Tutti noi impariamo, cresciamo, cambiamo. Questa evoluzione ci permette di adattarci al mondo esterno e agli stimoli, che provengono da esso. I “sentimenti forti”: gioia, dolore, amore, odio, paura sono i più importanti attivatori del processo di cambiamento.
Il punto fondamentale è il “contatto” tra la nostra personalità e il mondo esterno, i suoi vincoli e le sue opportunità. In quel determinato momento, attraverso i comportamenti, si creano le esperienze, fattore che crea il nostro cambiamento epigenetico.
Il Coronavirus, attraverso il sentimento della paura, ha imposto vincoli e restrizioni alle nostre personalità, mai avvenuti prima, costringendoci a esperienze nemmeno immaginate.
Ognuno di noi, attraverso la propria personalità, attiva comportamenti diversi dagli altri, che lo portano a esperienze uniche.
È proprio la nostra personalità che amplifica queste esperienze, rendendole fattore irreversibile del nostro cambiamento:
– Se la nostra personalità ci ha spinto e ci spinge a essere molto relazionali ed estroversi, probabilmente l’esperienza del lockdown sarà particolarmente stressante. E non vedremo l’ora di uscire e recuperare il “tempo perduto”.
– Se al contrario siamo introversi e solitari, il lockdown probabilmente verrà vissuto come una grande opportunità per stare con sé stessi e in fondo ci piacerebbe che la vita fosse sempre così.
– Se siamo rigidi, il nostro spirito di adattamento è limitato, per cui saremo in tensione sia al momento del lockdown sia in quello del rientro alla “vita normale”.
– Se invece siamo flessibili, saremo in grado di adattarci rapidamente alle diverse condizioni, anche a quelle più avverse.
Oggi le aziende devono tenere conto di quanto sta accadendo ai loro collaboratori e ai loro clienti, perché alla riapertura troveranno persone diverse da come le conoscevano, in alcuni casi quasi sconosciute.
Per le aziende diventa fondamentale “tornare a conoscere” sia i propri collaboratori sia i propri clienti.
Le aziende devono anche supportarli per consolidare il loro cambiamento ovvero per fargli comprendere cosa è accaduto in loro, dandogli gli strumenti necessari.
Alcuni suggerimenti per le aziende:
COLLABORATORI
- Cerca di conoscere la personalità di ognuno dei tuoi collaboratori. È necessario per capire come aiutarli nel cambiamento.
- Fai conoscere ai tuoi collaboratori come vedi la loro personalità, aiuta a instaurare un dialogo dialettico e forte e permettere ai collaboratori di comprendere meglio il perché di certi loro comportamenti.
- Una volta individuate le criticità/opportunità dai ai tuoi collaboratori gli strumenti necessari per riequilibrarsi e crescere: coaching, formazione, edutainment, dialogo, confronto, comunicazione, etc.
- Fai in modo che questo non sia solo un “episodio”, ma che diventi il normale modo di stare vicino ai tuoi collaboratori.
- La “formula magica”: ascolta, comprendi, restituisci, dialoga, dai empowerment.
Attenzione, non è una formula lineare, ma circolare. Si ripete spesso nella nostra vita: una fine è sempre un nuovo inizio.
CLIENTI
- Non perdere mai il contatto coi tuoi clienti, anche se la relazione fisica sarà sempre più sfumata; conoscere la loro personalità ti da due vantaggi: rimanere in contatto in modo “intelligente” e sapere quali strumenti e quali “toni di voce” usare per rafforzare la relazione con loro.
- Rendili partecipi dei loro tratti di personalità; li aiuta a rafforzare la consapevolezza di sé stessi e ad aumentare la percezione di relazione trasparente e paritetica.
- In questo modo saranno sempre più coscienti delle loro necessità: non essere push, ma pull.
- Il tuo brand, in questo modo, aumenta il suo contenuto sociale, orienta anche le altre tue azioni in questa direzione.
- La “formula magica” è: non vendere ma aiuta a capire cosa gli serve veramente.
Se funziona, ricordati che anche in questo caso, non è una formula lineare, ma circolare: keep in touch.
Eliano Lodesani