I CED di oggi lavorano spesso con temperature al di sotto dei 20°C, con la conseguenza di un enorme spreco di energia elettrica, visto che la temperatura ottimale per il loro funzionamento è 25-26° C.
“Molti datacenter operano a temperature più fredde rispetto a quanto necessario perché i gestori del CED non hanno dimestichezza con il fatto di operare a temperature più alte per paura di blocchi o guasti nei sistemi IT”, sostiene Jim Hearnden, esperto di alimentazione e raffreddamento dei data center in Dell.
Un’altra ragione per cui gli operatori del datacenter mantengono temperature più basse all’interno dei macro ambienti di calcolo è data dalla natura delle batterie degli UPS utilizzati nel CED. Le batterie comunemente utilizzate nei data center contengono al loro interno piombo e acido e non possono sopportare temperature più elevate di un certo livello. “Ma i 25° C sono perfettamente tollerati e, nonostante tutto, ancora molte aziende preferiscono gestire le loro infrastrutture IT a temperature più basse”, ammette Hearnden.
L’esperto sottolinea che le versioni più recenti di molti server possono resistere fino a 35º C, ma i clienti hanno spesso paura che, a fronte di temperature più elevate nei CED, aumenti la probabilità di subire guasti alle apparecchiature.
Secondo gli esperti, però, se la temperatura di esercizio delle CRAC (Computer Room Air Conditioning) è inferiore ai 20º C, il data center lavora a una temperatura troppo bassa. “Non è una temperatura leggermente più alta a causare i crash di sistema all’interno di un datacenter. È, piuttosto, il tasso di variazione repentina della temperatura ad avere effetti nefasti sui sistemi”, chiarisce l’esperto.
Ogni grado di temperatura ridotto richiede minor raffreddamento e, di conseguenza, minor consumo energetico. Hearnden consiglia, quindi, alle aziende di provare a spostare verso l’alto i settaggi delle CRAC, intorno ai 24º C o più, se la maggior parte degli apparati del data center è relativamente nuova.