Un sondaggio condotto da Lsi, uno dei più importanti produttori di tecnologie nelle aree dello storage e delle reti, condotto su 170 direttori dell’IT e decision maker, ha rivelato che per il 41% delle aziende la minaccia più grande alla sicurezza è rappresentata dall’abuso da parte dei dipendenti delle reti aziendali. A ruota, il 21% viene dall’hacking tradizionale, il 15% dai perimetri di rete, e il restante dalle minacce terroristiche e la mancanza di crittografia nei datacenter. Come testimonia lo stesso product marketing dei processori di contenuto Tarari di LSI, John Bromheadm questa percentuale così elevata dovrebbe fare drizzare le orecchie alle organizzazioni, portandole a rivalutare una forma di educazione più forte nei confronti dei propri dipendenti, sulle tematiche della sicurezza in azienda: “Le organizzazioni”-dice Bromheadm- “devono assicurarsi che il proprio personale sia pienamente consapevole dei rischi cui può esporre un’azienda quando scarica immagini o lascia password incustodite in ufficio.”
Certo sarebbe riduttivo pensare che basti semplicemente fare educazione in azienda, specie se si considera che da una parte, si parla di grandi aziende con reti dove gira una quantità di dati enorme, dall’altra, che spam, hacker, virus e cavalli di Troia si evolvono alla velocità della luce e che, appunto per ciò, è necessario, da parte delle aziende, un atto di responsabilizzazione che preveda un investimento in un robusto sistema di protezione. Il principale motivo che induce le aziende a non investire nei sistemi di sicurezza delle reti è il costo. Inoltre, al problema dei costi si affianca quello della riduzione dei consumi da più parti sollecitate sulla scia di un maggiore sostenibilità ambientale. Per questo, dice Bromhead: “LSI sta affrontando il problema con i propri processori su chip per l’ispezione dei contenuti Tarari, che ridurranno il costo complessivo nell’incrementare l’intelligence, il controllo e la sicurezza sulle reti.” La serie Tarari T1000, sviluppata per gli OEM del networking, facilita la creazione di procedure di sicurezza sotto forma di applicazioni per la gestione unificata delle minacce, capaci di occuparsi della protezione delle informazioni, l’identificazione delle intrusioni e il controllo di virus.
E’ necessario quindi che le aziende cambino il loro modo di considerare la sicurezza e che prendano nota dei vantaggi che un’adeguata protezione può apportare.
“La protezione non deve costare un mondo: là fuori ci sono tecnologie in evoluzione che offrono veramente risparmi di costi e consumi. Sono passati i giorni in cui questo livello di protezione era riservato solo alle grandi aziende,” ha concluso Bromhead.
Le reti aziendali a rischio per l’abuso dei dipendenti
Pubblicato il 03 Set 2008
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