Tutto quello che serve per la sicurezza dei contenuti in un’unica soluzione. È questa la promessa di Triton, il security gateway basato su appliance di Websense che integra web filtering, protezione email di ultima generazione e Data Loss Prevention (Dlp). Una piattaforma modulare e scalabile, gestita con un’unica console e che permette un’implementazione ibrida fra tecnologie on-premise e as-a-service, in modo da venire incontro alle esigenze di diverse situazioni, quali le sedi centrali di un’organizzazione, gli uffici periferici o il lavoro da remoto.
La principale ricchezza delle aziende oggi è rappresentata dalle informazioni. Quando si parla di “content security” ci si riferisce sia ai contenuti esterni all’azienda (quelli ai quali gli utenti possono accedere tramite il web o che possono ricevere via email) sia a quelli interni (relativi, per esempio, ai dipendenti, ai clienti o a progetti aziendali). Oggi questi possono essere sottratti o fatti oggetto di abusi da parte di soggetti non autorizzati in modi completamente diversi da quelli di qualche anno fa, facilmente affrontabili con sistemi di sicurezza legacy, anche stand-alone, come gli antivirus o gli antispam. Quando parla di unified content security, quindi, Websense si riferisce a un insieme di contromisure per proteggere tanto i dati quanto i processi delle aziende da minacce esterne che oggi sono diventate sempre più sofisticate, personalizzate e multicanale.
“Sei anni fa – afferma Emiliano Massa, director of regional sales di Websense Italy – siamo stati i primi a muoverci sulla content security. Triton è un ambiente totalmente unificato che si presenta come una singola piattaforma, sullo stesso hardware, con una sola console comune, per proteggere il dato in modo assolutamente integrato”. Le soluzioni implementate in Triton sfruttano l’Advanced Content Engine, un motore che sottopone il mondo 2.0 a uno scanning in tempo reale per identificare le minacce e classificare i contenuti per poter applicare delle policy”. Massa fa notare come i “grandi repository del mondo 2.0 ormai non siano più categorizzabili”. Spesso una stessa applicazione può essere usufruita in forme che sfuggono ai motori di sicurezza web statici. Un esempio sono i widget, come Youtube quando viene visualizzato in iGoogle (servizio per creare personal web); in questo caso infatti viene eluso l’eventuale firewall destinato a bloccare l’applicazione Youtube. “Per questa ragione occorre uno strumento in grado di offrire una maggiore profondità di analisi come un motore in real-time”.
Particolare non di poco conto è l’offerta di un’unica console di management, frutto di ingenti investimenti in integrazione effettuati negli ultimi anni da Websense. “Altri nostri competitor – puntualizza Massa – a seguito di acquisizioni hanno sviluppato un’offerta esaustiva ma non integrata. Nel cruscotto di Triton le soluzioni usano lo stesso linguaggio. L’appliance su cui viene effettuata l’installazione può crescere seguendo il cliente nelle sue necessità di protezione: dal web alla mail, alla Data Loss Prevention. Tutto utilizzando un’unica chiave di licenza. Si tratta di un’opzione ideale a fronte dell’attuale momento economico e coerente con i desiderata dei Cio”.
Dati sicuri dal web
Websense punta sull’Unified Content Security per proteggere i dati e i processi aziendali da minacce sempre più sofisticate, come quelle basate sul social engineering e sull’uso combinato di diversi canali. E lo fa con una soluzione basata su appliance e aperta al cloud modulare e scalabile.
Pubblicato il 16 Giu 2011
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