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Quando il mondo industriale è riuscito a superare la compartimentazione e capire che la via dell’efficienza passa dalla connessione, dalla comunicazione digitale e dall’integrazione, per la produzione è iniziata una nuova era all’insegna dell’efficienza e della semplificazione. Per i responsabili dei sistemi informativi, invece, il lavoro si è notevolmente complicato.
Abbandonare la logica dei silos per abbracciare lo sviluppo integrato delle filiere, significa allargare le vision su tutte le componenti che caratterizzano l’infrastruttura aziendale e che non riguardano più solo ciò che succede dentro al perimetro della fabbrica. Sembra scontato, ma non lo è: l’efficienza del business, infatti, aumenta le variabili di rischio perché dipende da una quantità di sistemi e di processi diversi che devono funzionare tutti e, possibilmente, nel modo migliore.
Proteggere macchinari, dispositivi, sistemi e reti non basta
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Ecco perché è necessario progettare una sicurezza di nuova generazione (ICS – Industrial Control System), capace di ragionare su più livelli di protezione andando a offrire una copertura integrata e adeguata non solo a ciascun macchinario ma anche a ciascun dispositivo fisso e mobile presente in azienda, arrivando via via a presidiare tutti i piani di ogni edificio, gestendo un processo di collegamento e clusterizzazione che, in maniera addizionale, porta a una moltiplicazione degli armadi che contengono e governano tutti i raccordi tecnologici di rete a supporto dei flussi informativi fino ad arrivare ai data center spesso distribuiti su più sedi.
Garantire la business continuity assicurando l’operatività di un installato variegato e sempre più sofisticato, caratterizzato da architetture fisiche, soluzioni virtuali e servizi in cloud impone una capacità di monitoraggio e di controllo estremamente più puntuale e veloce. Conciliare le soluzioni più datate (legacy) con quelle più innovative, garantire la sicurezza degli ambienti, inventariare i sistemi per risolvere criticità e aggiornare le patch sono solo i primi capitoli di una buona amministrazione della sicurezza.
Industria 4.0: anche la sicurezza diventa più intelligente
La progressiva digitalizzazione dei processi e l‘ingresso anche nell’industria di quella Internet of Things che sta portando una nuova intelligenza alle cose, ha inaugurato nuove logiche di servizio, non solo arricchendo i processi informativi ma anche migliorando la qualità della comunicazione e della relazione. Il problema è che oggi tutte le comunicazioni tra i sistemi industriali e i sistemi IT sono basate su IP e, quindi, aperte alla possibilità di cyber attacchi. Ecco perché servono nuovi paradigmi di presidio: degli endpoint, dei dati e delle reti. Non solo è necessaria un’impostazione degli accessi allargata a più utenti e con logiche di prioritizzazione del traffico gerarchiche, ma serve anche una gestione elastica, capace di controllare la crescita esponenziale dei flussi informativi, l’introduzione di nuovi sistemi di archiviazione e di interrogazione, l’integrazione di nuove componenti a livello hardware o a livello software che, nel tempo, si rinnovano aggiungendo sempre nuove funzionalità.
Ci sono 3 trend rilevanti che riguardano la cybersecurity in ambito industriale:
- L’aumento del malware specificatamente sviluppato per attaccare reti ICS
- La crescita degli attacchi datacinetici, ossia attacchi sferrati dal cybercrime che impattano sul mondo fisico (tra i malware più noti Stuxnet, per citare solo un esempio)
- La diffusione della IOT che fa crescere gli investimenti in questo settore e quindi anche l’attenzione delle organizzazioni criminali per le nuove piattaforme smart
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Mettere in sicurezza gli oggetti della Internet of Things significa predisporre sistemi automatici di analisi che aiutino chi si occupa di governare i sistemi a ricevere le segnalazioni giuste al momento giusto, senza essere distratto dai falsi positivi e da alert a basso impatto che distolgono l’attenzione dagli eventi minacciosi e realmente pericolosi per la business continuity.
