È e deve essere indipendente la ricerca sul metaverso perché “nessuna azienda ne sarà proprietaria o lo gestirà autonomamente e saranno necessarie collaborazione e cooperazione”. Ad affermarlo è Meta, che spiega così i 2,5 milioni di dollari investiti in un progetto di ricerca europeo. L’Italia sarà tra i protagonisti, con il Politecnico di Milano, selezionato tra le 8 realtà accademiche incaricate di scandagliare con oggettività i più svariati impatti del metaverso. Rischi e opportunità, da “mettere sul bilancino”, ma soprattutto sfaccettature da approfondire. Siamo (forse) ancora in tempo, mentre prende forma, a far sì che il metaverso rappresenti un miglioramento dell’attuale mondo 4.0, non inclusivo, non sicuro, non decentralizzato e nemmeno più così tanto “ingaggiante”, né per le imprese, né per i cittadini.
L’Italia misura “il peso” del metaverso
Ciascuno dei soggetti scelti in 7 diversi Paesi, ha la propria mission. Quella del Politecnico di Milano sarà analizzare il peso economico e il valore sociale del metaverso, inquadrando il suo emergere in una prospettiva sistemica. L’idea di Meta è di far leva sull’osservatorio dedicato, già da tempo avviato dall’ateneo italiano, per capire concretamente come rendere il metaverso un’opportunità sociale ed economica a livello globale. Ne verrà mappato l’impatto sugli individui, sulla società e sull’economia, considerando la rivoluzione delle interazioni tra persone e con i contenuti.
L’Italia, come Paese, diventerà il case study del Politecnico di Milano che, qualificando opportunità e minacce, si occuperà di individuare anche campi di applicazione e conseguente impatto sull’economia nazionale ed europea.
Un focus molto specifico, quello che perseguirà il team guidato da Giuliano Noci e a Lucio Lamberti, entrambi direttori scientifici dello studio presso il Politecnico di Milano. Lo sono anche quelli di cui si occuperanno le altre sette realtà accademiche selezionate.
Persone e imprese, norme e tecnologie: Meta interroga l’Europa a 360 gradi
La Francia è l’unico Paese che conta due progetti di studio e ricerca. L’Università di Parigi Dauphine|PSL esaminerà l’impatto del metaverso sulla governance e sul quadro normativo, la Renaissance Numérique, attraverso un workshop, ne analizzerà gli aspetti più sociali, con l’obiettivo di fornire mezzi per proteggere gli utenti.
Grazie al lavoro della tedesca Magdeburg-Stendal University of Applied Sciences, Meta avrà degli elementi concreti per capire come la cultura democratica potrebbe funzionare negli ambienti immersivi. Nel contempo la Poznan University of Technology, in Polonia, studierà come realtà aumentata e realtà virtuale possono migliorare concretamente la qualità della vita degli “esclusi”, a causa dell’età, della salute o della situazione familiare. A completare gli approfondimenti dedicati agli aspetti più sociali, quello assegnato alla Spagna, all’Università di Alicante, per valutare se il quadro giuridico esistente garantisce un’adeguata protezione delle persone.
La Netherlands Organisation for Applied Scientific Research (TNO) cambia orizzonte e guarda a quello lavorativo. La domanda che si pone riguarda il social XR legato al metaverso: riuscirà a migliorare efficienza e produttività e benessere del remote working? In attesa di una risposta, in Svezia il RISE avrà si concentrerà sull’infrastruttura globale di calcolo e sulla comunicazione del metaverso, in un’ottica di sostenibilità e conservazione delle risorse.
Sostanzialmente Meta ha investito 2,5 milioni di dollari per “fare domande” a chi può dare risposte indipendenti e affidabili. A soggetti privi di interessi di mercato. Ha attinto questo capitale dal suo “Fondo per i programmi e la ricerca XR” con cui sostiene iniziative finalizzate a capire come costruire il metaverso in modo responsabile. Ecco spiegata la scelta anche degli altri partner europei, tra cui Women In Immersive Tech, per colmare il gender gap che già si è creato nelle premesse del metaverso, e The Youth Bureau, per prevenire una probabile sottorappresentanza di giovani protagonisti, attivi e correttamente valorizzati.