Il Green Economy Report illustra i risultati dell’attività di Remedia, il Consorzio nazionale per la gestione eco-sostenibile di tutti i Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE), delle pile e accumulatori esausti ed evidenzia come il riciclo dei rifiuti tecnologici rappresenti un esempio concreto di economia circolare.
Nel corso del 2018, Remedia ha raggiunto 124.818 tonnellate di rifiuti gestiti, con un incremento del 36% rispetto all’anno precedente e superiore dell’80% in riferimento al 2016. Rispetto ai 15 Sistemi Collettivi attualmente operanti in Italia per la gestione dei RAEE, la quota di rifiuti domestici gestita da Consorzio Remedia è cresciuta, raggiungendo nel 2018 circa un terzo del totale preso in carico dai Sistemi Collettivi nazionali.
Risultati estremamente positivi, anche a seguito della fusione per incorporazione del Consorzio ecoR’it, e dell’entrata in vigore dell’Open Scope, il nuovo ambito di applicazione aperto che ha fatto rientrare all’interno delle AEE apparecchiature in precedenza escluse, contribuendo così all’aumento del numero di iscritti al Consorzio e dei quantitativi gestiti.
“Il 2018 – ha dichiarato Dario Bisogni, Presidente di Consorzio Remedia – è stato un anno molto positivo per il nostro consorzio, che ha svolto un ruolo primario nell’assicurare alla collettività la corretta gestione dei rifiuti tecnologici, assicurando qualità, trasparenza e innovazione. La nostra posizione di leadership ci pone di fronte ad una grande responsabilità ma anche a concrete opportunità di sviluppo. Prima fra tutte il poter essere protagonisti di un sistema costruito sul concetto di economia circolare capace di contribuire alla salvaguardia del Pianeta senza rinunciare alla produzione di ricchezza e occupazione, investendo in eco-innovazione e in un cambiamento culturale. Una trasformazione necessaria, se si pensa al fatto che nel 2018 l’Earth Overshoot Day, ossia il giorno nel quale l’umanità consuma interamente le risorse prodotte dal pianeta per l’intero anno, è arrivato il 1° agosto, con un anticipo di oltre 4 mesi rispetto agli anni ’70. Il bilancio dei benefici ambientali, realizzato per il consorzio dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, ci motiva a intensificare ulteriormente il nostro impegno verso la concreta attuazione dei principi della green economy.”
Benefici ambientali in 4 direzioni
Anche quest’anno Remedia, grazie all’elaborazione di un autorevole ente esterno, la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, ha analizzato, in forma volontaria, i benefici ambientali derivati dal proprio operato nel 2018 sulla base di quattro “impronte ambientali”:
- Carbon Footprint (bilancio delle emissioni dei gas serra), che evidenzia un risparmio di
emissioni pari a quasi 237mila tonnellate di CO2eq: un beneficio pari al fermo di 72mila auto
che in un anno percorrono in media 20mila km. - Water Footprint (bilancio idrico), che mostra un risparmio di acqua non consumata pari a 2
milioni di metri cubi: un risparmio equivalente al volume di 800 piscine olimpioniche. - Material Footprint (bilancio delle risorse), che indica un risparmio di oltre 227mila tonnellate
di materie prime risparmiate e quindi non prelevate dall’ambiente: un beneficio pari al peso
di 22 Tour Eiffel. - Land Footprint (bilancio del consumo di suolo), che delinea un quantitativo di suolo non consumato pari a 1.067 ettari: un vantaggio ambientale che equivale a 1.500 campi da calci regolamentari.
“Secondo la direttiva europea 2012/19/EU, a partire dal 2019 – ha commentato Danilo Bonato, Direttore Generale di Consorzio Remedia – ogni Stato membro dell’Unione Europea deve raggiungere un tasso di raccolta RAEE pari all’85% dei rifiuti generati. Un target ambizioso in particolare per l’Italia, che al momento si attesta al 40%. Non aiuta il fatto che flussi significativi di RAEE vengono gestiti in maniera sommersa, sfuggendo alla rendicontazione ufficiale, e che permane un quadro normativo lacunoso per quanto riguarda i controlli sul trattamento. Anche sul fronte della gestione del fine vita delle pile e degli accumulatori occorre migliorare la fase di raccolta e sviluppare sistemi di trattamento moderni e innovativi. I prossimi tre anni saranno decisivi per compiere il salto di qualità di cui il nostro Paese ha bisogno e la buona notizia è che gli operatori del settore sono pronti a svolgere fino in fondo la propria parte.”
Il Consorzio segnala che, oltre ai benefici ambientali, un corretto riciclo e trattamento dei rifiuti tecnologici porta con sé anche importanti benefici economici per il Paese. Innanzitutto, 25,2 milioni di euro, pari al 94% del valore economico generato, sono stati distribuiti nel sistema Remedia a copertura dei costi sostenuti per le attività di raccolta e recupero dei materiali.
Inoltre, proprio grazie al recupero di materie prime seconde, è possibile evitare l’importazione di materie prime vergini. Ne deriva un vantaggio economico per il Paese che può essere calcolato applicando ai quantitativi dei singoli materiali recuperati i rispettivi prezzi di mercato.
Il Report Remedia evidenzia come nel 2018 il Consorzio abbia contribuito positivamente a ridurre i costi di importazione di materie prime per un valore pari a ben 52,2 milioni di euro (circa il doppio rispetto al 2016).