Nelle scorse settimane la Hyper-Availability Platform si è arricchita dello strumento DataLabs che permette alle aziende di creare con facilità nuove istanze dei propri ambienti di produzione, non solo per le classiche esigenze di protezione dei dati, ma per supportare attività di test, di analisi della sicurezza e altre simili, facilitando l’innovazione, il miglioramento dell’efficienza operativa e riducendo i rischi.

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