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CIO Survey 2019, così aumentano i budget per l’innovazione digitale

Il 55% dei CIO ha dichiarato di aver stanziato nuovi investimenti in IT nell’ultimo anno e, guardando al futuro, oltre la metà (52%) dei leader IT pensa di continuare ad aumentare il budget per il prossimo anno incrementando anche l’organico

Pubblicato il 16 Ago 2019

concept cio survey

I budget destinati all’innovazione tecnologica sono in aumento. È la buona notizia che emerge dalla CIO Survey 2019, realizzata da KPMG in collaborazione con Harvey Nash in cui si legge che il 55% dei Chief Information Officer (CIO) ha dichiarato di aver stanziato nuovi investimenti in IT nell’ultimo anno. È il livello più alto registrato negli ultimi 15 anni. Il sondaggio giunto alla sua ventunesima edizione ha coinvolto 3.645 tra CIO e leader tecnologici di organizzazioni presenti in 108 diversi paesi che, nel complesso, investono nei budget IT più di 250 miliardi di dollari.

È interessante sottolineare che anche guardando al futuro c’è ottimismo: oltre la metà (52%) dei leader IT pensa di continuare ad aumentare il budget per il prossimo anno incrementando anche l’organico. I settori che investiranno di più in IT sono quelli del Leisure (68%), dei Broadcast/Media (62%) e dei Financial Services (58%) che sono quelli più impattati dalla digital transformation.

Inoltre, tra i risultati si legge che le organizzazioni che si considerano ‘molto efficaci’ o ‘estremamente efficaci’ nell’utilizzare tecnologie digitali al servizio del business registrano performance migliori dei loro competitor in ogni aspetto analizzato dalla ricerca. Questi aspetti includono in particolare il time-to-market (53% contro il 34% delle altre organizzazioni), la customer experience (65% contro 49%), la crescita del fatturato (55% contro il 43%), la redditività nell’ultimo anno (50% contro 37%), la capacità di rispondere ai cambiamenti del contesto aziendale (62% contro il 40%) e l’efficienza operativa (57% contro il 39%). I leader digitali hanno anche maggiori probabilità di introdurre ‘innovazioni rilevanti nei prodotti e servizi’ nei prossimi tre anni (55% contro il 39% dei competitor) e di focalizzarsi sull’incremento di ricavi.

Infine, il 76% dei CEO nelle organizzazioni leader dal punto di vista della digitalizzazione chiede che i progetti sullo sviluppo della tecnologia siano incentrati sull’obiettivo di aumentare il fatturato piuttosto che sul risparmio, paragonato con il 58% degli amministratori delegati dei competitor.

Budget aziendale destinato all’innovazione, ecco come viene gestito

L’utilizzo delle nuove tecnologie si sta diffondendo in modo pervasivo in tutte le funzioni aziendali. La gestione della tecnologia non è più appannaggio solo del dipartimento IT. Il 63% delle aziende del campione coinvolge nella gestione della tecnologia tutti i processi aziendali e persino le funzioni di outsourcing.

Questo cambiamento porta con sé significativi vantaggi per il business in termini di maggiore velocità e reattività, ma anche maggiori rischi in termini di governance dei processi, privacy e sicurezza dei dati. In questo scenario, il 64% delle aziende permette (53%) o addirittura incoraggia (11%) un approccio diffuso all’investimento in tecnologie per il business. Si tratta di un cambiamento significativo nei confronti del cosiddetto ‘shadow IT’ (la gestione dell’IT fuori dal dipartimento ICT), un fenomeno destinato a modificare i tradizionali assetti organizzativi delle aziende.

Nonostante la governance dell’IT sia sempre più diffusa anche oltre i confini del dipartimento IT, quando i professionisti dell’IT sono coinvolti in decisioni sugli sviluppi di una tecnologia, si registrano significativi vantaggi che includono il miglioramento nella capacità di portare tempestivamente sul mercato nuovi prodotti (52% in più di probabilità di essere ‘significativamente meglio dei loro competitor’) e l’incremento di esperienza dei propri dipendenti (38% in più di probabilità di essere ‘significativamente meglio dei loro competitor’).

Tuttavia, il 43% delle imprese non coinvolge la funzione IT nei processi decisionali. Queste organizzazioni hanno il doppio delle probabilità di avere diverse aree del proprio business esposte a rischi di sicurezza rispetto a quelle che consultano l’IT, con il 23% in meno di probabilità di essere ‘molto o estremamente efficaci’ nel costruire un rapporto di fiducia con i propri clienti attraverso la tecnologia.

Inoltre, sempre meno CIO siedono nei Consigli di Amministrazione (in calo dal 71% al 58% in soli due anni). Nonostante questo i responsabili IT mantengono una loro influenza nei processi decisionali: il 66% di loro percepisce un aumento di peso del proprio ruolo al di là della formalizzazione o meno del ruolo.

Su quali tecnologie puntano le aziende?

Il cloud computing è la tecnologia su cui le aziende stanno investendo di più (per l’83%). Secondo gli esperti KPMG il dato non sorprende perché adesso si stanno concretizzando una serie di investimenti di cui fino a poco tempo fa si parlava solamente.

L’intelligenza artificiale e il machine learning (41%), l’Internet of Things (39%), Robotic Process Automation (39%) e le piattaforme on-demand (38%) sono le altre tecnologie su cui stanno investendo le aziende per portare a compimento la digitalizzazione dei loro processi.

Sebbene solo il 4% delle organizzazioni stiano lanciando progetti pilota in quantum computing, si osserva che le aziende tecnologiche stanno facendo a gara per investire in questa area per liberare tutto il potenziale in settori come quello farmaceutico, finanziario ed energetico. Il 22% delle organizzazioni che oggi stanno sviluppando il quantum computing ha sede nel Regno Unito, il 19% negli Stati Uniti e il 7% in Australia e in Irlanda.

Più nello specifico, l’intelligenza artificiale e l’automazione stanno cambiando profondamente il modo di lavorare. Le funzioni IT, su input della leadership aziendale, stanno facendo leva su queste due tecnologie per migliorare l’efficienza: è un aspetto di importanza strategica, tanto da essere fra i primi tre driver dell’aumento di spesa IT.

L’implementazione di AI e dei processi di automazione spinge i CIO a ritenere che un posto di lavoro su 5 sarà sostituito da robot entro 5 anni. Convinzione radicata specialmente nei Paesi del Medio Oriente (45%) e dell’area AsiaPacifico (41%); il rischio di sostituzione è, invece, meno percepito in Europa (32%) e Nord America (24%). Tuttavia, il 69% dei leader tecnologici è convinto che la creazione di nuove figure professionali compenserà la perdita di posti di lavoro.

Disporre delle giuste competenze in queste aree sta, però, diventando sempre più complesso. La carenza di capacità registrata quest’anno è la più alta dal 2008 e rischia di diventare un freno per la crescita. Le capacità ricercate che scarseggiano maggiormente sono, infatti, relative all’analisi dei big data (44%) alla sicurezza informatica (39%) e all’intelligenza artificiale (39%). Questo problema è particolarmente sentito nel settore delle istituzioni pubbliche (81%).

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