La tecnologia dei dischi a stato solido (Ssd), basate su tecnologia Nand, sta concretamente cambiando il mondo dello storage Una situazione spinta più che altro dalla veloce trasformazione dei data center (ormai ibridi di modelli architetturali che vedono convivere silos applicativi tradizionali accanto a risorse virtualizzate o in cloud) dalla fortissima accelerazione e crescita dei dati. Situazioni che hanno un peso non indifferente sullo storage, incidendo in modo significativo sulle performance tecnologiche e, quindi sul servizio It reso agli utenti e al business. “In scenari complessi di questo tipo – commenta Stefano Panigada, Specialist SE Manager di Emc – lo storage deve garantire un accesso efficace ed efficiente ai dati, sia in lettura che in scrittura, garantendo elevate prestazioni e bassa latenza”.
Parliamo tuttavia di sistemi costosi, che richiedono investimenti ragionati all’interno di scenari complessi di classe enterprise. Lo storage all-flash (ossia sistemi storage interamente configurati con dischi a stato solido), infatti, secondo gli analisti quali Idc [che stima un fatturato complessivo di questo mercato di 1,2 miliardi di dollari entro il 2015, con Cagr – tasso di crescita annuale composto – del 58,5% – ndr], è ancora molto costoso rispetto a quello dei dischi magnetici tradizionali, ma supporterà, nel giro di pochi anni, le applicazioni che richiedono elevate prestazioni, in particolare nell’ambito dei servizi cloud dove la variabilità dei carichi di lavoro e i livelli di servizio richiesti, ad esempio dall’analisi dei big data, sono in alcuni casi già oggi un must imposto dalle esigenze di business. Per un’analisi dettagliata su parametri di convenienza dei sistemi Flash Array, leggi l’articolo “All-Flash Array: perché convengono).
“Va esattamente in questa direzione la nostra tecnologia XtremeIO – interviene Davide Cernuto, Advisory Systems Engineer di Emc -. Abbiamo infatti lanciato un enterprise storage system All Flash che offre importanti miglioramenti delle prestazioni di I/O misurate in termini di latenza (tempi di risposta: ossia l’intervallo di tempo tra l’emissione di una richiesta di I/O e il suo soddisfacimento) e di throughput (numero medio di operazioni di I/O completabili per unità di tempo; quantità totale di dati trasmessi)”.
"In XtremIO, infatti, sono presenti le caratteristiche tipiche di un sistema storage enterprise quali, ad esempio, l'elevata affidabilità e la protezione dei dati (con spazio, alimentazione e raffreddamento ridotti). “La soluzione è data da cluster scale-out in cui la capacità e le prestazioni aumentano proporzionalmente per soddisfare qualunque requisito – entra nel dettaglio Panigada -. Gli array sono creati da elementi denominati X-Bricks, una configurazione storage active-active (per il bilanciamento dinamico dei carichi). L’architettura interna è stata sviluppata in modo da garantire una distribuzione bilanciata dei dati tra tutti i controller e le unità Ssd, garantendo così le massime prestazioni senza che siano necessarie operazioni di configurazione o tuning”.
XtremIO, inoltre, deduplica i dati automaticamente, globalmente e in tempo reale non appena vengono immessi nel sistema, senza processi in background, operazioni aggiuntive di lettura o scrittura e quindi senza alcun impatto sulle prestazioni. “Si tratta di un sistema ad altissime prestazioni, ideale quindi per particolari esigenze ed ambienti applicativi, come ad esempio quello dei Virtual Desktop – spiegano Panigada e Cernuto -. “Oggi molti progetti Vdi (Virtual Desktop Infrastructure) sono ancora fermi alla fase di test, il dimensionamento e la messa in produzione con sistemi storage enterprise "tradizionali" richiederebbe richiede investimenti consistenti, per garantire le prestazioni richieste da tali ambienti. Ecco che le funzionalità di deduplica permettono di abbassare il costo/gb, mentre la tecnologia A-F-A di XtremIO soddisfa le richieste di performance”.
XtremIO di fatto “consente di utilizzare le risorse storage esterne ai server – spiega Cernuto – garantendo il supporto, pari a circa 100 operazioni di input/output al secondo per macchina vitrule, con la possibilità di scalare in modo dinamico e arrivare a migliaia di operazioni (mantenendo un costo per desktop controllato)”. Non solo, interviene Panigada, “il sistema garantisce un rapido e semplice provisioning: le immagini dei desktop possono essere clonate in real-time senza occupare spazio aggiuntivo (è possibile eseguire il roll out di centinaia di nuovi desktop in pochi minuti)”.
Infine, sui sistemi XtremeIO sono stati apportati diversi accorgimenti per ridurre il numero di scritture fisiche (che solitamente causano alcuni inconvenienti con impatti prestazionali essendo più lente delle letture ed utilizzando le memorie Flash la cui durata dipende proprio da quante volte viene riscritta):
1) deduplica on-line: la deduplica avviene in memoria; XtremIO analizza le scritture in ingresso, riconosce se i dati sono già presenti ed in questo caso si limita a creare un nuovo puntatore al blocco già scritto, senza effettuare nessuna nuova scrittura;
2) distribuzione automatica dei dati: il posizionamento dei nuovi dati in ingresso è distribuito in modo da utilizzare equamente tutte le memorie Flash;
3) protezione dei dati ottimizzata per Flash: XtremIO adotta algoritmi proprietari che forniscono un livello di protezione analogo al Raid 6 [standard che definisce il meccanismo di protezione dei dischi – ndr], ma che richiedono un numero di scritture inferiore.