Tecnologia open per il nuovo storage server di Hpe

Hpe ha lanciato Hpe CLoudline CL5200, soluzione di archiviazione multi-nodo ad alta densità, costruito principi di progettazione open per aumentare la sua capacità di adattamento e facilitarne l’integrazione in ambienti multi vendor

Pubblicato il 21 Mar 2016

Hpe Cloudline CL5200 è la soluzione presentata da Hpe (realizzata in seguito alla recente partnership stretta con Scality) in grado di raggiungere una capacità complessiva di 640 terabyte in un unico chassis 4U, assicurando un minimo ingombro nei datacenter. Nello specifico, quest’ultima è una soluzione di archiviazione multi-nodo ad alta densità che permette di star al passo con l’esponenziale aumento dei dati, da un lato, e dall’altro si integra facilmente in un ambiente di gestione multi-vendor. Lo storage server è infatti costruito su principi di progettazione open per aumentare la sua capacità di adattamento e facilitarne l’integrazione.

L’azienda ha poi arricchito la famiglia di switch Altoline, con l’introduzione di quattro nuovi modelli in grado di supportare sistemi operativi open source, incluso uno con porte 25/100 Gigabit Ethernet. Si tratta di un prodotto che consente di adattare la propria infrastruttura di rete alle necessità delle specifiche applicazioni e a seconda dei carici di lavoro.

Inoltre, ribadendo il proprio impegno rispetto alle comunità open, Hpe ha anche annunciato una versione ottimizzata dell’architettura Helion Content Depot , ottimizzata per OpenStack, che supporta OpenStack Swift object storage.

L’architettura utilizza server ProLiant Gen 9, consentendo una crescita massiva di storage, scalabile e altamente disponibile.

Infine, Hpe offre una serie completa di programmi e servizi su misura delle esigenze dei service provider tra queste: Hpe Datacenter Care Services for Hyperscale, Hpe Service Provider Ready Solutions che include l’ultima versione Hpe Cloud Backup Service Ready Solution, oltre all’Hpe Partner Ready Program.

Questi prodotti sono stati lanciati a livello internazionale e sono già disponibili in tutto il mondo, rappresentando un’offerta completa per l’infrastruttura aperta comprendente il calcolo, il networkig e lo storage server. Il tutto per rispondere alla domanda del mercato relativa a hosting tradizionale e IaaS (Infrastructure-as-a-service) il cui valore, secondo gli analisti, crescerà dai 60 miliardi di dollari del 2015, a 70 nel 2016 per raddoppiare entro il 2019.

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