Oltre 1000 partecipanti hanno seguito i lavori del Security Summit Streaming Edition 2021 (la manifestazione organizzata dal Clusit – Associazione italiana per la sicurezza informatica) che si sono articolati in 3 giorni per 36 sessioni complessive; più di un centinaio i relatori che si sono alternati per offrire tre percorsi di approfondimento in ambito tecnico, di gestione della sicurezza e legale.
Gabriele Faggioli, presidente di Clusit, ha così commentato alla chiusura del Convegno: “I numeri di Security Summit Streaming Edition e i riscontri che abbiamo avuto nel corso delle tre giornate ci confermano l’attenzione crescente verso la cybersecurity, sempre più percepita come tema strategico a ogni livello, pubblico e privato ed anche per le ricadute sulla società civile e sul sistema economico dell’intera Italia. Partendo dai dati del Rapporto Clusit per il primo semestre 2021 che abbiamo presentato emerge che è essenziale veicolare attenzione e conoscenza su questi temi per aumentare la percezione dei rischi per la società digitale, tanto quanto è fondamentale investire risorse con una logica di aggregazione ed economie di scala, per rendere gli attacchi più onerosi e pericolosi per i criminali”.
“Abbiamo – ha continuato Faggioli – una grandissima occasione: il PNRR e i fondi per l’innovazione digitale che si riverseranno nel mercato nei prossimi anni. Al di là del capitolo di spesa specifico, alla base della trasformazione digitale del paese ci deve essere la sicurezza. Non esiste innovazione senza sicurezza. Clusit continuerà a lavorare per diffondere la conoscenza e la consapevolezza della cybersecurity a fianco delle istituzioni”.
L’attualità è stata quest’anno più che mai il filo rosso di Security Summit Streaming Edition: tra dati e analisi delle nuove minacce, gli esperti di Clusit hanno approfondito anche il nuovo ruolo dell’Intelligence nel corso della tavola rotonda “Difesa del Sistema Paese: le sfide e l’importanza dell’Intelligence oggi”, con alcuni dei protagonisti del mondo politico e della sicurezza che hanno accompagnato la nascita dell’Agenzia Nazionale per la cyber sicurezza.
Angelo Tofalo, Parlamentare, ex membro Copasir e autore del libro “Intelligence Collettiva. Appunti di un Ingegnere rapito dai Servizi Segreti” (edito da Fondazione Margherita Hack), ha auspicato la diffusione sempre più capillare della cultura della sicurezza in capo alla Intelligence del nostro Paese. “La creazione di una Agenzia Nazionale per la sicurezza cibernetica risponde pienamente alla necessità di coordinare e armonizzare i ministeri e tutta la PA. Abbiamo risorse e know how eccellenti: auspichiamo che, anche istituzionalizzando una forma di dialogo tra grandi gruppi industriali, mondo accademico e pubblica amministrazione il nostro Paese possa dotarsi di sistemi sempre più sicuri e di sviluppare tecnologia sovrana, di interloquire poi sui tavoli dell’Ue, arrivando a scrivere regole internazionali per un mondo sempre più sicuro a livello digitale”.
Marco Santarelli, Direttore scientifico Fondazione Margherita Hack, ha posto l’accento sulle reti informative e il concetto di “connessione”, che oggi ha una valenza ibrida: fondamentale per lo sviluppo della società, ma anche potenzialmente foriero di nuove potenziali vulnerabilità, tra canali geopolitici, sicurezza informatica e terrorismo internazionale.
Al concetto di connessione delle informazioni ha fatto eco Umberto Saccone, che vanta una lunga esperienza nel SISMI ed è oggi Presidente di IFI Advisory: Saccone ha ribadito la necessità che l’Intelligence oggi possa attingere a fonti informative digitali, quindi condivise, ma sicure.
Il dibattito ha poi visto gli interventi di Stefano Quintarelli, Co-fondatore e membro del direttivo Clusit, che si è soffermato sull’esigenza di una governance della transizione digitale, definendo l’informatizzazione come il ‘Quarto Potere’: “Oggi il digitale media la realtà fisica – ha affermato – e deve necessariamente essere governato con meccanismi e procedure nuove. Nel nostro Paese manca in Parlamento un luogo deputato ad affrontare le politiche della transizione digitale. C’è un deficit di competenze e l’attenzione della politica è ancora lontana dal tema. Ma dobbiamo renderci conto che definire un’architettura digitale che costituisca di fatto una architettura istituzionale democratica è la chiave di volta del prossimo decennio”.
Corrado Giustozzi, Senior partner Rexilience, nel direttivo Clusit, ha poi approfondito i rapporti tra strutture di intelligence e sicurezza cibernetica nazionale, in particolare commentando l’evoluzione della strategia che oggi affida la gestione della sicurezza cibernetica nazionale alla nuova Agenzia Nazionale, che “fornisce un governo più coerente e indirizzo più chiaro alla cybersecurity nazionale e rende il nostro Paese più forte anche in un contesto europeo”