MILANO – Secondo IDC, il mercato del public cloud raggiungerà un fatturato di 203,4 miliardi di dollari entro il 2020, con un tasso di crescita annuale composto pari al 21,5%; il 60-70% degli investimenti infrastrutturali e applicativi riguarderà soluzioni as-a-service. La rotta è chiara: sempre più aziende abbracceranno modelli di hybrid IT, con la sfida di una crescente complessità. Come garantire la disponibilità dei dati in ambienti così compositi è un tema di primaria importanza.
L’offerta di Veeam Software, multinazionale specializzata in soluzioni di availability, si inserisce nel nuovo contesto multi-cloud, con una strategia che include l’ampliamento delle partnership tecnologiche.
“L’obiettivo – ha precisato Andy Vandeveld, VP of Alliances della società – è allargare il nostro universo di alleanze, soprattutto con i vendor best of breed di soluzioni storage e server. Puntiamo anche ad estendere le collaborazioni già in essere, aggiungendo funzionalità di integrazione tra la nostra suite e i prodotti del partner, al fine di migliorare la user experience dei clienti. Attualmente il nostro fatturato supera i 600 milioni di dollari, ma intendiamo raggiungere il miliardo di dollari: per questo obiettivo, la politica delle alleanze è fondamentale”.
In quest’ottica rientra il recente annuncio che vede l’integrazione diretta dello snapshot con la piattaforma iperconvergente HyperFlex di Cisco, che combina il sistema Ucs (software-defined networking oltre alla componente computazionale) con l’HyperFlex HX Data Platform (storage).
“L’alleanza con Cisco è iniziata quattro anni fa e negli ultimi 14 mesi si è intensificata – ha spiegato Vandeveld – fino a portare all’integrazione nativa dello snapshot all’interno di HyperFlex, inizialmente non prevista. Riteniamo che la partnership sia proficua per entrambe le parti e i clienti. Cisco è tra i leader mondiali nelle tecnologie di datacenter e Veeam intende consolidare il posizionamento in questo settore, ampliando la base di clienti enterprise. Il vantaggio principale della nuova integrazione è la riduzione del Recovery Point Objective, perché permette di avviare le attività di backup in qualsiasi momento e con qualsiasi frequenza”. Si riducono anche i tempi di backup e recovery, accelerando le performance operative: poiché le attività di snapshot non vengono più eseguite dall’hypervisor, l’impatto sulle virtual machine viene eliminato.
Tra le novità sul fronte alleanze, Vandeveld ha commentato molto positivamente anche la recente acquisizione di Nimble, società specializzata in soluzioni di archiviazione predittive all-flash e ibride, da parte di HPE: “Entrambe le società sono già nostre partner. Come risultato, l’operazione commerciale permetterà ai nostri clienti di beneficiare di un’integrazione end-to-end tra le tecnologie Veeam, HPE e Nimble”.
Guardando al futuro, Vandeveld vede il ruolo di Veeam in uno scenario sempre più ibrido: “La tendenza dei clienti, indipendentemente dalle dimensioni e dalle diversità geografiche, culturali e normative, è combinare soluzioni as-a-service e on-premise. La sfida universale è riuscire a spostare e gestire liberamente i workload attraverso i nuovi data center distribuiti, ottenendo l’alta disponibilità di dati e applicazioni. In questo contesto, l’opportunità per Veeam è proporre soluzioni di data protection, management e orchestration allo stato dell’arte, che permettano ovunque la disponibilità di dati ed applicazioni 24x7x365”.