Per far fronte con efficacia alle minacce avanzate servono, oltre alla tecnologia, intelligenza e competenze, per capire le logiche e l'organizzazione degli attaccanti e come prevederle. Questo il pensiero che guida la strategia di FireEye nella sua proposta di soluzioni per contrastare cyber attacchi di nuova generazione.
“In Italia – ha dichiarato Marco Riboli, Vice Presidente Southern Region di FireEye – va aumentando la consapevolezza di questi pericoli. Attualmente ci rivolgiamo principalmente alle grandi organizzazioni dei settori government e finance, ma sempre più anche le aziende del manufacturing (tutte le realtà che hanno proprietà intellettuale da difendere e in particolare quelle di respiro internazionale) stanno attivandosi per rispondere alle minacce più evolute”.
Minacce che, secondo quanto riportato nel Regional Advanced Threat Report Emea relativo al secondo semestre del 2015 e presentato a Milano da FireEye, sono particolarmente preoccupanti nel nostro Continente, in quanto riflettono le tensioni geopolitiche, finanziarie ed economiche che stiamo vivendo.
Tra i Paesi Emea più colpiti vi sono infatti Turchia, Spagna (storicamente collegata all'America latina a sua volta teatro di difficoltà), Israele, Belgio, Lussemburgo, Germania e Gran Bretagna, che insieme rappresentano oltre il 60% del totale delle minacce rilevate nella seconda parte dell'anno scorso.
Nell’analisi è stato riportato che le capacità dei cyber criminali sono in continua evoluzione e determinate da numerosi obiettivi: rubare i dati personali e le strategie di business, ottenendo un vantaggio competitivo o, d'altra parte, danneggiare l'affidabilità operativa dei soggetti attaccati. Tra la prima e la seconda metà del 2015, nello specifico, il panorama delle minacce ha subìto cambiamenti: i cyber criminali stanno adattando i propri strumenti affinando tecniche e procedure, in particolare l'utilizzo delle macro è il metodo preferito per compromettere le vittime.
“Le nostre statistiche – ha aggiunto Riboli – rilevano che il numero di segnalazioni uniche nel 2015 è più che raddoppiato nel Sud Europa. In tale area, la Spagna ha registrato più del 50% di attacchi mirati avanzati, seguita dall'Italia che raggiunge il 30% e dalla Francia con il 19%”.
A fronte di questa situazione “solo il 45% dei board aziendali – ha dichiarato Julie Cullivan, Svp Business Operations e Cio di FireEye intervenuta all'incontro milanese – partecipano alla strategia relativa alla sicurezza. Abbiamo invece constatato che, quando viene condiviso il problema, gli investimenti in cyber security aumentano del 24%.
I passi dei responsabili IT per sollecitare l'interesse dei propri colleghi dovrebbero dunque essere:
- approcciare il tema come una questione di rischio aziendale a largo spettro
- identificare chiaramente regole e responsabilità in merito
- stabilire momenti precisi di incontro per affrontare regolarmente l'argomento in modo che tutto il management delinei il contesto in cui ci si muove e identifichi quali rischi possono essere tollerati, quali assolutamente prevenuti e così via”.
Per approfondire la tematica leggi anche il resoconto dell'Executive Dinner organizzato da ZeroUno in collaborazione con HPE e FireEye dal titolo "Cybersecurity a 360°, partendo dall’intelligence"