Mobile, Big Data, App, Internet of Things e cloud stanno portando a una moltiplicazione dei flussi informativi che transitano su sistemi di rete sempre più multilivello.
La gestione di questa molteplicità di informazioni porta i responsabili dei sistemi a dover gestire tutta una serie di parametri associati all’amministrazione delle macchine, delle applicazioni e degli accessi, ma anche alla sicurezza, alla conformità normativa e agli aggiornamenti.
Scegliere una governance iperconvergente significa usare uno storage iperconvergente, il che aiuta a semplificare la gestione degli ambienti virtualizzati per diversi motivi, a partire dal fatto che rende più facile impostare e amministrare le varie configurazioni.
A fronte dei numerosi vantaggi di un approccio VDI (Virtual Desktop Infrastructure), sicuramente un tema condiviso dai manager è la gestione complessa delle configurazioni che, a seconda del fornitore tecnologico, possono essere diverse e presentare una serie notevole di variabili, tutte da valutare e implementare.
Il sistema può essere preconfigurato, bilanciando il tipo di storage più adeguato con l’infrastruttura di networking dell’azienda in cui si opera.
In questo modo si ottimizzano i carichi di lavoro associati alla VDI, sabilendo un unico punto di contatto per i servizi di supporto e manutenzione. Questo indubbiamente porta a semplificare i compiti a livello di amministrazione dei sistemi.
Un’orchestrazione tecnologica veloce e coordinata
Tutti i singoli elementi di un sistema VDI, infatti, sono progettati non soltanto per lavorare insieme e in maniera coordinata, ma possono anche essere ottimizzati per il tipo specifico di virtualizzazione (VDI o virtualizzazione dei server). Il tutto attraverso una dashboard centralizzata. Questo rende relativamente facile iniziare con un piccolo impianto pilota e, in seguito, procedere a effettuare tutti gli aggiornamenti del caso per poi espandere la soluzione e rilasciarla al resto dell’organizzazione.
La VDI è un sistema che fornisce CPU e tutte le risorse di storage utili a eseguire sistemi operativi desktop in modo tale che per ogni desktop sia sufficiente un terminale di fascia bassa. Nel caso di realtà aziendali che si trovano a dover gestire l’osbolescenza tecnologica di Windows XP, ad esempio, è possibile convertire i vecchi PC in terminali VDI e dare agli utenti versioni Windows 7 o Windows 8 che girano su un server VDI invece di andare a convertire centinaia di PC di un nuovo sistema operativo.
Il valore aggiunto di un approccio iperconvergente
La VDI offre vantaggi sostanziali per il reparto IT, dal momento che la configurazione di client, aggiornamenti e sicurezza può essere gestita sul server dall’amministratore piuttosto che richiedere una visita a ogni PC.
Allo stesso modo, i sistemi iperconvergenti offrono ai servizi IT la possibilità di semplificare di molto i problemi di gestione. Un altro dei vantaggi dell’iperconvergenza associata al Software Defined Data Center è proprio un approccio più evoluto all’It as a Service.
Tuttavia, la configurazione VDI può essere complessa e costosa, dal momento che generare un gran numero di desktop virtuali operanti con livelli accettabili di prestazioni può richiedere ingenti investimenti sull’acquisto dei server.
In questo caso gli esperti ammettono che implementare una soluzione VDI può essere più costosa rispetto al semplice acquisto di nuovi PC. Ma c’è un’altro aspetto da considerare, ovvero i risparmi nel medio e nel lungo termine che si possono ottenere con la VDI da una ottimizzazione delle risorse grazie alla riduzione dei costi di amministrazione e di manutenzione.
Un’altra questione importante nell’identificare uno storage a supporto della VDI è fronteggiare i picchi, ovvero quando centinaia di utenti attivano al mattino centinaia di pc virtuali. Scegliendo un approccio iperconvergente presenta innumerevoli plus, tra cui il fatto che la maggior parte dei sistemi ha una certa quantità di Flash integrata che può contribuire a ridurre la latenza del fenomeno chiamato la tempesta dell’avvio.