L’infrastruttura tecnologica è una rilevante voce di costo e di immobilizzazione di capitale; rispetto al secolo scorso (quando sono stati realizzati la maggior parte dei Data Center) è oggi possibile introdurre delle best practice che favoriscano la virtualizzazione e la fluidità delle infrastrutture It attraverso programmi di trasformazione che allo stesso tempo riducano la complessità e i costi di mantenimento hardware/software. Tali programmi sono legati all’adozione dei paradigmi del Fluid e Green IT con l’obiettivo di permettere alle aziende di:ridurre i costi e le inefficienze nelle operation It; migliorare le performance e l’agilità allineandola ai tempi richiesti dal business; ridurre la complessità; automatizzare i processi It; ottimizzare il livello di utilizzazione dei server, degli spazi e dei consumi collegati; incrementare la flessibilità, qualità e disponibilità delle infrastrutture It in linea con le strategie Service Oriented Architecture (Soa). E tutto questo senza considerare l’impatto che, secondo alcune ricerche (2007 Black Book Green 50, Brown-Wilson Group), questi programmi possono avere sulle quotazioni azionarie dato che aziende “Green It oriented” dimostrano un’attenzione e responsabilità ambientale che nel medio termine possono tradursi in un vantaggio competitivo e in un incremento delle future quotazioni azionarie e del valore per gli investitori.
Per rispondere a queste nuove esigenze le infrastrutture possono essere trasformate secondo un modello di cloud computing, un insieme di servizi network hosted accessibile ovunque, attraverso l’erogazione delle singole applicazioni mediante il browser. L’obiettivo principale è la trasformazione del computing in un servizio fruibile “anytime/anywhere/anyhow” con un costo variabile piuttosto che fisso, fornendo servizi on demand dalle localizzazioni anche remote del network. Tale modello permette un’accessibilità continua alle infrastrutture, una maggiore affidabilità e scalabilità, la flessibilizzazione dell’utilizzo delle risorse ed il pay-per-use, sulla base dell’effettivo utilizzo del servizio.
Date queste premesse, le infrastrutture diventano un target chiave per i programmi di sourcing dando modo alle aziende di liberare il capitale allocato nelle infrastutture stesse, abilitando la riduzione dei costi e la razionalizzazione della propria struttura It. La crescita dell’infrastructure outsourcing è evidenziata da una survey condotta da Accenture (www.accenture.com) su oltre 230 imprese finanziarie a livello globale: il 35% degli intervistati prevede nei prossimi 3 anni un incremento dell’It outsourcing sui sistemi core/strategici, percentuale che sale al 42% nel ramo Banking. Le imprese si rivolgono a provider esterni per la gestione della loro infrastruttura non solo per ridurre e variabilizzare i costi, ma anche per accedere a competenze specializzate, migliorare la qualità del servizio, fare leva su nuove tecnologie e ridurre i rischi operativi attraverso infrastrutture più affidabili. Proprio per questo le scelte dei partner esterni non sono più improntate solo su fattori di costo ma di creazione di valore.
Inoltre l’outsourcing delle infrastrutture sta evolvendo, come evidenziato dai principali analisti di mercato, verso un modello asset-light in cui il trasferimento della proprietà degli asset si trasforma in una ottimizzazione dell’uso degli asset hardware attraverso il consolidamento e la virtualizzazione, e in cui la semplificazione diventa il principale motore per il conseguimento di benefici economici e operativi. I principi della virtualizzazione e semplificazione sono particolarmente attuali quando si parla di Data Center.
Data center: il modello Accenture
I Data Center del secolo scorso si presentavano come dei grossi spazi fisici pieni di macchinari pesanti ed ingombranti, raffreddati ad acqua e con elevati consumi energetici.
