MILANO – L’indipendenza è un valore prezioso: lo conferma la storia dell’Information Technology che si è evoluta (e punta sempre più) in direzione della standardizzazione e dell’integrazione tra tecnologie per scongiurare il rischio di lock-in imposto dai vendor. In particolare, c’è un campo specifico dove l’autonomia dal fornitore è un asset fortemente desiderabile per garantire alle aziende scelte tecnologiche e di gestione prive di condizionamenti: il mondo dei data center, nel quale TelecityGroup, società nata nel 1998 a Londra, con un fatturato 2012 di oltre 334 milioni di euro, 650 dipendenti nel mondo e clienti come Telecom, Microsoft o Facebook, rappresenta un caso emblematico nel panorama dei provider neutrali. Il gruppo possiede e gestisce Ced in 11 Stati europei (12 città) ed è presente a Milano con tre infrastrutture.
“Se nel nostro Paese – spiega Luca Beltramino, managing director di TelecityGroup Italia -, il settore dei data center è in larga parte appannaggio dei carrier di telecomunicazioni, nel resto d’Europa c’è molta più consapevolezza circa i vantaggi di una neutralità. Essere indipendenti significa infatti la possibilità di garantire un servizio senza restrizioni e una delivery più rapida: ad esempio, utilizzare oggi servizi di Tlc forniti da un operatore nei data center di un altro carrier può generare una serie di inconvenienti tra cui problemi legati alle autorizzazioni o ritardi nell’erogazione dell’assistenza, anche solo per individuare la società di pertinenza”.
La situazione italiana, però, non ha impedito al gruppo inglese di farsi strada nel settore nazionale dei Ced: secondo i dati 2012 forniti da BroadGroup, società di consulenza e ricerca globale specializzata nel campo delle telecomunicazioni e infrastrutture It, con quasi 11mila metri quadrati di strutture, Telecity avrebbe una quota del 9% sul totale del mercato italiano dei data center commerciali (gestiti cioè per conto terzi), che raggiunge attualmente le dimensioni di oltre 125mila metri quadrati. “Escludendo i carrier – precisa Beltramino – il nostro market share sale però al 19%. Il mercato di destinazione è composto per l’80% da system integrator [TelecityGroup Italia classifica in questa categoria realtà come Hp e Ibm, ndr]; seguono società del mondo Finance, ad esempio Fineco, operatori di rete e content provider”. Attiva dal 2001, la country italiana ha conosciuto il vero “boom” negli ultimi quattro anni, perché, come sostiene Beltramino, “le aziende hanno dovuto affrontare il problema dell’obsolescenza dei sistemi informativi e, sull’onda di cloud e virtualizzazione, hanno iniziato a guardare a modelli alternativi all’It in-house”. Così, il fatturato è più che triplicato, passando da 5 a 18 milioni di euro.
Risultati che concorrono al posizionamento di Telecity a livello europeo: Ims Research ha stimato la leadership della società nel mercato dei data center wholesale e retail nel Vecchio Continente, con una quota del 14% sul totale (la classifica è stata stilata in base al fatturato), subito prima della statunitense Equinix e davanti a operatori come Colt. Un business che promette di crescere nei prossimi anni (sempre secondo Ims, il mercato dei data center commerciali, che oggi ha un giro di affari superiore ai 3 miliardi di dollari, raddoppierà il suo valore entro il 2017) e che si basa su una serie di servizi a valore aggiunto (nello specifico, gestione e monitoraggio server, gestione delle macchine dei clienti attraverso personale dedicato, backup e recovery, servizi di connettività e sicurezza Internet, servizi privati ethernet). Tra gli ultimi annunci della società, la soluzione CloudIX, che, presto disponibile in tutte le sedi del Gruppo, permetterà alle aziende di realizzare un sistema di cloud ibrido, per cui l’infrastruttura privata o gestita del cliente che risiede all’interno del data center di Telecity si collega, attraverso specifiche connessioni di rete, con la piattaforma di qualsiasi cloud provider che fa parte dell’ecosistema CloudIX, tra cui Amazon Web Services, iland (provider Iaas con headquarter a Houston, Stati Uniti), VMware, Csc, Fujitsu e Outsourcery (provider inglese di soluzioni cloud e per le Unified Communications). Tra i vantaggi della soluzione, la flessibilità e la scalabilità necessarie a gestire le esigenze It in divenire, la sicurezza del network, nonché la possibilità per le aziende di scegliere liberamente le proprie applicazioni, senza restrizioni dovute alla proprietà dei dati, che continuano a risiedere nel data center, o soluzioni chiuse. Sintetizzando, la piattaforma permetterà ai clienti di connettersi senza soluzione di continuità con e tra i cloud provider, i sistemi fisici e le reti come parte dell’ecosistema digitale di TelecityGroup.