La Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Brescia si avvale della collaborazione di Spedali Civili di Brescia, uno dei più grandi ospedali italiani, per garantire l’assolvimento dei propri compiti istituzionali di didattica e ricerca. D’altra parte, Spedali Civili si avvale della collaborazione con l’Università per assolvere ai propri compiti assistenziali. La collaborazione tra Università e Spedali Civili produce inoltre un elevato numero di studenti specializzandi, attivi sia a livello universitario che ospedaliero. Le due istituzioni agiscono naturalmente con scopi diversi: se per l’Università, il focus è rappresentato dalla didattica e dall’attività di ricerca, per l’Ospedale, dalla cura del malato, ragion per cui l’utilizzo dell’informatica risulta essere differente.
In moltissimo casi, per il singolo utente che opera all’interno di un unico contesto, non c’è distinzione tra lavoro didattico e lavoro medico. Tuttavia, se il medico si trova ad aderire alle regole ben precise dettate dai canoni della sanità, il ricercatore ha invece la necessità che queste regole siano meno stringenti in modo da poter esercitare più liberamente la professione di ricerca. La situazione dal punto di vista informatico era infatti caratterizzata dalla imposizione di regole nel tentativo di dominare la promiscuità di postazioni lavoro, attrezzature, licenze e risorse operanti nella medesima infrastruttura informatica. Situazione che, protraendosi per molti anni, ha portato a una generalizzata insoddisfazione dell’utenza e spesso al tentativo autonomo da parte dei singoli di aggirare le regole che il mondo della sanità giustamente deve porre.
Si è quindi manifestata l’esigenza forte di adottare in modo trasparente – nel momento in cui si opera come docente e ricercatore – le policy universitarie in tutti gli ambiti: dall’utilizzo dei software, alla navigazione internet al supporto informatico.
Si è dunque deciso di virtualizzare macchine e applicazioni e acquisire un’infrastruttura virtuale gestita dall’Università, ma erogata anche all’interno dell’Ospedale.
Ecco la soluzione implementata, vi ha lavorato Personal Data partner di Citrix
L’Università di Brescia ha lavorato con Personal Data (società attiva nella consulenza e innovazioni It, Citrix Solution Advisor) che ha installato e gestito l’infrastruttura server presso il datacenter dell’Università, offrendo il supporto necessario per configurare tutto e garantendo presenza costante per l’assistenza. È stato sfruttato un dominio Microsoft esistente: tutti gli utenti che utilizzano il sistema sono all’interno del dominio stesso.
XenDesktop è la soluzione di Citrix scelta per l’erogazione del desktop; è stato concordato di erogare il desktop proprio per trasmettere all’utente l’idea della separazione netta tra utente universitario e utente ospedaliero.
Considerata l’esigenza primaria dell’istituto, si è lavorato affinché l’utente avesse sul proprio desktop una icona vera e propria (Citrix Receiver) che aprisse una finestra sul mondo universitario in cui trovare disponibili e sempre aggiornate le licenze software secondo le esigenze specifiche dei docenti e ricercatori.
Questo tipo di lavoro ha permesso altresì di erogare le medesime risorse anche in ambienti diversi al di fuori dalle strutture ospedaliere ed in mobilità.
In accordo con l’Ospedale Civile, Citrix Receiver è stato installato su un parco macchine di circa 3000 postazioni in modo generalizzato: ciascun utente che opererà all’interno dell’ospedale, troverà così la propria icona e potrà accedere, tramite username e password, all’ambiente universitario.
“Questo permetterà – ha spiegato Andrea Marinoni, Responsabile dei Sistemi Informativi dell’Università degli Studi di Brescia – di offrire agli utenti il livello di sicurezza e di flessibilità di cui hanno bisogno, senza mai compromettere la loro esperienza che continuerà sempre a essere fluida e senza alcun tipo di interruzione”.
La soluzione scelta di Moonshot HP per il deployment nell’ambito delle soluzioni Citrix – sia per quanto riguarda le applicazioni con l’utilizzo di XenApp, sia di Vdi con l’utilizzo di Xendesktop – permette in fase inziale di distribuire un determinato numero di applicazioni e di VDI a circa 300/400 utenti. In futuro, però, la tecnologia Moonshot permetterà di gestire un livello di densità pari anche a 1500 utenti a soluzione/modulo, senza impattare sugli investimenti in storage o licenze e garantendo un’elevata efficienza, performance e scalabilità.
“All’interno dell’ateneo – ha concluso Marinoni – gestiamo anche molti laboratori didattici e abbiamo esigenze di aggiornamenti frequenti. Per il futuro, vorremmo quindi fare sperimentazioni sui laboratori per arrivare ad allestirne di nuovi in poco tempo, considerando il fatto che un laboratorio comprende dalle 10 alle 50 macchine virtuali. Da qui ad allora, estenderemo il progetto che abbiamo in atto con Ospedali Civili anche ad altri enti ospedalieri della Lombardia” con i quali vi sono in atto convenzioni per la erogazione della didattica.