Nel corso di una recente ricerca, il team di Attack Surface Management di Group-IB ha analizzato istanze che ospitano database esposti su internet.
Quanto constatato conferma che il numero di banche dati accessibili tramite Internet tutto il mondo è aumentato del 16%, fino a raggiungere 165.600 unità nella seconda metà del 2021. La maggior parte di queste è ospitata su server statunitensi.
L’Attack Surface Management di Group-IB scansiona continuamente l’intero spazio IPv4 e identifica risorse raggiungibili dall’esterno, che ospitano, per esempio, banche dati esposte, pannelli malware o phishing e sniffer JS.
Gli esperti di Group-IB avvertono: una gestione negligente delle risorse digitali aziendali mina gli investimenti in sicurezza ed estende la superficie di attacco. Le conseguenze di un database vulnerabile spaziano da una violazione dei dati un successivo attacco ai danni di dipendenti o clienti le cui informazioni erano mal protette.
Con l’acutizzarsi della pandemia e a fronte del crescente ricorso allo smart working, le reti aziendali sono diventate sempre più complesse ed estese. Questo ha inevitabilmente comportato un aumento del numero di risorse pubblicamente accessibili non inventariate correttamente.
Per violazioni del GDPR sono state emesse nel solo 2021 quasi 1,2 miliardi di dollari di sanzioni. Secondo IBM, il costo medio di una violazione dei dati è aumentato da 3,86 milioni di dollari a 4,24 milioni lo scorso anno. In molti casi, una violazione dei dati inizia con un cyber-rischio evitabile, come nel caso di una banca dati alla mercè del web.
Quindi, nel solo 2021, il team di Attack Surface Management di Group-IB ha identificato 308.000 database pubblicamente accessibili. Il numero di banche dati esposte è aumentato a livello globale quasi ogni trimestre dall’inizio del 2021, raggiungendo il picco massimo nel primo trimestre del 2022 con 91.200 unità rilevate.
La maggior parte delle banche dati esposte rilevate tra Q1’2021 e Q1’2022 si basano sul sistema di gestione dei database Redis.
Quando si tratta della gestione degli asset digitali ad alto rischio, la scoperta tempestiva di eventuali vulnerabilità ha un ruolo essenziale. Gli aggressori identificano rapidamente le opportunità di trafugare informazioni sensibili o penetrare ulteriormente nella rete.
Secondo le rilevazioni del team di Attack Surface Management, nel primo trimestre del 2021, il proprietario di un database esposto impiegava in media 170,2 giorni per risolvere il problema. Il tempo medio è diminuito gradualmente nel corso del 2021 per poi risalire al valore iniziale di 170 giorni nel primo trimestre del 2022.
In termini di distribuzione geografica degli asset vulnerabili, la maggior parte dei database esposti su Internet lo scorso anno sono stati individuati su server situati negli Stati Uniti.
Nella graduatoria mondiale l’Italia si colloca all’ultimo posto della top ten dei Paesi con più database esposti: lo specialista della cybersecurity ha infatti identificato 4.242 banche dati accessibili tramite Internet, a cui si sommano le 722 registrate nel primo trimestre del 2022, corrispondenti ad un decremento del 35% rispetto al numero di asset esposti rilevati nel quarto trimestre Q4 2021.
“Nel caso di un database accessibile pubblicamente non siamo necessariamente in presenza di una compromissione o di un leak malevolo. Nella maggior parte dei casi, le banche dati esposte su Internet sono risorse digitali trascurate, mal configurate e quindi accidentalmente alla mercè del web. Vorremmo sottolineare che le banche dati così esposte comportano gravi rischi, qualora gli aggressori vi accedano prima che l’azienda scopra l’asset dimenticato o mal protetto” affermano da Group-IB.
“Molti incidenti di sicurezza – commenta Tim Bobak, Direttore del prodotto Attack Surface Management di Group-IB – possono essere scongiurati con poco sforzo e un insieme efficace di strumenti. L’anno scorso, oltre il 50% dei nostri interventi di risposta agli incidenti informatici è derivato da falle di sicurezza perimetrali evitabili. Un database accessibile pubblicamente, una porta aperta o un’istanza cloud che esegue un software vulnerabile sono tutti rischi critici, ma sostanzialmente prevenibili. Alla luce della crescente complessità delle reti aziendali, tutte le organizzazioni dovrebbero avere piena visibilità della loro superficie di attacco”.
Il nuovo prodotto AssetZero di Group-IB è una soluzione (EASM –External Attack Surface Management) per la gestione della superficie di attacco basata sull’intelligence. In quanto tale, fa leva sull’intero ecosistema di Threat Hunting e raccolta delle informazioni di Group-IB, rileva costantemente tutti gli asset informatici esposti all’esterno, identifica le potenziali vulnerabilità e prioritizza i problemi da risolvere tramite un’interfaccia all-in-one intuitiva.