Le strutture dei Data Center erano generalmente frammentate ed eterogenee secondo un modello “a silos” e con un utilizzo soltanto parziale delle infrastrutture disponibili. È il modello attuale, sempre più difficile da gestire e da giustificare economicamente. Il modello emergente di Service Data Center, ovvero dei Data Center di nuova generazione, si basa, invece, sul concetto della virtualizzazione delle infrastrutture, sull’utilizzo di macchinari a basso impatto ambientale localizzati in centri dispersi sul territorio e aperti alla comunicazione con il business. La virtualizzazione dei Data Center abilita la condivisione delle risorse e delle piattaforme: il consolidamento degli hardware e la relativa dematerializzazione sono diventati un imperativo per le organizzazioni, sia per favorire la riduzione dei costi che per rispondere alla green agenda dei Cio.
Accenture ha sviluppato un proprio approccio alla gestione dei Service Data Center, il Next Generation Data Center (NGDC) Express (figura 1), che è finalizzato a rispondere rapidamente ai cambiamenti dell’infrastruttura It, integrando tecnologie e processi in un’unica soluzione esaustiva supportando i Cio nel difficile percorso di avvicinamento ai Data Center “service oriented”, riducendo la complessità dell’infrastruttura e i relativi costi.
I principi chiave di questo modello sono: infrastrutture virtualizzate ed integrate; alta densità di Virtual Machines per mq; massimizzazione dell’utilizzo delle risorse al 90%; standardizzazione dei processi; velocità di delivery attraverso portali per la gestione delle richieste di servizio e strumenti di workflow engine automatizzati.
Un possibile approccio
Secondo l’approccio Ngdc Express la gestione delle infrastrutture è supportata dall’adozione di strumenti di workflow e di automazione dei processi in modo da favorire la consistenza e robustezza dei processi di esecuzione e i livelli di sicurezza. Sono inoltre previsti specifici tool di monitoraggio basati su una logica end to end piuttosto che frammentata. L’integrazione di questi interventi consente di trasformare le infrastrutture da reattive/statiche a proattive/dinamiche, in modo da rispondere più efficacemente ai cambiamenti del mercato. Il contributo di Accenture alla virtualizzazione dei Data Center consiste nel supportare la costruzione della soluzione tecnica, fornire i processi a supporto della gestione e fornire i tool di gestione e di controllo con una soluzione pronta all’uso in 6 mesi. Secondo esperienze dirette di mercato, l’introduzione di tale approccio abilita una riduzione del Total Cost of Ownership (Tco ovvero del costo totale del servizio) del 30-35%.
* Salvatore Anello è Responsabile Technology Sales Financial Services di Accenture
Infrastructure outsourcing: i numeri di Accenture
Secondo la ricerca Forrester “Global IT Infrastructure Outsourcing Q1 2009” (© Copyright Forrester Research, Inc. Source: The Forrester Wave: Global IT Infrastructure Outsourcing, Q1 2009, April 6, 2009) Accenture è il provider leader al mondo per i servizi di Infrastructure outsourcing in termini di ampiezza e qualità dei servizi offerti, potendo anche far leva sulle sue consolidate esperienze di consulting, indipendenza dai vendor hardware e software, competenza in tutti gli ambiti.
Accenture è inoltre al primo posto nella classifica sull’orientamento Green IT secondo la ricerca del Brown-Wilson Group.
Questi risultati derivano da una consolidata esperienza nel settore maturata con oltre 240 clienti in 49 paesi che includono le più importanti aziende dei settori retail, energetico e finanziario. I servizi di infrastructure outsourcing possono contare su un network di oltre 13.000 professionisti e 20 Delivery Center, centri tecnologici globali a supporto costante, 24 ore su 24, dell’operatività e dell’efficienza dei servizi offerti.
Attraverso quest’area vengono gestiti più di 500.000 device a livelllo mondiale: desktop, mainframe MIPS, server Unix e Wintel, router, hub, firewall, device Wan e Lan.
Assistenza tecnica e supporto a 600.000 utenti in otto diverse lingue e supporto deskside/onsite per oltre 200.000 postazioni
Nel settore, infine, Accenture può annoverare le seguenti certificazioni : ISO2000, BS7799/ISO27001, ISO9001, ISO25999 e SAS-70.