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Data privacy: continua a crescere il ROI in quest’ambito

I clienti chiedono più trasparenza alle aziende e dimostrano preoccupazione per l’utilizzo dei dati nell’intelligenza artificiale e all’interno del processo decisionale automatizzato

Pubblicato il 23 Feb 2022

Data privacy

Secondo i dati estrapolati dalla quinta edizione del report annuale di Cisco dedicato alle pratiche sulla privacy adottate dalle aziende (che ha coinvolto circa 4.900 professionisti provenienti da 27 Paesi), in Italia il 93% degli intervistati non si sente sicuro ad acquistare beni e servizi da un’azienda che non sa proteggere i suoi dati in modo adeguato. Mentre l’85% sottolinea, all’interno del processo di acquisto, l’importanza delle certificazioni sulla privacy fornite da enti esterni.

Sempre in Italia inoltre, il 97% dei professionisti ha dichiarato che la privacy è ormai parte integrante della loro cultura, con un buon 94% che confessa addirittura di riferire con regolarità una o più metriche sulla privacy ai loro consigli di amministrazione.

Le aziende, dal canto loro, continuano a investire in questo settore stimando un ritorno mediamente del doppio rispetto all’investimento iniziale (1,8 in più). In base al Data Privacy Benchmark Study 2022, il ritorno sull’investimento (ROI) della privacy è infatti in crescita per il terzo anno consecutivo, con maggiori benefici per le aziende di piccole e medie dimensioni.

Più del 60% ritiene che la privacy aggiunga un grande valore alle aziende, permette di ridurre i ritardi nelle vendite, di mitigare l’impatto dovuto dalle violazioni dei dati, di abilitare il processo di innovazione, di operare con maggiore efficienza, di consolidare la fiducia dei clienti e di attirare nuovi clienti.

Ma non è tutto. Stando a quanto rilevato dal Data Privacy Benchmark Study 2022, la legislazione sulla privacy è stata accolta in maniera positiva dall’83% degli intervistati di tutti i 27 Paesi coinvolti, anche se il rispetto di queste leggi spesso comporta sforzi e costi significativi: catalogare i dati, mantenere le registrazioni delle attività di elaborazione, implementare i controlli e rispondere alle richieste degli utenti, tanto per fare qualche esempio.

Resta per ultimo il problema della protezione dei dati e del loro utilizzo. Sul primo punto Governi e aziende stanno cominciando ad impostare i requisiti di localizzazione dei dati stessi, una delle priorità aziendali secondo l’opinione del 92% degli intervistati, anche se per l’88% si tratta di costi molto elevati.

Sul secondo punto il 96% degli intervistati italiani concorda invece sul fatto che l’utilizzo dei dati debba essere fatto in modo responsabile ed etico.

“Con il 94% delle aziende che dichiara di riferire con regolarità le metriche sulla privacy al management e ai consigli di amministrazione e con un aumento medio dell’investimento del 13%, non c’è ormai più alcun dubbio che la privacy sia un elemento essenziale per il business di tutte le aziende. È parte delle competenze vitali e delle responsabilità fondamentali per i professionisti della security. Il report di quest’anno ha confermato che allineare la privacy con la security crea maggiori vantaggi finanziari rispetto ad altri modelli” ha spiegato Harvey Jang, Cisco Vice President and Chief Privacy Officer.

“Cisco ha sempre avuto una grande attenzione per la privacy dei dati, compresa la governance delle tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale. Stiamo pubblicando il Responsible AI Framework come prova dell’impegno, della trasparenza e dell’adattabilità di Cisco, stabilendo un processo di governance e pratiche di lavoro concrete per i nostri team di sviluppo, compresi i canali di comunicazione con i nostri clienti e le diverse aree geografiche. Vogliamo definire dei principi chiari e in linea con i valori dei nostri clienti” ha dichiarato Anurag Dhingra, Cisco Vice President and Chief Technology Officer, Collaboration.

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