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Indovinare come sarà il 6G con i fondi UE: ENABLE-6G

La Spagna avvia un progetto finanziato dall’UE per indagare sul 6G e non è l’unica a fremere di fronte a questa nuova generazione wireless. Ma non c’è progetto che regga di fronte al pericolo di frammentazione degli standard

Pubblicato il 31 Mag 2023

6g

Si dice ci vogliano ancora sette anni perché il 6G diventi realtà, ma già ora si varano progetti per indovinarne le opportunità e i casi d’uso. Lo si fa con generosa curiosità, trascurando un affaticato 5G, a vantaggio di una generazione wireless che deve ancora nascere. L’ennesimo esempio è un progetto tutto spagnolo, avviato gli scorsi giorni definire la portata di questo futuro standard.

L’ambizioso e corale progetto spagnolo

Si chiama ENABLE-6G ed è sostenuto dal fondo per la ripresa della pandemia NextGenerationEU dell’Unione Europea e dal Ministero spagnolo degli Affari Economici e della Trasformazione Digitale. Sotto questo nome criptico si cela un’ampia collaborazione pubblico-privata che vede impegnati nella stessa direzione l’Istituto IMDEA Networks del governo spagnolo, Telefónica, NEC e BluSpecs, una società di consulenza informatica ispanica.

L’obiettivo più generale del progetto è quello di guardare al futuro che ci aspetta con un piglio pragmatico, in modo da saper identificare le sfide all’orizzonte. Le speranze sono quelle di poter promettere al mondo una maggiore connettività e requisiti di prestazioni più elevati. Una missione non impossibile, ma che richiede di affrontare numerose criticità già intuibili a inizio progetto.

Una sarà il garantire una sufficiente protezione della privacy nell’architettura, grazie a capacità di mappatura e rilevamento più precise. Un’altra potrebbe consistere nella progettazione e nell’implementazione di reti software-defined, per gestire servizi time-critical e l’orchestrazione di una rete geograficamente distribuita.

Due aspetti complessi che è indispensabile affrontare se si vuole un 6G adattabile e intelligente, capace di reggere un traffico in continua crescita, senza far esplodere i consumi di energia. Anzi, l’idea sarebbe di riuscire a minimizzarli, in linea con gli ESG e con le politiche di sostenibilità europee.

Il mondo teme standard 6G frammentati

Lavorando su una tecnologia non ancora messa a terra, i casi d’uso si possono solo immaginare, ma non mancano. Già lo scorso anno la Next Generation Mobile Networks (NGMN) ne aveva identificati alcuni tra cui il potenziamento delle comunicazioni umane (esperienze immersive o telepresenza) e di quelle M2M, l’abilitazione di servizi come la localizzazione ad alta precisione, la mappatura o i dati di rilevamento corporeo e l’evoluzione delle tecnologie di base, per l’efficienza energetica e la fornitura di una copertura ubiqua.

Casi d’uso di massima importanza che ben spiegano perché già oggi ci si agiti tanto per un 6G ancora lontano. Ciò non accade solo in Europa ma anche in USA, Cina, India e UK. Proprio quest’ultimo ha appena annunciato un copioso investimento sulla sesta generazione wireless. Attraverso il Dipartimento per la Scienza, l’Innovazione e la Tecnologia, il governo sborserà 100 milioni di sterline per le prime ricerche sulle reti 6G, lavorando con una serie di istituti e aziende UK.

Negli Stati Uniti è invece già rissa per accaparrarsi le migliori opportunità offerte dall’ancora lontano 6G. La Federal Communications Commission (FCC) sta quindi cercando di portare avanti un impegno coordinato da un gruppo di lavoro creato ad hoc. Intanto avrebbe già identificato la banda 7-16 GHz come una delle principali onde medie per l’era del 6G. Per questo sta cercando di rendere disponibili 550 megahertz di spettro nella banda 12,7-13,25 GHz per un nuovo uso commerciale della telefonia mobile.

Non mancano strategie nazionali e fondi, quindi, ma nessuna iniziativa toglie la preoccupazione del potersi ritrovare tra qualche anno di fronte a una frammentazione di standard ingestibile. Non ci sarebbe da stupirsi, date le forti tensioni geopolitiche in corso, ma sarebbe una grande occasione persa, non solo per il settore Telco.

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