La capacità di system integration e l’esperienza accumulata nel settore delle Tlc si sono incontrate, in Italtel, per sviluppare un’offerta nel settore della sicurezza rivolta soprattutto alle imprese e alle organizzazioni in cui le reti svolgono una funzione mission-critical. “Non siamo né una grande società di consulenza, né un vendor It”, spiega Maurizio Tondi, responsabile market development e offering Emea dell’azienda di telecomunicazioni e networking, “ma piuttosto una boutique che fa leva sulle aree su cui abbiamo sviluppato competenze e referenze”. E questo anche quando, dall’ambito storico del software per le architetture di rete o dell’installazione di backbone Ip per gli operatori, Italtel mira a espandersi, con il nuovo piano industriale, nel mercato della sicurezza It e fisica, puntando anche a nuovi mercati verticali ed esteri. La promessa è quella di fornire soluzioni di sicurezza integrata nelle infrastrutture con l’aggiunta di sistemi di data management che applicano le metodologie e le tecnologie utilizzate per i big data. Da anni con i nostri software gestiamo l’estrazione e la correlazione di dati da fonti eterogenee sulle reti degli operatori per supportare, per esempio, le attività di fatturazione”.
Oggi Italtel si presenta quindi come una realtà con tre anime. “Una – chiarisce Tondi – è quella di produttore di software per il mondo delle Tlc, area nella quale siamo attivi a livello di ricerca e sviluppo: basti pensare che un terzo dei nostri dipendenti è di estrazione ingegneristica. Quindi c’è l’anima da system integrator, dove valorizziamo l’innovazione di terze parti: fra queste, per citarne solo due, ci sono Cisco e Microsoft. Infine, c’è l’anima nuova, quella di attore nel mercato della security. Anche in questo caso ci proponiamo con un profilo di system integration, in cui abbiniamo il nostro know-how accumulato in anni di lavoro nel settore delle infrastrutture con le migliori tecnologie di sicurezza disponibili”.
Nel mirino di Italtel ci sono innanzitutto le organizzazioni che devono proteggere infrastrutture critiche, come quelle dei settori Finance, Energy, Transportation, Difesa, nonché Regioni, Sanità ed Enti locali. Da dove sorgono i maggiori rischi per queste entità? “Una delle fonti è l’utilizzo dei social media – risponde Tondi – che da una parte costituisce un’attività irrinunciabile per lo sviluppo del business e dall’altra rappresenta una causa importante di potenziale vulnerabilità. Un altro fronte è quello del Bring-your-own-device, che impone alle aziende di adottare nuove policy di sicurezza e sistemi di mobile device management. Un ulteriore problema con cui le aziende oggi si trovano a dover fare i conti è quello della reputazione di brand, dirigenti e fornitori aziendali. Siamo in grado di implementare sistemi basati su sofisticati motori di ricerca che permettono di analizzare fonti aperte di dati, come blog, forum, media e banche dati”.
L’approccio “tagliato su misura” di Italtel alla sicurezza, inoltre, si estende anche alla messa in protezione delle infrastrutture in cui sono presenti impianti con sistemi di controllo Scada (recentemente finiti nel mirino degli hacker), oppure alla realizzazione di sistemi che integrano sistemi It e videocamere per la gestione di situazioni a rischio.
“Infine – conclude Tondi – diamo la possibilità di implementare queste soluzioni all’interno di Security operation center aziendali o di sfruttare il nostro stesso Soc”.