Sorprendente ma vero: il 26% degli italiani ritiene che spiare segretamente il proprio partner sia accettabile e il 6% ha ammesso di aver installato sullo smartphone del compagno o convivente uno stalkerware ovvero un software che permette di monitorare da remoto le attività sul dispositivo di una persona senza il suo consenso e senza che quest’ultimo ne riceva notifica. Dati questi contenuti nel report Digital stalking in relationships realizzato dalla società di sicurezza informatica Kaspersky e condotto da Sapio Research (più di 21.000 persone intervistate in 21 paesi, inclusa l’Italia) ed infine presentato in Senato in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne su iniziativa del Senatore Tommaso Nannicini. E proprio continuando ad analizzare i dati del report si scopre che l’8% degli italiani è stato obbligato dal proprio partner ad installare un’applicazione di monitoraggio mentre l’11% ha ammesso di essere stato perseguitato tramite dispositivi tecnologici ed il 24% sospetta che il proprio partner violi la sua privacy digitale. Dati che diventano particolarmente allarmanti se si tiene conto che quasi la metà delle vittime italiane di stalking tecnologico è stata monitorata tramite un’applicazione per telefono (36%). Nonostante gli stalkerware siano tranquillamente in commercio sono di fatto una forma di cyberviolenza e sono utilizzati per spiare il partner nelle relazioni in cui avvengono abusi.
Stalkeware come funzionano e come vengono utilizzati
Gli stalkerware possono essere installati sui dispositivi di un utente senza il suo consenso e permettono di accedere a dati personali. A seconda del tipo hanno a disposizione una serie di funzioni che consentono a chi ne fa uso di:
- Leggere tutto quello che viene digitato dalla persona sorvegliata e registrare ogni dato inserito nel dispositivo, comprese le credenziali di qualsiasi tipo di servizio come applicazioni bancarie, negozi online o social network.
- Scoprire dove si trova la persona con il monitoraggio in tempo reale dei movimenti col GPS.
- Ascoltare e registrare quello che viene detto tramite l’intercettazione delle chiamate.
- Leggere i messaggi su qualsiasi sistema di messaggistica a prescindere dall’uso di funzioni crittografiche.
- Monitorare tutta l’attività sulle piattaforme social e guardare foto e video o accendere la fotocamera.
Di fatto, sono strumenti di controllo e il passo è breve, brevissimo per diventare una pratica talmente invasiva da essere utilizzata per spiare il partner in relazioni che non possono essere considerate sane.
Kaspersky ha cercato di comprendere anche quanti utenti dei suoi prodotti sono stati colpiti da stalkerware: quasi 28.000 utenti mobile in tutto il mondo di cui 527 in Italia. I paesi più colpiti in assoluto sono Russia, Brasile e Stati Uniti.
“La cosa grave”, ha sottolineato Alessandra Venneri, Head of Communications and Public Affairs di Kaspersky, “è che oggi scaricare uno stalkerware dal web è alla portata di tutti oltre che perfettamente legale”. Nonostante siano stati inibiti sugli store Android ed Apple, le app di tipo stalkerware o spyware sono reperibili ed in commercio come strumenti per il controllo parentale o come soluzioni antifurto.
Violenza Informatica di Genere: regolare lo stalkerware e proteggere le vittime
Un fenomeno di cyberviolenza che deve essere contrastato sia dal punto di vista legislativo che tecnologico attraverso provvedimenti normativi, sistemi di monitoraggio per il contrasto e con iniziative di alfabetizzazione e formazione secondo gli obiettivi che il Governo si è dato nel nuovo Piano Strategico Nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023 e in linea con quanto stabilito anche dalla Corte europea dei diritti dell’uomo con la Sentenza Buturuga contro Romania.
Dal suo canto, Kaspersky ha partecipato alla nascita della Coalition Against Stalkerware nata nel 2019 per contrastare questo fenomeno e sensibilizzare l’opinione pubblica. Una coalizione aperta e composta da 40 membri attivi in diversi settori a cui si è aggiunta anche l’Interpol. La violenza informatica di genere è una realtà diffusa. Se l’obiettivo è ricorrere a forme di tutela più ampie dal punto di vista normativo e culturale bisogna agire in fretta. Basta sapere che secondo quel 26% che ritiene accettabile essere spiati dal partner, le motivazioni sono il sospetto di infedeltà (70%), possibili coinvolgimenti del partner in attività criminali (59%) e motivi legati alla sicurezza del partner (52%). “Quando è stato chiesto agli intervistati se fosse giusto monitorare consensualmente le attività online del proprio partner” ha aggiunto Alessandra Venneri “quasi la metà degli italiani (44%) si è dichiarato favorevole: il 25% lo farebbe per motivi di trasparenza all’interno della coppia mentre il 19% solo per tutelare la sicurezza fisica del partner o se il monitoraggio è reciproco”.
Cosa non fare se si è vittima di stalkerware
Disinstallare l’app se si sospetta di essere vittima di stalkerware può essere una scelta sbagliata perché lo stalker può notarlo e questo in contesti di violenza pregressa può essere causa di un comportamento violento. Senza dimenticare che disinstallare l’app significa di fatto cancellare prove utili in una sede processuale. La cosa migliore è contattare le autorità e le organizzazioni che supportano le vittime di violenza domestica.
La stessa Coalition against stalkerware mette a disposizione tramite il sito una lista di organizzazioni presenti in diversi paesi.
Al contrario, molto è possibile fare per prevenire ed evitare sia di esporre i propri dati che di mettere a rischio la propria intimità e sicurezza personale.
Kaspersky consiglia di proteggere sempre lo smartphone con una password forte, cambiarla periodicamente e non condividerla con nessuno; cambiare periodicamente la password dei propri account senza condividerla; eliminare app non più utilizzate e scaricare applicazioni da fonti ufficiali. Infine, è utile installare un antivirus ed eseguire scansioni regolari: anche in questo caso, però, è consigliabile valutare prima il potenziale rischio per la vittima, dato che lo stalker potrebbe notare l’uso di una soluzione di sicurezza informatica. Kaspersky tramite i propri strumenti software ha realizzato un messaggio ad hoc per informare la vittima.
Informare e formare
La violenza informatica è in grado di causare conseguenze pesanti: avere il controllo di un cellulare significa entrare in modo devastante nella vita di un individuo. Occorre informare su quali sono i danni causati da strumenti di cyberviolenza, produrre un vademecum da poter seguire e una adeguata formazione anche per chi si trova ad intervenire. “Per noi” afferma Teresa Manente dell’ufficio legale di Differenza Donna (1522 è il numero anti violenza e stalking promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e Dipartimento per le Pari Opportunità) “la formazione e alfabetizzazione per le nostre operatrici è strategica. Conoscere queste tecniche e capire come aiutare chi ne è vittima significa stare nella contemporaneità ed è lì che dobbiamo stare noi associazioni”.