Un partner dal dna completamente italiano per le aziende, le banche e altre istituzioni che si trovano a confrontarsi con problemi legati all’adozione di nuove strategie di e-business e a paradigmi architetturali complessi e innovativi quali il cloud, la virtualizzazione e la mobility. Si chiama Iks ed è un gruppo nato fra la fine degli anni Novanta e la metà del Duemila dall’incontro fra professionisti senior e competenze molto specialistiche – ottenute anche attraverso vere e proprie acquisizioni di aziende, parte delle quali continuano a operare come ‘legal’ separate, ma in sinergia con la capogruppo – in aree quali It governance, sicurezza, compliance, ottimizzazione infrastrutturale, applicazioni mobile.
Iks si presenta come una realtà di consulenza e system integration che, tramite le proprie business unit valorizza tecnologie di terze parti (“Collaboriamo con tutti i principali vendor”, sottolinea Roberto Castellani, sales manager e partner di Iks) e prodotte da aziende del gruppo. Tra queste spicca Kleis, una società nata nei primi anni 2000, che ha sviluppato soluzioni antifrode in ambito finanziario adottate da molti primari istituti di credito italiani. Un altro fiore all’occhiello del gruppo è Kima, una società di certificazione nel settore della monetica, e in particolare rispetto l’adozione dello standard Pci (Payment Card Industry).
In questo caso, la separazione legale della società è reso necessario dall’impossibilità di fare coesistere i business dell’auditing e della remediation in un’unica entità. Completano il quadro del gruppo altre due società: dadoquadro, azienda specializzata in servizi per l’Enterprise 2.0, la dematerializzazione e l’integrazione dei processi, e Ikstn, una società che sviluppa soluzioni in ambito sicurezza e mobilità a favore di tutto il gruppo e segue direttamente i clienti situati in Trentino e Alto Adige. “Ad oggi il nostro portfolio clienti – rivela Castellani – conta circa 800 aziende, un quarto delle quali storiche. Il fatturato Iks si aggira intorno ai 12 milioni di euro”.
Tra i fronti sui quali ultimamente il gruppo si è evidenziato con proposte innovative c’è quello della governance delle licenze software. “Proponiamo – spiega Paolo Pittarello, amministratore delegato e founder – servizi e tool che permettono di analizzare la situazione del licensing attraverso una riconciliazione fra i ciò che è installato e gli ordini e i contratti stipulati. La soluzione esamina anche l’effettivo utilizzo delle licenze. L’obiettivo principale è fare emergere sia le situazioni di under-licensing, che pongono le aziende di fronte a rischi legali ed economici, soprattutto oggi che i grandi vendor hanno avviato stringenti attività di auditing, sia situazioni di over-licensing, che comportano sprechi di risorse”. Il ricorso a soluzioni di questo tipo si rivela tanto più necessario oggi in quanto una sempre maggiore quantità di processi business si basa sull’Ict e i paradigmi della virtualizzazione e del cloud comportano una crescente complessità nel controllo delle licenze software connesse a nuove attivazioni, dismissioni o upgrade.