È stato presentato il Security Outcomes Study Volume 2, il nuovo report sulla sicurezza che Cisco ha realizzato coinvolgendo più di 5000 professionisti della security e della privacy in 27 Paesi del mondo, tra cui l’Italia.
Nello studio si legge che il 39% delle tecnologie di sicurezza utilizzate dalle aziende sono superate, e coloro che hanno scelto architetture basate sul cloud hanno il doppio delle probabilità di aggiornare le proprie soluzioni. Per il momento però, soltanto il 39,7% dei professionisti italiani vuole affidarsi al cloud per la propria sicurezza informatica.
D’altra parte, le aziende che utilizzano tecnologie integrate hanno una probabilità sette volte maggiore di raggiungere alti livelli di automazione dei processi, mentre la loro capacità di rilevare una minaccia informatica aumenta incredibilmente del 40%.
Non solo. Più del 75% dei programmi per le operazioni di sicurezza che non fanno affidamento sulle risorse di personale, sono ancora in grado di raggiungere ottimi risultati grazie all’automazione. Dal canto suo l’automazione raddoppia le prestazioni del personale meno esperto, sostenendo in questo modo quelle aziende che stanno vivendo una carenza di competenze e manodopera.
Secondo lo studio, il valore delle architetture di sicurezza basate su cloud non può quindi essere sottovalutato.
Le aziende che utilizzano architetture Zero Trust o Secure Access Service Edge (SASE) hanno il 35% in più di probabilità di implementare operazioni di sicurezza efficaci, mentre quelle in grado di sfruttare le informazioni sulle minacce informatiche possono contare su un tempo medio di riparazione (MTTR) più veloce del 50%.
L’Italia sta viaggiando in questa direzione, con il 28,1% degli intervistati che dichiara di aver già implementato un’architettura Zero Trust, e un buon 63,2% che ha cominciato a farlo con progressi costanti.
Ma come resistere in caso di attacco? Con il panorama delle minacce in continua evoluzione, testare la business continuity e le capacità di disaster recovery con regolarità è più critico che mai: le aziende in grado di implementare queste strategie dichiarano di essere 2,5 volte più resilienti, e in generale la supervisione da parte del Cda sulla business continuity e sul disaster recovery, produce risultati senz’altro migliori.
“Con il passaggio al lavoro ibrido – ha dichiarato Andrea Negroni, country leader Cybersecurity di Cisco Italia – le aziende devono affrontare una maggiore complessità nel proteggere la forza lavoro e, allo stesso tempo, devono superare le sfide dovute alla carenza di personale e ai vincoli di bilancio: è quindi fondamentale investire in tecnologie innovative e pratiche di sicurezza adeguate. Il Cisco Security Outcomes Study 2022 aiuta a capire le priorità delle strategie e delle tecnologie di sicurezza. Investendo in architetture di sicurezza che siano integrate, basate sul cloud e con un’elevata automazione, sarà possibile rispondere alle minacce più velocemente, in modo da concentrare I propri sforzi sul business e sulla sicurezza degli utenti.”