Nell’edizione del primo semestre 2022 del report Cyber Risk Index (CRI), elaborato da Trend Micro (in collaborazione con il Ponemon Institute) è emerso che negli ultimi dodici mesi, il 32% delle organizzazioni di tutto il mondo ha subito la compromissione dei dati molteplici volte.
Livello di rischio cyber in aumento
Il Cyber Risk Index (realizzato in base a una ricerca che ha coinvolto 4.100 organizzazioni in Nord America, Europa, Sud America e area Asia-Pacifico) calcola il divario tra le difese cyber dell’azienda, ovvero la postura di sicurezza e la possibilità di subire un attacco. Il Cyber Risk Index si basa su una scala numerica che va da “-10” a “10” con il valore “-10” che rappresenta il rischio più alto.
Il Cyber Risk Index globale è passato da -0,04 nella seconda metà del 2021 a -0,15 nella prima metà del 2022, indicando un aumento del livello di rischio negli ultimi sei mesi.
Questa tendenza si riflette anche nel fatto che il numero di organizzazioni in tutto il mondo che ha subito un attacco informatico “riuscito” è aumentato dall’84% al 90% nello stesso periodo. Inoltre, è previsto un aumento anche del numero di aziende che potrebbero essere compromesse nel prossimo anno, con una percentuale passata dal 76% all’85%.
Le 5 principali minacce cyber nella prima metà del 2022
- Business Email Compromise (BEC)
- Clickjacking
- Attacchi Fileless
- Ransomware
- Furto di credenziali
Le difficoltà delle aziende
Lo studio evidenzia che alcuni dei principali rischi correlati alla preparazione dipendono dalla capacità di rilevamento della superficie di attacco.
Spesso è difficile per i professionisti della sicurezza identificare l’ubicazione fisica delle risorse, dei dati e delle applicazioni business-critical.
Dal punto di vista aziendale, la preoccupazione maggiore è il disallineamento tra CISO e dirigenti. Sulla base dei punteggi forniti dal campione del rapporto, la voce “Gli obiettivi di sicurezza IT dell’organizzazione sono allineati con gli obiettivi di business” ha ottenuto solo un punteggio di 4,79 su 10.
Per ridurre in modo significativo la vulnerabilità agli attacchi è necessario affrontare la carenza di professionisti in campo cybersecurity e migliorare i processi e le tecnologie.
I commenti dei promotori della ricerca
“È difficile – afferma Salvatore Marcis, Technical Director di Trend Micro Italia – proteggere ciò che non si può vedere. Il lavoro ibrido ha inaugurato una nuova era di ambienti IT complessi e distribuiti e molte organizzazioni si sono trovate in difficoltà nel contrastare le lacune relative alla visibilità nel momento in cui la superficie esposta agli attacchi è sempre più ampia. Per evitare che la superficie indifesa aumenti vertiginosamente, è necessario combinare il monitoraggio delle risorse con il rilevamento e la risposta alle minacce, all’interno di un’unica piattaforma”.
“Il Cyber Risk Index – dichiara Larry Ponemon, presidente e fondatore del Ponemon Institute – continua a fornire un’affascinante istantanea di come le organizzazioni globali percepiscono la loro postura di sicurezza e la probabilità che hanno di essere attaccate. La posta in gioco, considerando anche la situazione macroeconomica, è molto alta. Il campione ha indicato l’alto costo delle competenze esterne, i danni alle infrastrutture critiche e la perdita di produttività come le principali conseguenze negative di una violazione”.