Le minacce sono reali e a capacità infinita
Le minacce ai sistemi industriali sono vere e hanno dei nomi. Havex, ad esempio, è un Remote Access Tool (RAT) che il cybercrime utilizza per entrare in una macchina, scansionare il sistema e connettere una serie di risorse maligne che possono essere usate in seguito per scatenare l’attacco. I dati raccolti sono inviati a una serie di server remoti spesso affittati solo per un breve periodo, rendendo ancora più difficile intercettare le origini dell’azione criminale.
BlackEnergy, invece, è un Trojan usato per sferrare attacchi DDoS, fare spionaggio industriale e sferrare attacchi che possono anche annientare il patrimonio informativo aziendale. Solo nel 2014, una serie di attacchi BlackEnergy ha iniziato a infettare molti sistemi atti al controllo industriale, compromettendo, ad esempio le centrali elettriche ucraine che hanno bloccato l’operatività di molte aziende a cui fornivano energia.
Come spiegare il TCO della sicurezza al CdA
Per i responsabili dei sistemi informativi spiegare al CDA che la produttività aziendale funziona meglio grazie alle tecnologie è un conto. Più difficile è spiegare è il costo, associato agli investimenti necessari alla sicurezza che serve a garantire la continuità operativa del business.
Proteggere la rete ICS (Industrial Control Systems) dagli attacchi sempre più sofisticati del cybercrime ma anche dai malfunzionamenti endemici come guasti e malfunzionamenti è solo la punta dell’iceberg. È fondamentale proteggere un patriminio industriale fatto di prodotti e di informazioni (progetti, contratti, manuali, schede tecniche, anagrafiche) sempre più spesso digitali che vanno gestite con nuovi criteri di protezione e di conservazione, allineate a normative sempre più stringenti. Per questo è necessario lavorare su una nuova cultura che porti maggiore consapevolezza rispetto a comportamenti che possono essere rischiosi per l’organizzazione, implementando policy di security IT integrate a quelle industriali.
Spiegare al CDA che per garantire la sicurezza del processo industriale è necessario investire in soluzioni più avanzate e integrate di ICS, capaci di potenziare SCADA (Supervisory Control And Data Acquisition), DCS (Distributed Control System) e PLC (Programmable Logic Control) senza incidere sulla continuità operativa non è facile. Ma è necessario. Il ritardo, anche di pochi secondi, nell’identificazione di eventuali vulnerabilità o l’intempestivo blocco di un malware potrebbero avere ripercussioni molto gravi su tutta la produzione. E il CDA deve saperlo.
Agli IT manager (e all’industria) servono:
- strumenti di monitoraggio e controllo che, attraverso una reportistica di dettaglio avanzata e permetta di gestire i dati in tempo reale, aiutando così le aziende a prendere le decisioni e a presidiare al meglio il governo del business
- sistemi informativi ad altissima efficienza che assicurino sia la produttività degli operatori che i servizi ai clienti
- strumenti di tracciabilità, rintracciabilità, misurazione, monitoraggio, controllo e cifratura avanzati, per garantire qualità della sicurezza e della governance dentro e fuori all’azienda
Il mondo industriale sposa l’ubiquitous technology, favorendo un rinnovamento tecnologico che porta innovazione nei servizi. La condizione perché funzioni è che deve funzionareil presidio dei sistemi, con una definizione precisa di tutte le attività di controllo (gestione delle identità e degli accessi, sorveglianza, protezione, manutenzione e aggiornamenti) e delle risorse preposte a seguire i processi collegati alla nuova soluzione/servizio smart. Digitalizzazione e visualizzazione sono parte integrante di una comunicazione potenziata dalle tecnologie. Attraverso una molteplicità di schermi e una nuova intelligenza gestionale da tempo ha abbandonato quell’approccio compartimentato che un tempo rendeva il mondo industriale relativamente sicuro.