Le tecnologie di virtualizzazione mobile possono aiutare l’IT a gestire le proprie strategie BYOD al meglio, ma finché non ci sarà una maggiore interazione tra gli strumenti di virtualizzazione e gli OS mobile, la strada per una massiccia adozione di queste tecnologie sarà ancora piuttosto lunga.
Budget “risicati”, problemi di sicurezza e di compatibilità sono alcuni tra i fattori che limitano l’adozione delle tecnologia di virtualizzazione senza fili. Inoltre, “le aziende si affidano alle applicazioni native per fornire funzionalità di business”, sostiene l’esperto di virtualizzazione Mike Laverick.
I reparti IT preferiscono utilizzare smartphone con applicazioni di posta elettronica built-in per evitare di spendere di più per acquistare questi strumenti, sostiene Laverick. Nel frattempo, il BYOD e la consumerizzazione dell’IT continuano a guadagnare una posizione di assoluto dominio sul posto di lavoro, quindi occorre trovare un modo per gestire i dati aziendali al meglio anche sui dispositivi senza fili.
Un’indagine di TechTarget condotta su oltre 2.500 professionisti IT ha rivelato che il 34% degli intervistati prevede di implementare i tablet in azienda nel corso di quest’anno, una percentuale decisa crescita rispetto al 18% registrato nel 2011.
Le resistenze dei reparti IT
Malgrado il numero sempre più rilevante di smartphone e tablet privati utilizzati sul posto di lavoro, l’IT non si è ancora lasciato affascinare dalle tecnologie di virtualizzazione mobile come, per esempio, la Mobile Virtualization Platform (MVP) di VMware. Questa foundation permette ai reparti informatici di far girare una macchina virtuale con un sistema operativo diverso su uno smartphone, lasciando agli utenti la possibilità di utilizzare sia per lavoro che per diletto il proprio telefonino di nuova generazione.
Gli amministratori IT potranno utilizzare, in abbinamento a questa piattaforma, anche tool di gestione delle applicazioni (come Horizon Mobile, della stessa VMware) per garantire la sicurezza delle applicazioni aziendali e controllare gli accessi.
Un altro strumento di virtualizzazione a disposizione degli utenti di dispositivi mobili a cuore Android si chiama BizzTrust. Sviluppato da Fraunhofer, un’organizzazione europea di ricerca application-oriented, BizzTrust consente all’IT di creare due smartphone virtuali in un unico dispositivo e gestire unicamente lo smartphone virtuale aziendale. Nel frattempo, Red Bend ha sviluppato vLogix Mobile for Mobile Virtualization, anche questo pre-integrato con Android. La piattaforma è costruita su un “bare metal, il che significa che la virtualizzazione è integrata nell’hardware del dispositivo.
Questi strumenti possono richiedere alle aziende di sostenere un ulteriore sforzo di investimento infrastrutturale, così come di rivedere le proprie strategie di sicurezza, sostengono gli esperti. “La consumerizzazione dell’IT è in continua evoluzione e le aziende sono ancora in attesa della tecnologia di tendenza prima di investire in questo settore”, sostiene Stuart McHugh, analista per le aree Europa e Asia di Withers LLP.
Utilizzare questi strumenti con una combinazione di applicazioni aziendali e personali in un unico dispositivo solleva questioni in merito, per esempio, a chi debba pagare per il dispositivo e, soprattutto, a chi si debba occupare del suo supporto, dice l’analista.
I fornitori di tecnologie di virtualizzazione mobile stanno collaborando con una rosa ristretta di fornitori di telefonia senza fili anche se, in realtà, c’è una vasta gamma di dispositivi mobili in uso. “Ciò significa che c’è una scelta limitata – mette in guardia McHugh -. Se i fornitori di server supportassero solo l’hypervisor VMware su due o tre modelli di server, sperimenterebbero gli stessi problemi di adozione anche su quel mercato. Il supporto di una molteplicità di carrier mobile potrebbe fornire a questi strumenti la giusta spinta”.
Alcuni produttori continuano a essere ostacolati dal “modello chiuso” dell’iPhone di Apple, mentre la maggior parte delle vendite di tablet nella fascia dell’utenza aziendale riguarda, al momento, gli iPad, sottolinea Laverick.
La Mobile Virtualization Platform (MVP) di VMware è stata progettata per funzionare solo su dispositivi Android e la virtual machine stessa può essere eseguita solo su dispositivi Android. “Android non ha ancora eclissato completamente l’iPhone – conclude Laverick -. Se avessi un iPad, perché mai dovrei volere un sistema operativo diverso sul mio telefono, quando li tengo costantemente sincronizzati e quando, molto spesso, ho caricato le stesse applicazioni su entrambi?”.