VMware: “non siamo più quelli dell’hypervisor”

Il regional manager italiano della società, Alberto Bullani, fa il punto sulla strategia dell’azienda: software defined data center, hybrid cloud, mobility (end user computing) sono i tre pilastri, già annunciati a marzo dal Ceo Pat Gelsinger, sui quali VMware svilupperà sempre più la propria azione.

Pubblicato il 27 Mag 2013

Parte dai numeri Alberto Bullani, regional manager di VMware Italia, per raccontare “lo stato di buona salute” della multinazionale: “La società è cresciuta del 22% nel 2012, rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 4,61 miliardi di dollari di fatturato. I risultati sono ottimi anche analizzando gli ultimi due quarter: l’ultimo trimestre del 2012 ha fatto registrare un +22% di fatturato (toccando quota 1,29 miliardi di dollari) rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente; il primo trimestre 2013 ha dato un ulteriore segnale positivo: +13% in relazione al primo trimestre 2012 (raggiunti nel solo primo trimestre 1,19 miliardi di dollari)”.

Numeri che Bullani vuole enfatizzare anche per la positiva partecipazione dell’Italia a questi risultati: “Nel nostro Paese – commenta il regional manager – abbiamo chiuso gli ultimi due trimestri, ovvero dicembre 2012 e marzo 2013, con risultati ben al di sopra del 22% registrati a livello globale”.

Offerta molto diversificata

Alberto Bullani, regional manager di VMware Italia

I risultati derivano dal fatto che la società è riuscita negli ultimi anni a rivalutare e differenziare la propria offerta. “Fino a due anni fa eravamo un’azienda sostanzialmente monoprodotto – spiega il numero uno italiano -. L’offerta principale era un hypervisor, che generava sostanzialmente il 99% delle revenue. Oggi il nostro business è molto cambiato: la maggior parte del fatturato arriva dall’offerta cloud, dai tool di operation management e dall’end user computing (interfacce utente). Sono cresciuti moltissimo, anche in Italia, i servizi professionali, richiesti soprattutto per progetti innovativi e complessi in ambito cloud”.

Luca Zerminiani, systems engineer manager di VMware Italia

Chiediamo allora a Luca Zerminiani, systems engineer manager della società italiana, se la crescita dei servizi professionali non sia sintomo di una carenza di competenze interne presso le aziende utenti, ma la risposta è no: “Non direi; più che altro le aziende chiedono supporto nel ridisegno dei processi – risponde -. Implementare progetti complessi come il cloud richiede un percorso di It transformation; le aziende chiedono supporto soprattutto in virtù delle esperienze già maturate e delle best practice che possiamo fornire”.

Ed è proprio il cloud uno dei tre pilastri portanti della strategia 2013 (e a tendere) di VMware, già annunciata a marzo dal Ceo, Pat Gelsinger, ma che Bullani intende rimarcare: “Dal 2013 il nostro focus si declina in tre differenti pilastri strategici: Software-Defined Data Center, Hybrid Cloud e Mobility/End User Computing”.

Il primo pilastro si riferisce alla gestione automatizzata di tutto il data center. “Grazie all’acquisizione di Nicira (società americana specializzata nella virtualizzazione del network), oggi siamo in grado di portare la virtualizzazione a tutti gli stack del data center; questo significa aumentarne l’automazione e semplificarne la gestione”, commenta Bullani.

L’intenzione di VMware (ciò su cui sta lavorando proprio in questi mesi) è unificare network, security, storage e management del data center in un’ unica linea di prodotti (che si chiamerà VMware NSX) integrando VMware vCloud Networking e Security con Nicira Network Virtualization Platform. La nuova suite verrà lanciata nella seconda metà dell’anno e potrà girare sia su sistemi hypervisor e cloud management VMware sia di altri vendor, così come su qualsiasi hardware di networking sottostante (la piattaforma fornirà anche un framework open per l’integrazione di servizi relativi al networking e alla sicurezza).

Per quanto riguarda il secondo pilastro della strategia, il cloud ibrido, la multinazionale mira a fornire una piattaforma di gestione, orchestrazione, networking e sicurezza unica, dalla quale poter governare gli ambienti cloud, privati e pubblici, anche in modo automatico. “La piattaforma (chiamata VMware vCloud Hybrid Service, arriverà nel corso del 2013) consentirà di muovere carichi di lavoro da ambienti di private cloud a nuvole pubbliche in modo bidirezionale, anche automatizzato, a seconda delle necessità”, osserva Bullani.

Infine, l’End User Computing fa riferimento alla strategia del vendor di abbracciare il mondo mobile con la suite VMware Horizon, già annunciata a febbraio. Lo ricordiamo, si tratta di una piattaforma pensata per la forza lavoro mobile: usa la virtualizzazione per trasformare silos di dati, applicazioni e desktop in servizi It centralizzati che possono essere forniti agli utenti direttamente sui loro dispositivi.

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