Ping Identity: guanto di sfida sul mercato italiano

Obiettivi: impedire che le organizzazioni cybercriminali possano entrare in possesso delle credenziali degli utenti e consentire alle imprese di offrire, in modo dinamico e granulare, accessi sicuri ai propri sistemi di business da parte di un mondo sempre più abituato a usare servizi cloud e device mobili

Pubblicato il 25 Mar 2015

MILANO – Sbarca anche in Italia la tecnologia per la gestione dell’autenticazione degli utenti Ping Identity. Un’offerta che punta soprattutto su: piattaforma per la gestione sicura degli accessi alle applicazioni web e alle Api delle altre risorse a livello enterprise (con Ping Access); gestione della federazione delle identità (Ping Federate); single sign-on per tutti i tipi di utenti e device in modalità Identity as a Service o IDaaS (Ping One); autenticazione multi fattore (PingId).

Luc Caprini, Direttore Sud Europa, Ping Identity

Ping Identity nasce nel 2002 e ha il proprio head quarter a Denver, negli Stati Uniti. “Una delle nostre caratteristiche distintive – spiega Luc Caprini, Direttore Sud Europa dell’azienda – è il ricorso ai protocolli standard come Saml, OAuth, OpenID, OpenSsl e Html5. Le nostre applicazioni possono essere utilizzate come prima piattaforma di Identity access management per un’azienda, per integrare le soluzioni di Iam e i repository di identità legacy con il nuovo mondo cloud e mobile, e possono essere installate on-premise o essere usufruite come Software-as-a-service. Quest’ultima opzione è ideale per le piccole e medie imprese e in generale per tutte le aziende che decidono di adottare fin dalla nascita soluzioni di identity management cloud-based”.

Bruno Degradi, fondatore di Iam+

Per raggiungere i potenziali clienti italiani, il vendor non si è dotato di una presenza diretta in Italia, ma ha deciso di affidarsi alla start-up Iam+, operativa a Milano dallo scorso mese di gennaio e fra i cui fondatori figura Bruno Degradi. “Nel corso della mia carriera lavorativa – racconta Degradi, classe 1952 – mi sono sempre ritrovato a introdurre software innovativi in grandi aziende, vuoi lavorando presso di esse, vuoi aprendo sedi italiane di vendor internazionali. Fino a pochi mesi fa non c’era nessuna installazione di Ping in Italia, ma solo un progetto pilota. Da quando ci è stato affidato l’incarico di commercializzare questo software nel nostro paese, i progetti pilota sono già diventati tre. In questo momento c’è anche un tecnico di Ping che sta formando i nostri collaboratori”.
Sia Caprini sia il co-fondatore di Iam+ non fanno mistero che nel mirino delle attività di marketing di Ping Identity vi siano gli utenti di Ca Siteminder. “Laddove questa soluzione sia già implementata – sottolinea Degradi – non pretendiamo di sostituirla, ma almeno di affiancarci. Per questo motivo ci sforzeremo di spiegare ai Cio la semplicità e la robustezza delle nostre soluzioni, che si installano in modo molto veloce, dopo un semplice download, o possono essere usufruite as-a-service con un modello di pagamento a subscription”.

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