Attualità

5G, ancora fra hype e realtà, alla ricerca di concrete ricadute sul business

Il tema, con un focus sulle applicazioni aziendali, ha occupato più di una sessione del Global Media & CxO Summit 2023, a partire dalle analisi di IDC. Nel corso di una tavola rotonda, alcuni esperti del settore hanno cercato di individuare i blocchi che ancora frenano l’adozione del 5G e impediscono di concretizzare le aspettative, delineando le strategie per rimuoverli

Pubblicato il 05 Giu 2023

5g

Le condizioni tecnologiche e di mercato nel mondo telco sono sempre più favorevoli. Cresce in modo esponenziale il traffico generato dai dispositivi intelligenti, dai processi di business delle imprese, da IoT e dai sensori wireless, favoriti dalla maggiore sicurezza delle interazioni e dalla convergenza fra IT, Telco e reti cloud. Tuttavia, la crescita degli investimenti delle grandi imprese sulle reti 5G segna il passo. “Le aziende stanno aspettando use case che dimostrino un impatto significativo sui risultati di business”. È questa la spiegazione di Paul Hughes, IDC Research Director, Future of Connectedness di IDC, confermata da un’indagine che ha coinvolto alcune centinaia di imprese.

L’approccio delle imprese dipende però molto dal mercato verticale. Nel manufacturing, ad esempio, è evidente che le reti private mobili, con funzionalità 4G e 5G, possono consentire maggiori livelli di automazione, assicurando all’organizzazione business continuity, resilienza e agilità nell’organizzazione. Considerazioni analoghe valgono per il settore minerario e l’agricoltura, dove incidono su efficienza, salute e sicurezza.

“Nel settore health e nel manifatturiero le organizzazioni si aspettano il maggiore impatto sul business dal 5G e dalla sua capacità di abilitare l’automazione e l’interazione digitale, con risultati di business più rapidi”, sintetizza Hughes, rivolgendosi poi al panel di esperti per capire come gli attori della tecnologia potrebbero guidare il passaggio dall’hype alla realtà.

L’impatto reale del 5G sul business

Al momento sembra siamo ancora in piena fase hype, dove prevalgono le aspettative più che gli sviluppi concreti; tuttavia, secondo gli interlocutori che partecipano alla tavola rotonda, è solo questione di tempo. “Penso che il percorso del 5G sarà simile a quello delle tecnologie radiomobili che l’hanno preceduto: ancora siamo nel ciclo hype, ma vedremo emergere con sempre più frequenza casi d’uso reali” sostiene Anit Lohtia, CTO, 5G Strategy Lead, Dell Technologies, a partire dalla sua lunga esperienza nel mondo telco che gli ha consentito di vivere l’evoluzione a partire dal 2G.
Una delle cause del ritardo deriva dai pochi dispositivi 5G industriali disponibili, secondo Jan Söderström, Vice President & Head of Advanced Technology & Industry Group, Ericsson, che guida un laboratorio dell’ecosistema in Silicon Valley per accelerare l’adozione di nuovi casi d’uso per il 5G e testimonia il grande interesse a capire i casi d’uso.
“Ciò che vediamo è incoraggiante, tuttavia al momento si sta ancora creando l’infrastruttura, mentre non stiamo vedendo in azione quelle capacità che davvero caratterizzano il 5G” sostiene a sua volta Marc Cohn, Principal Technology Strategist, Spirent Communications, responsabile dell’iniziativa di networking privato e un’esperienza aziendale basata su centinaia di progetti di rete, concentrati sull’implementazione del core 5G. A suo parere il rallentamento deriva solo in parte dalla novità che il 5G porta ma soprattutto dall’esaurimento degli investimenti, a livello internazionale, da parte degli operatori che dovrebbero realizzare l’infrastruttura di base per il 5G. “Questo è però il momento di lavorare in direzione di quella capacità standalone 5G che fornirà davvero bassa latenza e alta connettività, mettendo in pratica quella visione che potrà fra non molto diventare realtà” sottolinea. È vero che siamo ancora nella fase 5G NonStandAlone (NSA), che per funzionare necessita di una rete 4G sottostante. Tuttavia, la grande quantità di reti private già realizzate rappresenta il trampolino di lancio per le applicazioni che faranno davvero differenza. Ci si aspettano dunque passi in avanti fra la fine del 2023 o all’inizio del 2024.

La vera promessa del 5G standalone sta arrivando ora con l’implementazione delle reti private, mentre i dispositivi, se pur lentamente, stanno arrivando, conferma Söderström: “Come Ericsson abbiamo implementato molte reti private soprattutto per utility, manufacturing, porti e logistica, settori che possono permettersi investimenti ancora troppo costosi per le PMI”.

Un ecosistema e un nuovo modello per accelerare

Un passo necessario per aumentare il ritmo di adozione delle reti mobili private è il cambiamento del modello operativo, attualmente troppo complesso per il personale IT, che generalmente non ha il background tipico dell’operatore né il knowhow della rete cellulare. “Per poter coinvolgere un elevato numero di imprese si dovrebbe adottare un modello operativo simile a quello del wi-fi, realizzando una semplificazione di cui dovrebbe farsi carico l’ecosistema coinvolto nelle reti mobili private 5G” è il suggerimento di Lohtia. Compito non facile in un settore che tende ad essere disaggregato, come fa notare Hughes. “Per essere in grado di accelerare questo ambiente molto complesso, servirebbe un nuovo approccio al modello di business che dovrebbe basarsi sulla cooperazione fra diversi attori e sull’assunzione di responsabilità nel gestire il tipo di capacità che le reti promettono” conferma Cohon.

Le difficoltà nascono però anche all’interno delle imprese dove le persone che operano nelle differenti aree aziendali hanno competenze, prospettive e terminologie diverse. “La sfida non è tecnologica, ma soprattutto di processo, per riuscire a mettere insieme tutti i diversi punti di vista” sottolinea Lohtia. Il problema non riguarda solo il 5G, ma anche altri aspetti come la strategia dei dati e la presenza di sistemi legacy, aggiunge Söderström, con il rischio di progetti che durano anni e rallentano l’adozione del 5G, indipendentemente dai vantaggi promessi.

Il punto di partenza resta il problema di business che l’azienda sta cercando di risolvere con una rete privata e dovrà guidare le diverse opzioni tecnologiche. Secondo l’esperienza Ericsson, il 5G può svolgere un ruolo di traino nei casi in cui aiuta a risolvere un problema impellente come nei porti, nella logistica, nel mining. In quest’ultimo caso, ad esempio, solo una rete mobile privata può consentire l’impiego di veicoli senza conducente all’interno di una miniera.

Ma quando non è presente un business case molto forte, un driver può derivare dalla capacità della rete mobile privata di risolvere più problemi con un aumento significativo del ritorno sugli investimenti. Resta aperto il dubbio di Cohn: “Chi si farà carico in anticipo dell’investimento?”. Qui entra in gioco il ruolo del business e di sponsor aziendali, con una visione all’interno della quale il 5G svolga un ruolo indispensabile.

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