Liberatosi dalla “sindrome di Calimero”, il 5G sta scalando più velocemente di qualsiasi altra generazione mobile precedente. Mentre ci si lamenta delle tempistiche di implementazione guardando al 6G con occhi sognanti, infatti, ha raggiunto la copertura di un quarto della popolazione mondiale. Il Mobility Report di Ericsson di metà anno riporta oggettività nel settore tracciando un quadro delle nuove dinamiche e prevedendo 4,4 miliardi abbonamenti entro il 2027.
Nonostante la pandemia e le incertezze geopolitiche, la domanda di connettività dati e di servizi digitali non è calata. Anzi: la digitalizzazione spinta di aziende e PA l’ha amplificata innescando contemporaneamente un aumento dell’utilizzo di banda larga mobile e smartphone. Soprattutto quelli di fascia media: negli ultimi mesi ne sono stati lanciati oltre 650 modelli, sempre più accessibili, che hanno portato il 5G nel mainstream.
Tutto ciò sta disegnando uno scenario inedito, costellato di casi d’uso innovativi – realtà estesa (XR), sensori wireless industriali e videosorveglianza – ma anche di nuove dinamiche. Dinamiche globali che nascondono opportunità di business da cogliere “ora o mai più”, non solo per i fornitori di servizi di comunicazione o digitali. Tutte le aziende si stanno infatti trasformando in aziende software e generano dati proprietari: non possono più comportarsi come fossero isolate perché sono diventate elementi interconnessi e data-driven. Questa nuova identità richiede strategie di sviluppo ma anche di investimento in IT molto differenti e disruptive.
A macchia di leopardo, il 5G conquista il mondo
Sono i numeri globali della crescita del 5G a dettare i tempi di questo inevitabile cambio di paradigma. Secondo il Mobility Report, nel primo trimestre 2022 gli abbonamenti sono cresciuti di 70 milioni, entro fine anno supereranno il miliardo, entro fine 2027 copriranno il 48% del mercato.
La sua diffusione è decisamente più rapida di quella del 4G e del 3G, destinati entrambi a cali definitivi. Il primo raggiungerà un picco di 5 miliardi quest’anno, per poi scendere a circa 3,5 miliardi entro il 2027, il secondo sta già scomparendo, con decine di milioni di abbonamenti persi in meno di un anno.
“Zoomando” sulle diverse aree geografiche emergono le differenze di approccio al 5G e il ruolo di volta in volta giocato dalle precedenti generazioni mobile nel colmare il digital divide. Anche solo passando dall’Europa occidentale a quella centro orientale, si percepisce un ritmo diverso di adozione. A ovest nel 2021 gli abbonamenti 4G hanno raggiunto l’80% del mercato mentre il 5G è passato da 5 a 31 milioni, arriverà a 150 milioni nel 2023 e a una penetrazione dell’82% entro il 2027. Nei Paesi centrali e orientali l’evoluzione è e sarà più lenta. Nel 2021 il 4G rappresentava solo il 61% di tutti gli abbonamenti e, per il sorpasso del 5G, si deve attendere il 2024.
L’area in assoluto di maggior diffusione è il Nord America dove nel 2021, il 5G contava già circa 64 milioni di abbonamenti, “promettendone” 250 entro il 2023 e 400 a fine 2027 con una copertura del 90%. Agli antipodi rispetto al Nord America c’è l’India, a cui il report dedica attenzione come “greenfield” promettente, dato anche l’ordine di grandezza dei numeri in gioco. Sull’onda dell’iniziativa del governo “Digital India”, il 5G sarà lanciato entro la fine del 2022. Grazie alla recente ma rapida adozione degli smartphone nelle aree urbane e rurali, si prevede che possa raggiungere i 50 milioni di abbonamenti in 12 mesi e i 500 milioni alla fine del 2027.
Nuove frontiere per l’IoT grazie a NB-IoT e Cat-M: si parte dall’Industry 4.0
Uno dei settori tecnologici che accoglie con maggiore entusiasmo questa crescita non omogenea ma decisa del 5G è l’IoT. Secondo il report, nel 2021 quello a banda larga (4G/5G) ha superato il 2G e il 3G arrivando a supportare il 44% di tutte le connessioni tra device. Nel 2023 NB-IoT e Cat-M saranno le tecnologie più diffuse, grazie anche alla loro capacità di interconnettere miliardi di oggetti e trasmettere dati a piattaforme di cloud computing per preziose analisi real time. Nel 2026 rappresenteranno il 46% di tutte le connessioni IoT mobile grazie a caratteristiche uniche come low-cost, batteria durevole e basso throughput.
Considerate i successori delle reti 2G e 3G integrabili con il 5G, queste due tecnologie operano in bande diverse e sono complementari. NB-IoT connette dispositivi semplici e low-cost assicurando una velocità di picco di circa 250 Kb/s, Cat-M supporta device più evoluti e costosi con velocità fino a 1 Mb/s e minore latenza. In comune hanno il vantaggio del risparmio energetico, ottenuto grazie alla combinazione di extended Discontinuos Reception (eDRX) e Power Saving Mode.
La massiccia diffusione di NB-IoT e Cat-M legata al 5G impatta fortemente sull’Industry 4.0, contribuendo alla cybersecurity e alla sicurezza sul luogo di lavoro, alla riduzione dei costi e all’aumento della produttività. Diventa possibile il monitoraggio costante in real time, cresce il livello di automazione e si ampliano le possibilità di personalizzazione, abilitando UX sempre più competitive. Tutte opportunità che obbligano le aziende rimaste indietro a evolvere per migliorare i processi interni e ottimizzare l’uso di energia e risorse umane. E per lanciare nuovi business, soprattutto se operano in mercati come automotive, manifatturiero, sanità e retail.
Sicurezza e 5G: approccio olistico unica speranza contro le nuove minacce
Al di là della velocità di evoluzione verso il 5G, tutti i settori devono tener conto di come esso stravolge la cybersecurity. E lo fa in maniera non scontata, perché si presenta come una tecnologia più sicura ma deve poi fare i conti con uno scenario in continua e rapida evoluzione, composto da minacce molto più numerose e complesse, ben studiate e in continua evoluzione. La cloud transformation amplia la superficie di attacco, i criminali sfoderano malware mirati e sofisticate tecniche di evasione, la digitalizzazione diffusa espone maggiormente asset nazionali e aziendali critici facendo loro sempre più gola.
Una ricerca di CrowdStrike mostra che, tra luglio 2020 e giugno 2021, il settore Telco è stato il più bersagliato, con il 40% degli attacchi rispetto al 10% del settore verticale successivo. A prevalere sono i ransomware a scopo di lucro e tutti gli attacchi finalizzati a trarre profitto rapidamente.
Il manifatturiero rende bene, per esempio, essendo un settore con bassa tolleranza ai tempi di inattività, quindi più propenso a pagare. Questo nuovo panorama, però, obbliga tutti a un cambio strategia di protezione. Non esiste una soluzione universalmente valida, ciascuno deve plasmare la propria puntando su
- nuove funzionalità, come il network slicing per la separazione e l’isolamento dei servizi
- artificial intelligence e machine learning per potenziare l’automazione
- competenze specifiche per evitare configurazioni errate che espongono i punti deboli
Serve un approccio olistico, una visione ampia e sempre aggiornata della situazione globale, sia economica che politica che da esperti di cybersecurity. Una visione che si può ottenere solo attraverso una collaborazione interdisciplinare e fluida tra team abilitata da quei paradigmi agile che ancora faticano a trovare spazio sia nel pubblico che nel privato. Quasi più fatica di quella fatta dal 5G per diffondersi.