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AWS punta 650 milioni sul nucleare per “vincere” 480 MW di energia



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Il gigante del cloud pubblico AWS ha acquisito un impianto di generazione di energia atomica in Pennsylvania. Un nuovo tassello del puzzle di fonti che sta componendo per non arrivare impreparato alla domanda di cloud del futuro. Un puzzle di fonti doverosamente rinnovabili … ma anche non. 

Pubblicato il 4 apr 2024

Marta Abba'

Giornalista



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Varie, produttive, sicure e regolari. Il mondo della tecnologia è alla continua ricerca di fonti di energia con queste caratteristiche e, possibilmente, anche rinnovabili. Mentre ne cresce la richiesta, ogni azienda costruisce un proprio “portfolio” che spera le possa assicurare una maggiore serenità per il futuro. Maggiore rispetto a quella che oggi si prevede ci possa essere, alla luce della crisi climatica e delle complessità geopolitiche che fanno soffrire (anche) il settore energia.

C’è chi ha una strategia imperniata su valori ambientali e dati scientifici, chi tende a improvvisare e chi segue la logica “follow the money”. Da esterni, si possono solo osservare le mosse annunciate e raccontate dalle big, provando a unire i puntini per intuire come stanno procedendo per garantirsi una fornitura di energia sufficiente a supportare le loro ambizioni di mercato.

I numeri e le promesse del nuovo acquisto Amazon

Per chi vuole provare a indovinare la strategia di un gigante come AWS, è arrivato un nuovo “puntino”. Alla sua serie di infrastrutture dedicate al cloud pubblico si è aggiunto un campus di data center a energia nucleare. Si chiama Cumulus e lo ha costruito Talen Energy proprio a fianco alla sua centrale nucleare Susquehanna da 2,5 gigawatt, nel nord-est della Pennsylvania.

Inaugurata nel 2023, questa struttura aveva una capacità iniziale limitata (48 megawatt) e l’ambizione di raggiungere i 475 megawatt alla chiusura del “cantiere”. Ciò non significa che tale performance non possa migliorare: AWS ha infatti già accennato alla volontà di potenziarla ulteriormente, prevedendo di avere a disposizione un massimo di 960 megawatt.

Dietro a questo sogno che sfiora il gigawatt c’è un accordo da 650 milioni di dollari con Talen Energy. Questo player statunitense di energia elettrica ne cura la generazione e la trasmissione e con AWS sembra aver fatto un affare. Alla chiusura dell’accordo riceverà 350 milioni di dollari, gli altri 300 arriveranno al termine dei lavori, previsto entro fine 2024.

Va chiarito che con tale cifra Amazon diventa proprietaria di Cumulus e di tutta l’infrastruttura elettrica associata, ma non di Nautilus Cryptomine, un altro impianto a pochi passi dal suo futuro nuovo campus, ma che resta a Talen che lo divide con una società chiamata TeraWulf.

Le prospettive energetiche tra nucleare L o XS, e rinnovabili

Questo investimento sul nucleare richiama il nuovo trend emergente dei reattori modulari XXS (SMR Small Modular Reactor). Questo nuovo tipo di energia atomica si basa sulla realizzazione di reattori molto più piccoli e meno produttivi, ma interessanti per via della loro modularità.

Questa peculiare caratteristica li rende decisamente più accessibili a livello economico, oltre che più flessibili. Li rende quindi una potenziale opzione su cui scommettere in futuro, se si vogliono esplorare ulteriori nuove fonti di energia.

Anche se non è ancora stato costruito alcun SMR funzionante, alcuni player stanno manifestando un certo interesse per questi reattori miniaturizzati. Gli analisti stimano si debba attendere almeno un decennio prima di vedere qualcosa di concreto in azione per alimentare i data center, ma ci sono realtà che stanno cominciando a integrare SMR ad altre fonti per testarne l’efficacia. E poi in Svezia c’è il data center Bahnhof che ha in mente di usarli per alimentare una nuova struttura in arrivo nel quartiere Hjorthagen di Stoccolma.

Se Microsoft sta esplorando le SMR, AWS sembra preferire l’eolico, il solare, il nucleare e persino il geotermico per soddisfare il proprio fabbisogno energetico e gli obiettivi di sostenibilità.

Di recente ha infatti firmato per l’acquisto di energia con un parco eolico nella contea di Gilliam, in Oregon con 40 turbine in grado di produrre circa 2,4 megawatt ciascuna. Chiaramente se e quando il vento soffia nel modo giusto.

Nel 2023 aveva già mostrato la sua voglia di distaccarsi parzialmente dalle centrali elettriche tradizionali puntando l’attenzione sulle celle a combustibile a gas naturale. Si tratta di celle simili a quelle a combustibile a idrogeno presenti sulle navicelle spaziali, ma che producono CO2 insieme a elettricità e acqua. Uno dei tanti “puntini da unire” per capire come AWS si sta muovendo, importante per chi deve scegliere il proprio cloud pubblico, ma anche per chi osserva e prova a prevedere come si evolverà il mercato delle fonti energetiche, tra quelle rinnovabili e quelle tradizionali, con le consuete disquisizioni sulla natura davvero green del nucleare.

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